Luci nella notte

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Un film di Cédric Kahn. Con Carole Bouquet, Jean-Pierre Darroussin, Eric Moreau, Vincent Deniard, Paul Charline.
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Titolo originale Feux rouges. Thriller, durata 106 min. - Francia 2004. - Bim Distribuzione uscita venerdì 6 maggio 2005. MYMONETRO Luci nella notte * * 1/2 - - valutazione media: 2,80 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Il caldo, la coda, la birra... Valutazione 4 stelle su cinque

di


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venerdì 22 febbraio 2019

Interessante e, gran lavoro per Cedric Kahn, qua alle prese con un road-movie arricchito da una invidiabile suspence generata dall'inquietante avventura di due coniugi, in affrettata partenza per le ferie estive. Si inizia a Parigi. Antoine esce dall'ufficio, prende la metropolitana e si reca in un bistrot per aspettare Helene, la moglie che lavora in uno studio legale. Lei però tarda e lui beve una birra. L'attesa si prolunga e Antoine comincia a irritarsi, è agosto e fa molto caldo: beve un'altra birra poi, esasperato, ha un diverbio piuttosto marcato con Helene al telefono e le birre... diventano tre! Poi finalmente arriva la moglie e vanno a casa: lei vuole fare una doccia per poi preparare i bagagli. Lui invece esce dicendo che vuole controllare la vettura: ma in realtà la berlina Rover neppure la apre, si reca nel bar vicino e beve un doppio whisky. Poi fanno una cena fredda e partono. Fuori Parigi trovano subito coda e Antoine decide di uscire dall'autostrada per viaggiare su strada normale. Devono recarsi a prendere i bambini, in colonia estiva, per poi continuare il viaggio delle vacanze nel sud della Francia. Al primo bar Antoine si ferma e beve un altro doppio whisky: quando risale in macchina l'atmosfera si è guastata. Complice l'alcool, lui insulta neppure troppo convinto Helene e poco dopo si ferma ancora in un'area di sosta: quando ritorna Helene non c'è e sul sedile ha lasciato un biglietto scrivendo che continuerà il viaggio in treno. Antoine si reca in stazione e ha la conferma che il treno è appena partito, dunque riparte in auto sperando di trovare la mattina dopo la moglie all'hotel che hanno prenotato. Nella sosta seguente Antoine esce completamente di binario, nel senso che "attacca bottone" senza motivo con un giovane cupo ed introverso, e gli racconta pure i suoi problemi personali. Poi gli dà un passaggio, pur sapendo dalla radio che nella zona è appena fuggito di prigione un pericoloso criminale. Durante il viaggio ci sono dei battibecchi e il giovanotto con la sua arroganza prende il sopravvento su Antoine, che diventa debole ed arrendevole. Poi la situazione precipita: lui capisce che il giovanotto è l'evaso e con un attrezzo lo colpisce infinite volte sul volto: lo crede morto, invece se lo trova davanti all'auto, barcollante e sanguinante. A questo punto c'è uno buco (voluto) di sceneggiatura: Antoine si ritrova con la vettura guasta con una ruota a terra. Un contadino gli dà un passaggio sul trattore fino in paese per trovare un meccanico: mentre la vettura viene riparata Antoine cerca la moglie al telefono, ma non la trova in hotel e non è neppure andata a prendere i bambini. Dove è finita? La ragazza del bar gli permette di fare un numero illimitato di telefonate e alla fine viene a sapere che Helene è in ospedale: è stata derubata e violentata sul treno dal criminale appena evaso, lo stesso al quale Antoine ha poi dato un passaggio. Si trova poi il corpo sfigurato del malvivente, ucciso da una macchina che lo ha schiacciato più volte. Tutto è chiaro: nel "buco" creato dal regista Antoine ha investito più volte l'evaso, per poi trovarsi in stato confusionale sul ciglio della strada con una gomma a terra. Alla fine dunque, "tutto è bene quello che finisce bene", ma quello che finisce meglio di tutti è lo spettatore, che certo non ha bisogno di un caffè per vedere questo film. Jean-Pierre Darroussin è strepitoso: regge tutto sulle sue spalle, anche se Carole Bouquet (un pò in ombra) e "l'evaso" Vincent Deniard lo aiutano non poco. Cedric Kahn dimostra di possedere il controllo assoluto della situazione: la scelta di ambientare il viaggio di notte è fondamentale, creando una situazione di inquietudine e paura che cresce ogni minuto. Un bel film da vedere subito, da soli e, possibilmente, di notte... - di "Joss" -



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