andrelibero
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giovedì 5 aprile 2012
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un capolavoro nel suo genere
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Premetto che sono un appassionato del mare della storia navale eccecc quindi non posso ritenere che questo film non sia un capolavoro del suo genere, ottima regia, ottimi attori, ottime colonne sonore, molta azione e soprattutto molto mare, unica pecca che il film non segue perfettamente il libro di Patrick o'Brian (ho letto tutti i 21 libri) ma comunque i personaggi son molto simili a quelli del libro. Un film che per il genere non potrà piacere a tutti, ma non si può negare che non sia una perla preziosa del mondo cinematografico.
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tiamaster
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giovedì 22 settembre 2011
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il ritorno di weir
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dopo i migliori "l'attimo fuggente" e "the truman show"torna weir,sempre bravo e sempre rispettabile,in un bel film,molto ben ricostruito,in specie le navi,fatte nei minimi dettagli,crowe sempre bravissimo,bettany non molto,in generale un ottimo film con un ottima fotografia.bello
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noxaro
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mercoledì 21 settembre 2011
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un film da vedere
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Film duro e orgoglioso. Filma la battaglia nelle sue cruente verità che lascia anche spiragli alle critiche sulle guerre e la leva obbligatoria per sua maestà.
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francesco2
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domenica 7 agosto 2011
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capitano, mio capitano...ma di mare
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Un'intelligenza(?) cinematografica secondo me sopravvalutata, molto in film come "L'attimo fuggente" o "Picnic ad Hanging Rock", o parzialmente nel pur profetico ed arguto "The Truman Show", si mette al prova (Re) inventando un genere che è poco definire "Non alla moda", e per cui qualcuno potrebbe tacciarlo di essersi convertito al "Cinema di cassetta": ma a parte che aveva già girato il divertente e curioso "Green Card", il risultato rischia di convincere un pò tutti, da chi cerchi il blockbuster allo spettatore più esigente. Cerchiamo nel nostro piccolo di capirne il perché, non dimenticandone i difetti su cui sorvolano gli appassionati di Weir.
Intanto, il personaggio del capitano: ad uno sguardo -Magari troppo- superficiale, lo si potrebbe forse scambiare per una versione meno plateale del professore sopra citato, causa un apparente forma-mentis che lo distanzia dall'autoritarismo.
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Un'intelligenza(?) cinematografica secondo me sopravvalutata, molto in film come "L'attimo fuggente" o "Picnic ad Hanging Rock", o parzialmente nel pur profetico ed arguto "The Truman Show", si mette al prova (Re) inventando un genere che è poco definire "Non alla moda", e per cui qualcuno potrebbe tacciarlo di essersi convertito al "Cinema di cassetta": ma a parte che aveva già girato il divertente e curioso "Green Card", il risultato rischia di convincere un pò tutti, da chi cerchi il blockbuster allo spettatore più esigente. Cerchiamo nel nostro piccolo di capirne il perché, non dimenticandone i difetti su cui sorvolano gli appassionati di Weir.
Intanto, il personaggio del capitano: ad uno sguardo -Magari troppo- superficiale, lo si potrebbe forse scambiare per una versione meno plateale del professore sopra citato, causa un apparente forma-mentis che lo distanzia dall'autoritarismo.Andando avanti lo si può -Fin eccessivamente- schematizzare come chi non spinge a ribellarsi al potere, ma a servirlo il meglio possibile, o perché anch'esso suo servo o per mentalità, o forse entrambi. Dunque un tipo sotto molti aspetti opposto di "Preparazione alla vita", al punto che il viaggio stesso può apparire una metafora sin troppo facile dei travagli giovanili che allora tanto giovanili non erano,dato che si viveva meno e a dieci-dodici anni
si era già "Signori" e si veniva chiamati per "Lei" e per cognome.
Se il personaggio di Williams e quello dell'attore australiano, nella loro differenza forse radicale, sono accomunati dal "Preparare alla vita" i giovani, c'è un' altra caratteristica meno visibile che probabilmente spartiscono:l'idealismo, di chi in questo caso non tollera la mancanza di rispetto verso certi valori.
La reazione del giovane, che nel suo platealismo riporta alla memoria i film che sopra ho citato, fa sì che il capitano non venga esaltato, come uno schiavo del proprio idealismo ma anche dell'attaccamento a certe "Convenzioni". Una retorica pseudo-trasgressiva, che però distingue le convinzioni dalle convenzioni: le seconde oltre che con rigore vanno applicate anche con elasticità mentale, salvo non diventare tutti dei piccoli"Truman" -Appunto- che rischiano di perdere la propria identità. Sembrerebbe dunque, questo "Master and Commander", una sorta di blockbuster votato all'anticonformismo ed alla profondità intellettuale. Ma invece non sempre è così.
