andrea giostra
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martedì 25 settembre 2012
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legge sulla privacy?
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La sceneggiatura di David Marconi è liberamente tratta da un’inchiesta del 1995 realizzata da un notissimo quotidiano del Maryland. Uno dei migliori film di Tony Scott – fratello del più noto Ridley, e recentemente scomparso - confezionato
ad arte per alimentare i vissuti e le allucinazioni paranoiche di tutti coloro che hanno il terrore di essere intercettati nel lavoro e nella vita privata. Il film – già nel lontano 1998 - ci sbatte in faccia una dura e terribile verità: è impossibile tutelare la nostra privacy! Ci fa capire come in Italia il D.
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La sceneggiatura di David Marconi è liberamente tratta da un’inchiesta del 1995 realizzata da un notissimo quotidiano del Maryland. Uno dei migliori film di Tony Scott – fratello del più noto Ridley, e recentemente scomparso - confezionato
ad arte per alimentare i vissuti e le allucinazioni paranoiche di tutti coloro che hanno il terrore di essere intercettati nel lavoro e nella vita privata. Il film – già nel lontano 1998 - ci sbatte in faccia una dura e terribile verità: è impossibile tutelare la nostra privacy! Ci fa capire come in Italia il D.Lgs. 196/2003, meglio conosciuto come “Codice in materia di protezione dei dati personali”, è semplicemente un piccolo e insignificante strumento legislativo, spuntato e inconsistente, per mettere a tacere tutti coloro, semplici cittadini o autorità, che temono violazioni della propria privacy, e rassicurare l’opinione pubblica che lo Stato è in grado, con una semplice legge, di proteggerci da spioni e da amanti traditi.
Il film è intenso, dinamico, divertente, avvincente, originale (per il 1998), ben ritmato, a tratti spettacolare, imprevedibile. Insomma, un ottimo thriller. E poi il finale è fantastico: la CIA supertecnologica che ha l’ardire di mettersi contro una famiglia di italiani rozzi, paciocconi e magia spaghetti: lo stereotipo in certi film è quasi d’obbligo! Da vedere assolutamente.
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greg2
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lunedì 24 gennaio 2011
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non delude
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Gran thriller che lascia col fiato sospeso per tutta la sua durata.
Mai noioso e con un cast di livello assoluto, Nemico pubblico è un film che ti coinvole per tutti i suoi 130 minuti. Da vedere
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samanta
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martedì 11 marzo 2025
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realt? e profezia
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Uscito nel 1998 è un thriller/azione, regista Toni Scott, fratello di Ridley, mortotragicamente suicida nel 2012 (siffrivo di un tumore cerebrale). Scott era un bravo regista molto portato ai film d'azione, ha diretto tante pellicole, cito alcune che mi hanno colpito: Main on fire, L'ultimo boy scout, Spy Game, Pelham 1 2 3, Fuori controllo, uno dei suoi attori preferiti era il bravo Denzel Washington.
Il film inizia con un alto dirigente della NSA (L'agenzia per la sicurezza USA) Reynolds (Jon Voight) che in riva a un fiume cerca di convincere il deputato repubblicano Hammersley (Jason Robards) a non opporsi ad un progetto di legge che aumenta poteri e fondi alla NSA, cerca di ricattarlo ma l'altro non muta opinione, allora un agente presente lo droga con un'iniezione lo chiude nell'auto che viene spinta nel fiume; purtroppo per Reynolds una telecamera automatica posta sulla riva opposta per monitorare il passaggio delle anitre, ha ripreso tutta la scena.
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Uscito nel 1998 è un thriller/azione, regista Toni Scott, fratello di Ridley, mortotragicamente suicida nel 2012 (siffrivo di un tumore cerebrale). Scott era un bravo regista molto portato ai film d'azione, ha diretto tante pellicole, cito alcune che mi hanno colpito: Main on fire, L'ultimo boy scout, Spy Game, Pelham 1 2 3, Fuori controllo, uno dei suoi attori preferiti era il bravo Denzel Washington.
