eugen
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martedì 15 agosto 2023
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grande zeiffirelli/opera d''arte totale...
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il grande cultore del teatro d0opera(come scenografo e come regista)Franco Zeiffirelli iin questo"Callas Forever"(2022, scritto con Martin Sherman, da un soggetto di ZeiffirellI)si dimostra ancora una volta grande regista anche teatrale e filmico come dimostra, oltre all'itero impianto del film, l'alternanza perfetta tra scene filmiche e quelle di "teatro d'opera"", appunto, dando luogo veramete a quell'opera d'arte totzale(totales Kunstweerk)che e'sempre stato il sogno non solo di Richard Wagner, che la teorizava e cerco'di realizzarla, ma di tanti artisti e teorici del Ronatncicismo e non solo. Un impresario amico della Callas, che la vede in crisi, cerca di coinvolgerla in un progetto filmico delle sue opere, inziando dalla"Carmen"di Bizet.
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il grande cultore del teatro d0opera(come scenografo e come regista)Franco Zeiffirelli iin questo"Callas Forever"(2022, scritto con Martin Sherman, da un soggetto di ZeiffirellI)si dimostra ancora una volta grande regista anche teatrale e filmico come dimostra, oltre all'itero impianto del film, l'alternanza perfetta tra scene filmiche e quelle di "teatro d'opera"", appunto, dando luogo veramete a quell'opera d'arte totzale(totales Kunstweerk)che e'sempre stato il sogno non solo di Richard Wagner, che la teorizava e cerco'di realizzarla, ma di tanti artisti e teorici del Ronatncicismo e non solo. Un impresario amico della Callas, che la vede in crisi, cerca di coinvolgerla in un progetto filmico delle sue opere, inziando dalla"Carmen"di Bizet. Tra fantasmi, che sono ancheincubi della cantante(le sue intterpretazioni passae, di cui e'consapevole appartenere ormai al passato, dato che la voce, allo scoccare dei 53 anni non e'piu'quella di un tempo), , le crisi dell'impresario, gay e legato contrattualente anche un compleso rock(punk, da quello che si puo'intuire, ma non lo si sente suonare), che deve coinvolgere i produttori, tra l'altro impegnando anche larga parte del suo stesso capitale, momenti di "bonaccia"e di crisi, fino alla decisione della cantante di rimuovere anche il fim sulla"Carmen", dopo un progetto abottido di riprendere la"Tosca", Zeffirelli rendeva, nel 2002, un omaggio postumo alla grande inteprete lirica, con cui aveva collaborarot, fino agli a nnni della "crisi della sua voce"(meta'anni 1960, grososo modo)e frequentandola fino al fatale 1977, in cui la Callas scompare, in circostanze mai veramente chiarite. Grande finezza del regista-autore nel trasporsi parzialmente nel personaggio .protataongita maschile, anche gli attribuisce la caratteristica di "impresario", un grnade Jeremy Irons, mentre Fanny Ardant e'la Callas, Gabriel Garco e don Jose', il toreador della bizetiana"Carmen", Jay Rodan l'"amasio"dell'impresairo, JOan PLowright la confidente di Maria Callas. Anna Lelio interpreta Bruna-grande intelligenza di Zeffirelli, il vero "Maestro", nella scelta di ogni inteprete per ogni specifico ruolo. Zefirelli ha sempre definito la sua impressione relativa alla voce e alla presenza scenica della Callas, anche prima di dirigerla, "estasi"e tale impresisone e'nel e del film, pienamente. "Tormento ed Estasi", potremmo dire, citando l'omonimo libro di Irving Stone e il fikm trattone da Carol Reed(THe Agony and the Ectasy, meta'anni 1960)-romanzo e film riferiti a michelanglelo, ma l'endiadi e'scuramente attribuibile anche alla Callas. Eugen.
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elgatoloco
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domenica 30 aprile 2017
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callas forever, ever
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Chiaramente un film molto"zeffirelliano", cioè girato ma anche scritto(con martin Sherman, ma l'apporto fondamentale è senz'altro del grande regista fiorentino)da chi con la Callas ha lavorato molto: Zeffirelli è stato, in primis, regista di teatro e di teatro d'opera(musicale)ed ha avuto con la Callas una frequentazione costante per motivi di lavoro. Film che, al di là del fatto che sia pura opera di"fiction"o che sia opera di fiction con elementi, però, reali, ricostruisce quanto sappiamo della straordinaria interprete, dell'artista tormentata, perseguitata da continui fantasmi da cui non riusciva a liberarsi, mantenendo la sua grandezza intatta.
