TRA DUE MONDI può essere interpretato sia come passaggio dal regime borbonico all’unificazione nazionale, sia come contrapposizione del mondo del brigantaggio e di quello della “Legge” (“Noi da che parte stiamo?” chiede Uzeda di fronte all’ennesimo massacro “Dalla parte della Legge” risponde Loyola). Un’ulteriore interpretazione del titolo è invece più umana e sentimentale: la scelta che compie Angelica fra i due uomini. Non posso dare un giudizio tecnico su fotografia, scenografia ecc perché non ne sono all’altezza. Ma posso dire che la ricostruzione storica è abbastanza fedele (anche se ho un piccolo dubbio: perché si coprono per il freddo e si scaldano al fuoco se Garibaldi è sbarcato in maggio e ad agosto aveva già oltrepassato lo stretto di Messina e di conseguenza il viaggio avviene in estate?!).
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TRA DUE MONDI può essere interpretato sia come passaggio dal regime borbonico all’unificazione nazionale, sia come contrapposizione del mondo del brigantaggio e di quello della “Legge” (“Noi da che parte stiamo?” chiede Uzeda di fronte all’ennesimo massacro “Dalla parte della Legge” risponde Loyola). Un’ulteriore interpretazione del titolo è invece più umana e sentimentale: la scelta che compie Angelica fra i due uomini. Non posso dare un giudizio tecnico su fotografia, scenografia ecc perché non ne sono all’altezza. Ma posso dire che la ricostruzione storica è abbastanza fedele (anche se ho un piccolo dubbio: perché si coprono per il freddo e si scaldano al fuoco se Garibaldi è sbarcato in maggio e ad agosto aveva già oltrepassato lo stretto di Messina e di conseguenza il viaggio avviene in estate?!). Sono evidenziate le tradizioni siciliane: per es. la tarantella o le oranti alla morte del padre di Angelica. Un tema fondamentale che ricorre costantemente è l’attaccamento alla terra sia da parte dei contadini sia dei signori (influenzerà direttamente la scelta della stessa Angelica). Mi è piaciuta molto la struttura del racconto della vicenda umana tramite flash-back e del racconto della Storia che fa da sostrato a tutto il film. “Che cos’è” chiede ancora Uzeda alla vista degli eserciti borbonici che si preparavano per resistere alle insurrezioni, “L’Histoire!” risponde Loyola. A proposito di Uzeda è un cognome di ascendenza spagnola (cfr. “I viceré” del De Roberto) come del resto Loyola, forse a simboleggiare che la Sicilia ha subito per secoli la dominazione spagnola. Ma il film è pieno di simbolismi: per es. la pioggia catartica del colloquio chiarificatore tra i due protagonisti. Del resto, lo stesso viaggio che i due devono affrontare, è a mio parere, un percorso di redenzione per entrambi. Un’ultima considerazione su LORENZO CRESPI: nel ruolo di Santo/Grifone è perfetto! Ha interpretato il personaggio con un’intensità e una passione straordinarie.
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