Intanto, se Weir è attento a certi paradossi(il già citato scienziato che riesce a sbarcare alle Galapagos solo perché era stato colpito per sbaglio), o a spunti dcome il piccolissimo insetto che diventa una sorta di "Mascotte", l'insieme dei personaggi ricorda il contorno di giovani poco credibili che erano allievi del professore Keapling : anche qui, come anticipato, uno di loro compie una scelta drastica, come se anche quando si dice di essere anticonformisti non si rinunci mai alle emozioni facili. In più il Capitano viene sì umanizzato ma, anche in un contesto avventuroso, mai forse scrutato a fondo. Resta una sensazione di "Laccato", dove non si capisce se il regista non voglia proporci una figura omogenea o se si attiene a non sbilanciarsi, con questa figura paradosalmente nelle mani di un attore setremo come Crowe, forse nella vita più che nel cinema.
Poi"Master and Commander" può e forse deve sedurre, ma va visto se avviene perché se lo merita o non, anche, perché Weir è un maarpione che dice di tra(sgre)dire muovendosi dentro gli schemi consueti.
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ultimoboyscout
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giovedì 28 luglio 2011
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avanti tutta!
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La visione romantica della vita in mare, il gusto per la natura e il desiderio di conoscenza, il senso del dovere e l'obbedienza verso la Corona: questi sono i principali temi di un film bello e ricco di dettagli, sicuramente tra i più belli del genere (se ne vedono pochissimi a dire il vero). Merito di una regia attenta e presente, di una fotografia premiata con l'Oscar, di ambientazioni da sogno e dei due attori principali: Crowe e Bettany, tanto amici quanto diversi, l'uno mosso dalla ragion di Stato l'altro dalla scienza. Riflette molto sulle scelte di un uomo costretto a decidere per tutti, a rendersi impopolare e ad isolarsi pur rimanendo in sella perchè uomo e militare vero.
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La visione romantica della vita in mare, il gusto per la natura e il desiderio di conoscenza, il senso del dovere e l'obbedienza verso la Corona: questi sono i principali temi di un film bello e ricco di dettagli, sicuramente tra i più belli del genere (se ne vedono pochissimi a dire il vero). Merito di una regia attenta e presente, di una fotografia premiata con l'Oscar, di ambientazioni da sogno e dei due attori principali: Crowe e Bettany, tanto amici quanto diversi, l'uno mosso dalla ragion di Stato l'altro dalla scienza. Riflette molto sulle scelte di un uomo costretto a decidere per tutti, a rendersi impopolare e ad isolarsi pur rimanendo in sella perchè uomo e militare vero. Schematicamente quadrato non lascia spazio a troppe divagazioni e inutili spettacolarizzazioni (Galapagos a parte), è un film di guerra nautica a tutti gli effetti. Non a caso non si vede mai una donna. Nel romanzo originale la nave nemica era americana e non francese...che vorrà dire?
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mondolariano
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lunedì 16 maggio 2011
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grandioso epicedio marino
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Grandioso epicedio marino, che avvolge nei suoi gorghi verdastri le collere colossali di un mare in tempesta affrontato a colpi di cannone. Solido come la quercia dei velieri, a tratti apocalittico nella verosimiglianza delle scene di guerra, che cannoneggiano lo spettatore tra rottami navali e pozzanghere di sangue. I tempi sono improntati alla lentezza, oltre due ore di inseguimenti per la gioia degli appassionati di marina e di navigazione. Assenti le donne, tutto è giocato sull’impeto delle emozioni virili. La vicenda mi sembra ricalcare il romanzo di Melville, dove al posto della balena bianca c’è la nave misteriosa assunta a simbolo del male assoluto.
A parte questo, però, peccato che tutto il merito stia nell’estetica e non nella sostanza, mancando di alti significati morali che avrebbero meritato le quattro stellette.
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Grandioso epicedio marino, che avvolge nei suoi gorghi verdastri le collere colossali di un mare in tempesta affrontato a colpi di cannone. Solido come la quercia dei velieri, a tratti apocalittico nella verosimiglianza delle scene di guerra, che cannoneggiano lo spettatore tra rottami navali e pozzanghere di sangue. I tempi sono improntati alla lentezza, oltre due ore di inseguimenti per la gioia degli appassionati di marina e di navigazione. Assenti le donne, tutto è giocato sull’impeto delle emozioni virili. La vicenda mi sembra ricalcare il romanzo di Melville, dove al posto della balena bianca c’è la nave misteriosa assunta a simbolo del male assoluto.