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Chiaramente un film molto"zeffirelliano", cioè girato ma anche scritto(con martin Sherman, ma l'apporto fondamentale è senz'altro del grande regista fiorentino)da chi con la Callas ha lavorato molto: Zeffirelli è stato, in primis, regista di teatro e di teatro d'opera(musicale)ed ha avuto con la Callas una frequentazione costante per motivi di lavoro. Film che, al di là del fatto che sia pura opera di"fiction"o che sia opera di fiction con elementi, però, reali, ricostruisce quanto sappiamo della straordinaria interprete, dell'artista tormentata, perseguitata da continui fantasmi da cui non riusciva a liberarsi, mantenendo la sua grandezza intatta. Perfetti gli interpreti(Fanny Ardant come Callas, Jeremy Irons come amico-impresario musicale/teatrale), sempre più che all'altezza della situazione(e nell'intrico eterno, di origine romantica ma non solo, tra vita e arte, musica d'opera e "quotidianità"-sempre che tale dimensione esista-è difficilissimo farlo, senza cadere in una condizione di straniamento autoironico che avrebbe distrutto il flm o almeno lo avrebbe relativizzato), notevolissmo il film, che si mantiene sempre a un livello di elevato"play", senza rinunciare a commuovere, anzi commuovendo chi è in sala o seduto davanti alla TV. Commuoversi, anzi, è inevitabile, diremmo; ma lo è per la capacità del regista-autore e degli interpreti, non per"magiche virtù"semplicmente inerenti alla conoscenza della vita della grande interprete. La Callas"in person", peraltro, è recuperabile in un film importante: la"Medea"di Pier Paolo Pasolini, di fine anni Sessanta e tale intepretazione in qualche modo moltiplica/reduplica l'effetto anche di questa(falsa?)biografia filmata di grandissima qualità. El Gato
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onufrio
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mercoledì 6 marzo 2013
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la callas secondo zeffirelli
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Col titolo di Callas Forever forse ci si aspettava una ricostruzione storica biografica della vita della grande Maria Callas; Zeffirelli invece si sofferma al 1977, con la Callas a Parigi, chiusa dentro casa, dopo la disfatta del concerto tenuto in Giappone, e con un impresario che vuole riportarla alla ribalta restituendogli la voce degli anni migliori. Ci riuscirà attraverso il film Carmen che ridarà appunto i giusti meriti alla Callas. Zeffirelli dà una chiave personale in questo film, entra nella psiche della Callas, attraverso le sue riflessioni ed i suoi tormenti. Ottima l'interpretazione della Callas.
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paride
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lunedì 28 luglio 2008
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che noia
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Mi aspettavo molto di piu' da questo film di Zeffirelli, ma dopo averlo visto non riesco ad avere nemmeno un'idea di come fosse la Callas, del suo carattere, delle sue sofferenze.
Un film noiosissimo, smielato ed eccessivamente melodrammatico, condito con inutili personaggi di contorno e da una fotografia insulsa.
Zeffirelli la Callas la conosceva bene, e l'impressione che ho avuto è che abbia girato questa pellicola più per se stesso che per il pubblico. Si salvano solo le scene della Carmen, dove la Ardant da' un'intensa prova di attrice.
Ah, dimenticavo...ma perche' non doppiano Gabriel Garko??
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giovanni piscitelli
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lunedì 17 settembre 2007
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zeffirelli non dice: fa.
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Una stella policroma al centro del pavimento-tappeto di un ambiente di casa Antipa nell'insuperato "Gesù di Nazareth"; una profusione di lampadari-candelabro nella chiesa barocca e imbarocchita per le nozze e la vestizione nel film "Storia di una capinera"; l'andirivieni di una o due carrozze fra i vardeggianti paesaggi di chissà quale Irlanda e pochi ma (al solito) efficaci interni studiati fin dentro il dettaglio fiammingo d'importazione italiota nel livido "Jane Eyre"; lo "sberluccichìo" dei mosaici nella pseudo-San Pietro del rurale e ruffianissimo (come sempre) "Fratello Sole Sorella Luna"; la tempesta di perle-lacrime sul vestito di Giulietta morta "per la prima volta" nel meraviglioso e "agreste" Romeo and Juliet con la splendida Olivia Hussey; l'incantevole, seducente messa in scena di "Carmen", economica e presepiale nel film in questione, tanto criticato, giustamente.