Il film inizia con un alto dirigente della NSA (L'agenzia per la sicurezza USA) Reynolds (Jon Voight) che in riva a un fiume cerca di convincere il deputato repubblicano Hammersley (Jason Robards) a non opporsi ad un progetto di legge che aumenta poteri e fondi alla NSA, cerca di ricattarlo ma l'altro non muta opinione, allora un agente presente lo droga con un'iniezione lo chiude nell'auto che viene spinta nel fiume; purtroppo per Reynolds una telecamera automatica posta sulla riva opposta per monitorare il passaggio delle anitre, ha ripreso tutta la scena. Il ricercatore veterinario Zavitz passa prende la cassetta registrata e se la porta a casa, quando vede il contenuto allibisce e informa un giornalista mandandogli una copia del dischetto, ma la NSA è già sulle sue tracce e piomba a casa per ucciderlo, lui fugge e durante l'inseguimento piomba in un negozio dove trova un vecchio compagno di scuola l'avvocato Clayton Dean (Wall Smith), un frettoloso saluto, ma prima di fuggire nasconde in una busta di Dean il dischetto, in strada viene investito da un camion e muore. Gli agenti della NSA esaminando le telecamere del negozio percepiscono che il dischetto era in possesso di Dean e Reynolds prende la decisione di rovinargli la vita (il cronista era stato ucciso) diffonde fake news per fargli perdere credibilità: viene licenziato dallo studio perché risulterebbe colluso con la mafia, la moglie Carla (Regina King) lo caccia di casa gelosa per una presunta relazione extraconiugale, i suoi conti correnti azzerati. Lo salva il fatto che tramite la sua ex fidanzata Rachel (Lisa Bonet) che lavorava per lui riceveva registrazioni o riprese che lo aiutavano molto nel suo lavoro di difensore di grandi società prese di mira dai sindacati controllati dalla mafia. Rachel pressata da Dean gli rivela che la sua fonte si faceva chiamare Brill e come riusciva a mettersi in contatto con lui. Dean riesce a incontrare Brill che in realtà è Edward Lyle (Gene Hackman) ex agente della NSA e che dopo un'impresa andata storta viveva da 18 anni in clandestinità, creduto da tutti morto. Lyle e Dean si incontrano o meglio si scontrano perche Lyle non vuole aiutarlo, ma quando Rachel sarà uccisa si accordano e per Reynolds saranno grossi guai, agiva così all'insaputa del Direttore NSA, perché con quella proposta di legge avrebbe potuto diventare vicedirettore. Con un gran finale la giustizia sarà fatta e Dean (ma anche Lyle) ritrovano la pace.
In questo film il giudizio deve essere espresso considerando 2 elementi: il primo concerne lo sviluppo della vicenda che si rivela un thriller mozzafiato che Toni Scott abilmente ha realizzato con estrema efficacia: un'atmosfera di suspense con alto tasso adrenalinico, un susseguirsi di ingegnosi colpi di scena, di inseguimenti e sparatorie che coinvolgono Dean e Lyle, si materializza una cupola che dall'alto sorveglia ogni mossa dei 2 protagonisti senza pietà, il colpo di scena finale è intelligente ed estremamente ben congegnato, rivelandosi tragico ma contestualmente quasi con risvolti parodistici e caricaturali, sanzionando la vittoria del bene contro il male. Il secondo elemento concerne il messaggio lanciato nel film siamo nel 1998 (27 anni fa) ma il film ha un carattere profetico incredibile, vediamo sotto i nostri occhi la dittatura tecnologica e le sue conseguenze: siamo un popolo di controllati e sorvegliati dalla tecnologia (adesso si è aggiunta la AI) altro che i dati anagrafici: i gusti i comportamenti privati, personali, sanitari e sessuali, i dati finanziari fino alle compere, tutto viene registrato, inoltre tutto ciò aggravato dai cosidetti "social", la vita di una persona è quindi uno scheletro accessibile in ogni momento dal Deep State. Ciascun spettatore trarrà le sue conclusioni, comunque complimenti al regista.La recitazione di Will Smith è ottima e disinvolta era agli inizi della carriera cinematografica (Indipendence day, Men in black) e che doveva proseguire con molti film di successo (Alla ricerca della felicità, Io sono leggenda, Suicide squad) . Quanto al grande Gene Hackman che ci ha purtroppo lasciati in modo tragico, era al tempo già una grande star, con uno stile di recitazione asciutto ed essenziale (mi ricorda Spencer Tracy) in grado di interpretare qualsiasi ruolo con scioltezza, qui come al solito si esprime con una performance notevole.