A parte questo, però, peccato che tutto il merito stia nell’estetica e non nella sostanza, mancando di alti significati morali che avrebbero meritato le quattro stellette. Debolucci gli scontri ideologici tra etica e corsa al macello. Troppo breve la battaglia finale a paragone dell’attesa. E senza la presenza del bravissimo Russell Crowe mancherebbe forse la colonna portante principale.
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ugo79
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mercoledì 29 dicembre 2010
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bello
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questo film mi ha fatto letteralmente sognare: da grande appassionato della sagra di Patrick o' Brian ho notato tutti gli elementi che il regista ha voluto inserire, tutti legati a quell' epoca, quasi a voler descrivere un altro mondo.
mi è piaciuto anche il gioco creato dal regista stesso per creare un dualismo tra la vita di tutti i giorni e la battaglia, cosa che nel libro è molto più approfondita.
l' unica cosa è che resta comunque un film che ad alcuni sembra difficile da digerire, questo perchè è molto serio, talvolta cupo e il poco umorismo marinaresco è di difficile comprensione,
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ivan91
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giovedì 11 novembre 2010
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un kolossal spettacolare
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film spettacolare di grande impatto visionario ed emozionale. bravissimi tutti gli attori a partire da russel crowe che come sempre è magnifico, ma anche bettany non è da meno. la storia è molto bella mai banale o scontanta e dal punto di vista tecnico non stiamo qua a dilugarci su regia e montaggio sempre lucidi e funzionale. scenografia costumi truccco e suono sono eccezionali. insomma un kolossal come non se ne vedevano da anni.
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blacky
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lunedì 11 ottobre 2010
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weir e crowe navigano impavidi nella loro maestria
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Un kolossal decisamente perfetto. Un'avventura epica e memorabile diretta da un regista, Peter Weir, che più volte si è confermato maestro di pellicole di alto livello (Witness, Mosquito Coast, L'attimo fuggente, The Truman Show...). Di grande rilievo è l'amicizia virile tra il capitano Jack Aubrey (Russel Crowe) e il luminare medico Stephen Maturin (Paul Bettany). Il regista ha saputo ben narrare e descrivere questo rapporto di profondo rispetto e stima reciproca. Sebbene in alcuni momenti tale cameratismo possa entrare in una crisi, che ha come fattori i due mestieri dei personaggi, la passione per la musica classica riesce ad acquietare i loro animi, fungendo da sigillo della loro amicizia.
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Un kolossal decisamente perfetto. Un'avventura epica e memorabile diretta da un regista, Peter Weir, che più volte si è confermato maestro di pellicole di alto livello (Witness, Mosquito Coast, L'attimo fuggente, The Truman Show...). Di grande rilievo è l'amicizia virile tra il capitano Jack Aubrey (Russel Crowe) e il luminare medico Stephen Maturin (Paul Bettany). Il regista ha saputo ben narrare e descrivere questo rapporto di profondo rispetto e stima reciproca. Sebbene in alcuni momenti tale cameratismo possa entrare in una crisi, che ha come fattori i due mestieri dei personaggi, la passione per la musica classica riesce ad acquietare i loro animi, fungendo da sigillo della loro amicizia. Da notare quindi il paradosso: Aubrey è un capitano di un veliero militare della marina inglese, un guerriero, un uomo forte e risoluto che conquista i suoi obiettivi lasciandosi alle spalle la morte di tanti uomini. Maturin è uno scienziato, il quale grazie alle sue conoscenze non fa altro che incrementare il suo sapere affinchè possa migliorare la tecnica, cioè la salvaguardia della salute, ama la vita e di conseguenza la ammira in ogni sua forma, compresi scarafaggi e lucertole. Ciononostante sono presenti e ben evidenziati nel film momenti fondamentali in cui i due si sostengono e difendono la loro amicizia fraterna. Lo stesso sentimento di amicizia si estende anche al resto dell'equipaggio, come Blackeney e Calamy. Tragica quindi e ben evidente l'emarginazione del personaggio del signor Hollom. Da grande fan di Russel Crowe non posso che dare il timbro di ottimo lavoro a questo film e faccio tanto di cappello al regista Weir per come ha saputo destreggiarsi in un genere di avventura che sembrava ormai fosse affondata nel grande mare del cinema.
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nalipa
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sabato 18 settembre 2010
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weir
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Un nome, una garanzia.
Lo già visto almeno tre volte, ma lo rivedrò perché é bellissimo.
La vicenda si svolge quasi tutta su una nave da guerra, resa perfettamente, intensissimi gli attori - tutti - anche i meno noti.
Vero cinema!
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