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dad🤎
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domenica 10 agosto 2025
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mi sono addormentato dopo aver insultato il film
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Orrendo film. Trama noiosissima e anche gli attori insopportabili. Ripetevano le stesse cose sembrava avessero qualche problema.
Pensavo fosse horror ma è tutto tranne che horror. Eliminatelo perché un film così è solo una baggianata
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mercoledì 12 marzo 2025
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recensione e valutazione ingiuste che non colgono pi? di tutto l'idea dell'importanza dell'immaginazione.
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Mah guarda, oggettivamente questo film ha inquietato tantissime persone, anche non giovani. L'idea ? davvero originale (parte dell'originalit? sta proprio nel "tutto qui" di cui hai parlato nella recensione), e si distacca di non poco da quella di Cannibal Holocaust. Senza vedere nulla di spaventoso durante la visione si rimane a mio parere pi? inquietati di quando si guarda un "The Conjuring" o "L'esorcista". E scrivo da amante degli horror che se lo ? appena guardato per la seconda volta (infatti appena finito sono andato su internet per approfondire un po' sul film e mi sono imbattuto in questa recensione, che ho trovato ingiusta e incapace di cogliere l'originalit? del film, e quindi niente.
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Mah guarda, oggettivamente questo film ha inquietato tantissime persone, anche non giovani. L'idea ? davvero originale (parte dell'originalit? sta proprio nel "tutto qui" di cui hai parlato nella recensione), e si distacca di non poco da quella di Cannibal Holocaust. Senza vedere nulla di spaventoso durante la visione si rimane a mio parere pi? inquietati di quando si guarda un "The Conjuring" o "L'esorcista". E scrivo da amante degli horror che se lo ? appena guardato per la seconda volta (infatti appena finito sono andato su internet per approfondire un po' sul film e mi sono imbattuto in questa recensione, che ho trovato ingiusta e incapace di cogliere l'originalit? del film, e quindi niente... sappi che 12 anni fa non capivi niente di film horror).
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luigiluke
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giovedì 21 dicembre 2023
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voglio tornare a casa!
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Non è antesignano del mockumentary (il ruolo spetta ai film di Deodato) ma in qualche modo anticipa il fiorire del genere nel cinema del 2000 Non è il primo film incentrato su boschi ed entità sovrannaturali che li abitano, streghe soprattutto, ma in qualche modo riapre la strada a soggetti con queste caratteristiche. Non è stato il primo esperimento di marketing cinematografico, ma di sicuro il più redditizio, con un rapporto 1000/1 tra incassi e spese. Non è il primo esperimento di commistione tra finzione e realtà visto che una parte della storia narra delle vicende del serial killer Rustin Parr, una sorta di figlio di Sam degli anni 40, che sembra realmente esistito e giustiziato per i suoi 7 omicidi di bambini.
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Non è antesignano del mockumentary (il ruolo spetta ai film di Deodato) ma in qualche modo anticipa il fiorire del genere nel cinema del 2000 Non è il primo film incentrato su boschi ed entità sovrannaturali che li abitano, streghe soprattutto, ma in qualche modo riapre la strada a soggetti con queste caratteristiche. Non è stato il primo esperimento di marketing cinematografico, ma di sicuro il più redditizio, con un rapporto 1000/1 tra incassi e spese. Non è il primo esperimento di commistione tra finzione e realtà visto che una parte della storia narra delle vicende del serial killer Rustin Parr, una sorta di figlio di Sam degli anni 40, che sembra realmente esistito e giustiziato per i suoi 7 omicidi di bambini. Sembra, appunto, come quasi tutto del film. Quello che manca, in molte analisi è recensioni, è la considerazione di The Blair Witch Project come un survival film in cui il senso di angoscia alla spettatore deriva non tanto dal’idea della strega che (forse) verrà, ma dalla crescente tensione, poi isteria, poi disperazione dei tre ragazzi che non riescono più a trovare la strada per uscire dal bosco. Certo, non siamo di fronte ad un capolavoro, sul piano squisitamente tecnico; ciò nonostante il film riesce perfettamente nell’intento di disturbarti durante la visione, nel momento in cui ti immedesimi nella situazione dei tre protagonisti: attori dilettanti, fortemente manipolati dalla regia nel tentativo di rendere la loro interpretazione quanto più realistica possibile. Facendo così riaffiorare ancestrali paure che hanno come riferimento, per l’appunto, la perdita del senso dell’orientamento all’interno di un luogo sconosciuto e che ti incute soggezione proprio per questo motivo. I tre hanno prima ancora di temere qualcosa o qualcuno all’interno del bosco, hanno il terrore di non uscirne mai più. E quindi “voglio tornare a casa” diventa la frase più importante del film, che da possibile horror sovrannaturale, così come era stato presentato già nel titolo, si trasforma in un progetto di sopravvivenza. Che tu però, come spettatore, capisci che viene inseguito da chi, proprio come te spettatore, non è in grado di tirarsi fuori da quella situazione. In questo senso il bosco del Maryland può valere come la giungla del Vietnam ed altre situazioni di straniamento o spaesamento in cui puoi venirti a trovare, e comunque alzi la mano chi non abbia mai attraversato luoghi sconosciuti con il timore di perdersi e non riuscire a ritrovare la strada di casa.
