jonnylogan
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lunedì 1 luglio 2024
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anche i geni amano
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Nei quartieri periferici di Boston abita il ventenne Will Hunting, orfano problematico e con una predisposizione incredibile alla soluzione di problemi matematici. Will vive in maniera precaria passando da un lavoro al successivo accompagnato sempre da un gruppo di amici con i quali rimane spesso coinvolto in numerose risse. Quando un docente del MIT si accorge delle sue capacità proporrà a Will di dare un cambio radicale alla sua esistenza a patto che prima di tutto si faccia seguire da uno psicologo di fiducia.
La parabola cinematografica di due amici d'infanzia, entrambi originari di Boston, Affleck e Damon, nacque sulla metà dei '90 grazie a un dramma sentimentale, pieno di pathos e affetti, a volte rubati, ma soprattutto non corrisposti; vuoi nei confronti di uno psicologo con le sembianze rassicuranti di un Robin Williams che come spesso accadeva riusciva a essere sia ilare ai limiti del surreale ma anche capace di rare vette di profondità, oppure verso una studentessa incontrata per caso e impersonata da Minnie Driver, o nei confronti di un gruppo di amici spiantati, fra i quali evoluiscono i fratelli Casey e Ben Affleck.
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Nei quartieri periferici di Boston abita il ventenne Will Hunting, orfano problematico e con una predisposizione incredibile alla soluzione di problemi matematici. Will vive in maniera precaria passando da un lavoro al successivo accompagnato sempre da un gruppo di amici con i quali rimane spesso coinvolto in numerose risse. Quando un docente del MIT si accorge delle sue capacità proporrà a Will di dare un cambio radicale alla sua esistenza a patto che prima di tutto si faccia seguire da uno psicologo di fiducia.
La parabola cinematografica di due amici d'infanzia, entrambi originari di Boston, Affleck e Damon, nacque sulla metà dei '90 grazie a un dramma sentimentale, pieno di pathos e affetti, a volte rubati, ma soprattutto non corrisposti; vuoi nei confronti di uno psicologo con le sembianze rassicuranti di un Robin Williams che come spesso accadeva riusciva a essere sia ilare ai limiti del surreale ma anche capace di rare vette di profondità, oppure verso una studentessa incontrata per caso e impersonata da Minnie Driver, o nei confronti di un gruppo di amici spiantati, fra i quali evoluiscono i fratelli Casey e Ben Affleck.
Una sceneggiatura originale che Affleck e Damon avevano pensato come differente, perché maggiormente incentrata sul lato thriller e non sulla vita di un semplice ragazzo di venti anni con un dono capace di garantirgli quelle teoriche fortune dai quali gli amici storici che quasi tutti sono inevitabilmente esclusi.
Una sceneggiatura al tempo stesso ritoccata dallo sceneggiatore William Goldman, arricchita sia nella figura dello psicologo vedovo, che con Will creerà un legame basato sulla sfida e sulla comprensione reciproca, e che sarà maggiormente declinata verso un finale buonista introdotto da una serie di caratterizzazioni dei personaggi secondari, quali i già citati Williams e Minnie Driver, fino al Dottor Lambeu (impersonato da Stellan Skarsgård) mentore di Will e docente pluridecorato del MIT, fino a un Ben Affleck che all’amico Matt Damon cedette volentieri la palma di protagonista.
Pellicola diretta da Gus Van sant selezionato a pochi giorni dall'inizio delle riprese e al termine di una lunga serie di valutazioni da parte dei due giovani co - sceneggiatori che gli consentirono di farlo partecipe di uno dei film più iconici dell’ultimo decennio del secolo scorso. Film uscito in sala a fine 1997, capace di sbancare sia il botteghino natalizio sia di arrivare a nove candidature Oscar e a due statuette vinte sia per la sceneggiatura originale, sia per Robin Williams che con il ruolo di Sean McGuire mise finalmente le mani su un titolo che avrebbe meritato con largo anticipo.
Da vedere perché val la pena di pensare che a volte anche le storie maggiormente tristi possano racchiudere un epilogo conciliante.