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elgatoloco
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sabato 30 luglio 2016
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ottimo thriller"d'azione", contesto importante
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Tony Scott, purtroppo sempre bistrattato, comunque sminuito, anche rispetto al fratello Ridley, era invece regista di assoluto valore, come dimostra anche questo"Enemy of the State"del 1998: capace di tenere alta la tensione con un "thriller d'azione"(è non proprio una contraddizione in termini, ma certamente una contaminatio di generi interessante, per taluni sconcertante...), il cui contesto sociale e politico è quello del"controllo generale"da parte di chi vuole controllare tutto, limitando se non eliminando completamente la"privacy".Nessuna scena di inseguimenti e fughe mozzafiato(anche con conseguenze tragiche , come nel caso dello haker ucciso in modo orribile in un"incidente stradale"e definito tout court"sinistrorso"dal gruppo fascistoide che lo vuole eliminare, in quanto è venuto a conoscenza, anzi proprio in possesso del filmato che documenta l'uccisione di un esponente politico altrimenti ritenuto morto per incidente)toglie spazio all'angoscia legata al pericolo continuto corso dal protagonista, avvocato coinvolto suo malgrado nella vicenda quanto deciso ad andare fino in fondo nella resistenzaa al perverso disegno politico e dunque al contesto, non meno importante.
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Tony Scott, purtroppo sempre bistrattato, comunque sminuito, anche rispetto al fratello Ridley, era invece regista di assoluto valore, come dimostra anche questo"Enemy of the State"del 1998: capace di tenere alta la tensione con un "thriller d'azione"(è non proprio una contraddizione in termini, ma certamente una contaminatio di generi interessante, per taluni sconcertante...), il cui contesto sociale e politico è quello del"controllo generale"da parte di chi vuole controllare tutto, limitando se non eliminando completamente la"privacy".Nessuna scena di inseguimenti e fughe mozzafiato(anche con conseguenze tragiche , come nel caso dello haker ucciso in modo orribile in un"incidente stradale"e definito tout court"sinistrorso"dal gruppo fascistoide che lo vuole eliminare, in quanto è venuto a conoscenza, anzi proprio in possesso del filmato che documenta l'uccisione di un esponente politico altrimenti ritenuto morto per incidente)toglie spazio all'angoscia legata al pericolo continuto corso dal protagonista, avvocato coinvolto suo malgrado nella vicenda quanto deciso ad andare fino in fondo nella resistenzaa al perverso disegno politico e dunque al contesto, non meno importante. Film di spessore notevole, anche se Will Smith non è certamente il protagonista più adatto, mentre comprimari come Gene Hackman(che lo aiuta, pur se senza molta convinzione, all'inizio)e Jon Voight(il"vilain")sono assolutamente all'altezza dei rispettivi ruoli. Quasi"fracassando i tempi"(gli spazi-tempo, diremmo meglio, ossia come un determinato tempo si rapporta alla situazione e ai luoghi in cui si"materializza"), Scott riesce in maniera eccelsa ad essere fedele allo script, firmato da David Marconi, al tempo stesso, però, "vulcanizzandolo": arte rara, in quanto in genere, se non rimontiamo a opere come"Three Days of the Condor"(di Sydney Pollack, 1975)o"All the President'Men"(Alan J.Pakula, 1976), non troviamo opere capaci di conciliare i due apsetti, spesso considerati(erroneamente)antitetici. El Gato
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