Polacco, emigrato in U.S.A. nel 1972, Andrzej Bartkowiak (1950) è un "giovane regista" con un notevole passato da direttore di fotografia (per tutti The Verdict, Prizzi's Honour, Speed) che si avventura nel mondo dei video giochi al cinema con un buon risultato. Merito anche di una produzione che ha puntato più sulla storia che sul budget. E Dave Callaham (che oltre la storia partecipa anche alla sceneggiatura) ne confeziona una lineare, differente ma probabilmente migliore di quella del DOOM 3 da cui è evidentemente tratto, con alcune idee e temi non privi di connotazione reale oltreche attuale (mutazioni genetiche) ed evitando proprio quella fase che poi è veramente la più debole di uno dei giochi con il maggior successo di vendite di sempre: non c'è alcun bisogno di andare fisicamente all'Inferno (e ritorno, punto debole logico del gioco appunto) quando l'inferno lo crea multinazionale di turno prima nella base Olduvai in Marte e poi sulla Terra, in conseguenza di esperimenti "illegali" solo per tutti meno UAC o Umbrella Corporation.
Doom è un film curato (se non ci credete, check out il dvd extended edition), con suspence e momenti divertenti, violenza "misurata" (rispetto al gioco non c'è storia) degnamente recitato da tutto il team salva mondo a cominciare da Karl Urban (più convinto che in Chronicles of Riddick o The Lord Of The Ring) e da Rosamund Pike, già apprezzata nel The Libertine (ma davvero troppo bella e sexy per aver quel nome), per passare a The Rock, attore onesto che da (sempre) tutto il (molto) poco che ha, per finire con i divertenti Raz Adoti, ancora una volta coinvolto in un "video-film" (non vi sarà sfuggito in Resident Evil:Apocalypse), e Richard Brake che nel 2005 olte a Doom è comparso anche in Munich e in Batman Begins.
Non c'è niente di nuovo in un film com Doom eppure, come per il primo in Resident Evil, la sensazione di realtà o futuri possibili si avverte in diversi momenti e anche "l'eroe" in situazioni di quel tipo appare credibile: le multinazionali si sono già sovrapposte al governo degli stati chissà da quanto tempo e gli "eroi" in circolazione sono davvero una sparuta pattuglia con davvero poche speranze di "cambiare" le sorti del mondo (e loro si che giocano in modalità "nightmare" senza il "god mode").
Tantissime le citazioni ma ovviamente apprezzabili solo da chi ha passato notti e non solo a giocare a Doom. Buoni gli incassi negli U.S.A., davvero magri in Italia per un film che di violento ha soprattutto il titolo ma capisco i protettivi genitori italiani: meglio far innamorare i figli di una squadra di calcio.
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