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luigiluke
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mercoledì 20 dicembre 2023
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voglio tornare a casa!
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Non è antesignano del mockumentary (il ruolo spetta ai film di Deodato) ma in qualche modo anticipa il fiorire del genere nel cinema del 2000 Non è il primo film incentrato su boschi ed entità sovrannaturali che li abitano, streghe soprattutto, ma in qualche modo riapre la strada a soggetti con queste caratteristiche. Non è stata la prima operazione di furbo marketing cinematografico, ma di sicuro la più redditizia, con un rapporto 1000/1 tra incassi e spese. Non è il primo esperimento di commistione tra finzione e realtà visto che una parte della storia narra delle vicende del serial killer Rustin Parr, una sorta di figlio di Sam degli anni 40, che sembra realmente esistito e giustiziato per i suoi 7 omicidi di bambini.
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Non è antesignano del mockumentary (il ruolo spetta ai film di Deodato) ma in qualche modo anticipa il fiorire del genere nel cinema del 2000 Non è il primo film incentrato su boschi ed entità sovrannaturali che li abitano, streghe soprattutto, ma in qualche modo riapre la strada a soggetti con queste caratteristiche. Non è stata la prima operazione di furbo marketing cinematografico, ma di sicuro la più redditizia, con un rapporto 1000/1 tra incassi e spese. Non è il primo esperimento di commistione tra finzione e realtà visto che una parte della storia narra delle vicende del serial killer Rustin Parr, una sorta di figlio di Sam degli anni 40, che sembra realmente esistito e giustiziato per i suoi 7 omicidi di bambini. Sembra, appunto, come quasi tutto nel film. Quello che manca, in molte analisi è recensioni, è la considerazione di The Blair Witch Project come un survival film in cui il senso di angoscia alla spettatore deriva non tanto dall'idea della strega che (forse) verrà, ma dalla crescente tensione, poi isteria, poi disperazione dei tre ragazzi che non riescono più a trovare la strada per uscire dal bosco. Certo, non siamo di fronte ad un capolavoro, sul piano squisitamente tecnico; ciò nonostante il film riesce perfettamente nell’intento di disturbarti durante la visione, nel momento in cui ti immedesimi nella situazione dei tre protagonisti: attori dilettanti, fortemente manipolati dalla regia nel tentativo di rendere la loro interpretazione quanto più realistica possibile. Facendo così riaffiorare ancestrali paure che hanno come riferimento, per l’appunto, la perdita del senso dell’orientamento all’interno di un luogo sconosciuto e che ti incute soggezione proprio per questo motivo. I tre hanno prima ancora di temere qualcosa o qualcuno all’interno del bosco, hanno il terrore di non uscirne mai più. E quindi “voglio tornare a casa” diventa la frase più importante del film, che da possibile horror sovrannaturale, così come era stato presentato già nel titolo, si trasforma in un progetto di sopravvivenza. Che tu però, come spettatore, capisci che viene inseguito da chi, proprio come te, non sarebbe in grado di tirarsi fuori da quella situazione. In questo senso il bosco del Maryland può valere come la giungla del Vietnam od altre situazioni di straniamento o spaesamento, fisiche o psicologiche in cui ci si può venire a trovare nel corso della vita, e comunque alzi la mano chi non abbia mai attraversato luoghi sconosciuti con il timore di perdersi e non riuscire a ritrovare la strada di casa. Io non posso alzarla.
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steffa
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giovedì 30 novembre 2023
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pietra miliare
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premesso che lo vidi al cinema appena uscito e non vi era nessun equivoco che il film fosse finzione, la pellicola veniva esplicitamente presentata e pubblicizzata come il risultato di un workshop cinematografico per aspiranti cineasti a super low budget. per quanto fu innovativo si meriterebbe 5 stelle, ma comprendo che ad oggi risulta leggermente superato, dopo che conosci la trama si perde molto interesse nel rivederlo, ma rimangono una fotografia eccellente ed una gradevole narrativa
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francesco2
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domenica 8 dicembre 2019
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rivalutiamolo
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Ho visto finalmente questo film, dopo venti anni> Se trovo eccessivo che sia diventato un cult, mi paiono fuor di luogo i vari giudizi negativi espressi dagli addetti ai lavori, e non solo.
La 5non-storia trae spunto da una leggenda popolare, radicata nell immaginario locale, come dimostrano le interviste flash ai pur scettici abitanti> Tre giovani sui venti-venticinque anni nel 99. quindi piu o meno coetanei di chi scrive, decidono di avventurarsi in un bosco per sfidare tale archetipo, o forse soprattutto loro stessi.