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Una stella policroma al centro del pavimento-tappeto di un ambiente di casa Antipa nell'insuperato "Gesù di Nazareth"; una profusione di lampadari-candelabro nella chiesa barocca e imbarocchita per le nozze e la vestizione nel film "Storia di una capinera"; l'andirivieni di una o due carrozze fra i vardeggianti paesaggi di chissà quale Irlanda e pochi ma (al solito) efficaci interni studiati fin dentro il dettaglio fiammingo d'importazione italiota nel livido "Jane Eyre"; lo "sberluccichìo" dei mosaici nella pseudo-San Pietro del rurale e ruffianissimo (come sempre) "Fratello Sole Sorella Luna"; la tempesta di perle-lacrime sul vestito di Giulietta morta "per la prima volta" nel meraviglioso e "agreste" Romeo and Juliet con la splendida Olivia Hussey; l'incantevole, seducente messa in scena di "Carmen", economica e presepiale nel film in questione, tanto criticato, giustamente... ingiustamente... chi sa dirlo.
Questo è Zeffirelli. Che non significa sia poco...
Noi siamo abituati (o ci hanno abituati) all'arte che necessariamente deve rappresentare una problematica profonda, possibilmente incomprensibile perché eserciti un'esotica fascinazione sulla nostra esausta fantasia incapace di elaborare da sola. Ma se ne può fare anche a meno, io dico. E non sono persuaso da chi mette troppi sensi, distraendo dalla trama (quando si tratta della messa in scena di un testo prescritto e consacrato)o sconvolgendo la verità o trasfigurandola nel più becero espressionismo di facile accesso per chiunque perché di grande, immediato effetto.
Zeffirelli è un artista rinascimentale, italiano... Italiano... ITALIANO! E non si tradisce; e sopratutto, non mente. Non mi resta molto da scrivere. Trovo che chi ha orecchie per intendere avrà gia inteso il mio messaggio implicito sin dal primo rigo: Zeffirelli sa fare certe cose... BENE. Altre, non le fa. Anche perché si chiama Franco... e non Stanley, Zeffirelli... e non Kubrick. Tutto qui. Perché domandare a Leonnardo di smettere di dipingere la sua Monnalisa, quando per l'arte delle installazioni vi sono già "validi" (talvolta bugiardi) creativi a fare tanto e bene...
Ciascuno dà il suo apporto. Franco mette il suo, dal mio punto di vista, assolutamente gradevole alla vista (che è sempre un piacere), morbido (che può far bene a una certa fascia di pubblico che mi pare lo abbia costantemente seguito e ammirato da sempre), onesto come la Callas del suo film. Che non è certo la Edith Piaf del più recente ed altrui lungometraggio. Primo, perché Zeffirelli ha vissuto la grande Maria, secondo, perché le storie sono tutte diverse fra loro e il clima apocalittico (tanto caro al pubblico televisivo -con tutto il rispetto- sempre più assetato di sale operatorie effetto "E-R") non deve essere necessariamente l'ingradiente vincente in una narrazione. Lo splatter ha fatto il suo tempo, quanto Zeffirelli, forse. Intanto, la Monnalisa (abusata e speculata) sorride ancora dalla sua vetusta tela, sicura del suo fascino di regina di molti secoli. Cosa sarà di questa nuova maniera cinematografica alla Herry Potter, anche quando la trama vorrebbe nient'altro che documenti più o meno attendibili e... tanta,tanta poesia?
Zeffirelli è l'ambasciatore del nostro gusto del bello. Forse dovremmo riconoscerlo un po'tutti e...imparare a scoprirlo,piuttosto che stare sempre lì a cercare nelle nuances fluorescenti del prato dei nostri vicini(o lontani),talvolta meno verde del nostro,dall'humus mediterraneo e certo SUPERIORE!