Si insinua, tuttavia, una prsesenza sconosciuta ed inquietante, quasi una quarta persona che li spinge a comportarsi in un certo modo, o che addirittura compie azioni di cui i protagonisti appaiono ignari.
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Ho visto finalmente questo film, dopo venti anni> Se trovo eccessivo che sia diventato un cult, mi paiono fuor di luogo i vari giudizi negativi espressi dagli addetti ai lavori, e non solo.
La 5non-storia trae spunto da una leggenda popolare, radicata nell immaginario locale, come dimostrano le interviste flash ai pur scettici abitanti> Tre giovani sui venti-venticinque anni nel 99. quindi piu o meno coetanei di chi scrive, decidono di avventurarsi in un bosco per sfidare tale archetipo, o forse soprattutto loro stessi.
Si insinua, tuttavia, una prsesenza sconosciuta ed inquietante, quasi una quarta persona che li spinge a comportarsi in un certo modo, o che addirittura compie azioni di cui i protagonisti appaiono ignari. Ma fosse stato solo questo, sarebbe stato un 5=orse-divertente teen-movie> Invece, i tre protagonisti si perdono nel bosco, e il loro diviene un timore per l ignoto, inteso non solo come ipotetica entita trascendente, ma anche -molto piu prosaicamente-come paura di non ritrovare la strada di casa. Proprio questa paura diviene un pretesto per fare i conti con loro stessi e con le loro -o nostre/= insicurezze. Incluso, forse, le reali motivazioni che li hanno spinti a cimentarsi in tale esperienza. Il finale si presta a mille interpretazioni,senza tuttavia dimenticare che il racconto di base si fonda su un fatto realmente accaduto.
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xxx
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domenica 12 novembre 2017
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ha rivitalizzato un genere in declino.
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I registi Daniel Myrick, Eduardo Sànchez, danno vita a un film innovativo e capostipite di un nuovo stile Horror.
The Blair Witch Project crea tensione, angoscia, paura e mistero, con una sceneggiatura semplice, ma geniale e un cast ridotto, girato in modo quasi amatoriale.
Piccolo gioillo di genere.
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francis metal
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venerdì 25 novembre 2016
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mi aspettavo molto di più
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Santo cielo... che cosa penosa... veramente hanno creduto che fosse un vero documentario? E doveva fare paura?
Noiosissimo, la regia è davvero fastidiosa, se avessi ripreso col mio cellulare sarei stato più bravo... non credo io stesso alle mie parole, ma Paranormal Activity è stato fatto mille volte meglio ed e sarebbe stato mille volte più credibile come documentario su un fatto vero...
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zero99
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giovedì 5 novembre 2015
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invece di far paura è un film che annoia.
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Non voglio dargli una stella perchè è uno dei primi film che usavano la telecamera a mano, e anche l'idea è carina. Tre ragazzi che vanno in un bosco maledetto, dove dovrebbe esserci una strega, e dove ci girano attorno un pò di leggende. Però per tutto il film non succede nulla. Si vedono solo questi 3 ragazzi che prima fanno qualche domanda agli abitanti della cittadina vicino al bosco, poi vanno in questo bosco e non succede/vede nulla. Ok che il regista voleva mettere paura senza far vedere nulla, e far immaginare tutto allo spettatore, ma in questo caso ha esagerato! Non si vede neppure la strega alla fine. Carini i bastoncini appesi agli alberi e i mucchietti di sassi, ma poi il nulla cosmico.
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Non voglio dargli una stella perchè è uno dei primi film che usavano la telecamera a mano, e anche l'idea è carina. Tre ragazzi che vanno in un bosco maledetto, dove dovrebbe esserci una strega, e dove ci girano attorno un pò di leggende. Però per tutto il film non succede nulla. Si vedono solo questi 3 ragazzi che prima fanno qualche domanda agli abitanti della cittadina vicino al bosco, poi vanno in questo bosco e non succede/vede nulla. Ok che il regista voleva mettere paura senza far vedere nulla, e far immaginare tutto allo spettatore, ma in questo caso ha esagerato! Non si vede neppure la strega alla fine. Carini i bastoncini appesi agli alberi e i mucchietti di sassi, ma poi il nulla cosmico. in un ora e 15 minuti mi sono inquietata solo nel finale, quando entrano nella casa in mezzo al bosco. Ma il finale non l'ho capito. L'ho trovato un film mediocre e a tratti noioso.
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yurigami
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domenica 26 ottobre 2014
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la gente non lo capisce
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Questo film è uno dei miei preferiti, stesso discorso di Cloverfield, io amo questo genere, quando lo vidi mi cagai addosso dalla paura, oggi i film Horror sono tutti scontati, sperano di far paura con effetti visivamente disturbanti che ormai non fanno più niente, invece questi film si basavano su emozioni più complesse come l'ansia, il phatos ecc... Pietra miliare del genere.
[+] che film guardate!?
(di dad🤎)
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