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prepadavatel
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lunedì 19 settembre 2005
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un film scadente. brava la ardant.
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Sono abbastanza amareggiato! Generalmente apprezzo e ho apprezzato il lavoro di Zeffirelli, che ritengo uno tra i migliori registi di cinema e teatro. Proprio da lui che è stato un grande amico della "Divina" mi aspettavo qualcosa di meglio. Aveva migliaia di spunti da cui trarre un film per renderlo un’opera d’arte come gli altri suoi lavori. Invece ci propina un polpettone senza senso che, dopo un inizio promettente (sublime la scena in cui la Callas-Ardant scoppia in pianto sul play-back della propria voce) ci abbandona ad un susseguirsi di scene mediocri. In più sono rimasto deluso anche dalla leggerezza con cui Zeffirelli dipinge Maria. Non credo che la Callas in vita avrebbe mai potuto accettare nemmeno per un attimo il compromesso che accetta (malgrado le prime deboli obiezioni) la Callas zeffirelliana.
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Sono abbastanza amareggiato! Generalmente apprezzo e ho apprezzato il lavoro di Zeffirelli, che ritengo uno tra i migliori registi di cinema e teatro. Proprio da lui che è stato un grande amico della "Divina" mi aspettavo qualcosa di meglio. Aveva migliaia di spunti da cui trarre un film per renderlo un’opera d’arte come gli altri suoi lavori. Invece ci propina un polpettone senza senso che, dopo un inizio promettente (sublime la scena in cui la Callas-Ardant scoppia in pianto sul play-back della propria voce) ci abbandona ad un susseguirsi di scene mediocri. In più sono rimasto deluso anche dalla leggerezza con cui Zeffirelli dipinge Maria. Non credo che la Callas in vita avrebbe mai potuto accettare nemmeno per un attimo il compromesso che accetta (malgrado le prime deboli obiezioni) la Callas zeffirelliana. Lei sempre così attenta al rapporto col suo pubblico; sempre dedita al suo lavoro (sacrificando per questo tutti gli altri aspetti della vita); sempre impegnata per dare il meglio di se stessa non avrebbe mai accettato quella situazione... In definitiva un film che ci racconta una storia falsa, che non sarebbe mai potuta accadere. Da una pellicola con quel titolo altisonante mi aspettavo qualcosa di meglio che finalmente, dopo più di venti anni di oblio generale, rendesse il giusto valore ad una Dea che ancora continua ad emozionarci e sorprenderci ogni volta che l'ascoltiamo. Maria in fin dei conti è la più grande cantante lirica, di cui si posseggano testimonianze, che con la sua arte ha rivoluzionato e cambiato per sempre il melodramma. L'unico aspetto per cui valga la pena vedere il film è la colonna sonora. La voce della Divina è come sempre sublime.
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anna
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domenica 16 novembre 2003
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un bel film
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Un bel film, veramente e poi Zeffirelli ha il merito di essere stato il primo a realizzare un film sulla diva.
Mi dispiace solo che sia un invenzione, mi sarei aspettata la vera biografia della cantante o almeno una parte di vita;comunque Z.illustra il comportamento della Callas dei suoi ultimi anni.
Dai dialoghi si possono trarre però delle riflessioni(come nell'ultima scena nel parco, o quando Kelly va a trovare Maria per la prima volta nel film).
Comunque i miei complimenti a Zeffirelli, che è uno dei miei registi preferiti.
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giuseppe
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lunedì 27 ottobre 2003
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grandissimi zeffirelli e ardant
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UN OMAGGIO DEL MAESTRO AD UNA GRANDISSIMA DIVA, ED UN AMICA. CREDO CHE QUESTO FILM SIA UN REGALO, UNA POSSIBILITA' UNICA PER I GIOVANI DI CONOSCERE UN PO A FONDO LA PIU GRANDE CANTANTE LIRICA DEL MONDO
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marianna
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lunedì 14 ottobre 2002
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la callas e' sempre la callas
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IL FILM IN SE NON E' SPECIALE, E' PERO' DIVINA LA VOCE DELLA CALLAS QUANDO INTERPRETA LA CARMEN, MI SONO VENUTI I BRIVIDI...QUINDI PIU' CHE COMPRARE LA VIDEOCASSETTA, COMPRATE IL CD.
MARIANNA
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