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eugen
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domenica 30 giugno 2024
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good will hunting is a "great"movie
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Anche se, volendo, condizionato al tempo e alle situazioni, questo"Good Will Hunting"/Gus Van Sant, ma scritto da Matt Damon e Ben Affleck e dedicato alla memoria degli amati scrittori-poeti Wiliam Burroughs e Allen Ginsberg, entrambi scomparsi nel1997, anno di realizzazione del film) perche' legato al ribellismo"anarchico"dei due giovnai interpreti, non a caso anche qui interpreti del film, che credevano in un revival rock e hippie(mia generalizzazione, ma per risultare in quache modo comprensibile a chi legge, essendo la questione piu''complessa), ilfilm mostra come anche in una delle universita'piu¿qualificate, ossia il "mifco"M:I:T.
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Anche se, volendo, condizionato al tempo e alle situazioni, questo"Good Will Hunting"/Gus Van Sant, ma scritto da Matt Damon e Ben Affleck e dedicato alla memoria degli amati scrittori-poeti Wiliam Burroughs e Allen Ginsberg, entrambi scomparsi nel1997, anno di realizzazione del film) perche' legato al ribellismo"anarchico"dei due giovnai interpreti, non a caso anche qui interpreti del film, che credevano in un revival rock e hippie(mia generalizzazione, ma per risultare in quache modo comprensibile a chi legge, essendo la questione piu''complessa), ilfilm mostra come anche in una delle universita'piu¿qualificate, ossia il "mifco"M:I:T.(MassacgttettsINstitute of Technology)vi possano essere personaggi insospettabili che rsolvano teoremi di matematica molto complessi, che non rieaaxono neppure(o meglio la cui soluzione non riwesce )nemmno ai prof dello stesso MIT: Non credo e non risukta che si sia preso spunto da un fatto e persoanggio realmente eisistente o esistito, ma certamente il film, basato sulla figura del genio "anarchico"e irrispettoso di ogni regola, con il rapporto amicale che si crea nel setting psicologico tra Damon-Will Hunting e Robin WIlliams come psicologo del MIT anche lui pieni di probelmi, incapace di superare lutto per la perdita della mogliea matissim, riesce di forte impatto e di notevolissima effiacia. Eugen
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alex
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martedì 2 gennaio 2024
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le imperfezioni sono parte essenziale della vita
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Film semplicemente magico, in cui nulla è scontato e banale ma anzi ogni minuto, ogni secondo regala sensazioni intense e non dimenticabili. Il film si presenta come una commedia romantica con una narrativa psicologica e introspettiva della vita, dando la visione di due personaggi principali: Will (Matt Damon) un ragazzo ribelle e geniale pieno d’albagia e carisma che dalla vita non chiede nient’altro che delle sigarette e dell’alcool, e dall’altra parte McGuire (Robin Williams) uno psicologo speculativo che la vita l’ha assaporata e vissuta, facendo da insegnante di vita e amore a Will e anche ad ogni spettatore che guardandolo si magnetizza alle sue parole sagge e sincere.
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Film semplicemente magico, in cui nulla è scontato e banale ma anzi ogni minuto, ogni secondo regala sensazioni intense e non dimenticabili. Il film si presenta come una commedia romantica con una narrativa psicologica e introspettiva della vita, dando la visione di due personaggi principali: Will (Matt Damon) un ragazzo ribelle e geniale pieno d’albagia e carisma che dalla vita non chiede nient’altro che delle sigarette e dell’alcool, e dall’altra parte McGuire (Robin Williams) uno psicologo speculativo che la vita l’ha assaporata e vissuta, facendo da insegnante di vita e amore a Will e anche ad ogni spettatore che guardandolo si magnetizza alle sue parole sagge e sincere. Infatti questi due personaggi insieme costruiscono una vera monografia sulla vita, sottoponendo lo spettatore a continue riflessioni sul capire il vero valore della vita,sul guardare dentro se stessi per capire le proprie potenzialità, ma soprattutto il non guardarsi indietro, offuscare il passato, in particolare se esso è stato disagevole, e pensare al presente, perché un passato ormai morto ma non curato può sopprimere un presente ancora vivido e pretenzioso.
Un’opera in cui si nota che dietro se c’è stato un grande lavoro sia da parte del regista ovvero Gus Van Sant, che ha ostentato la sua grande tecnica con delle riprese e una tecnicità generale molto rigorosa e diligente, e poi i due attori/ redattori: Matt Damon e Ben Affleck di cui si può esprimere una sola parola: formidabili, capaci di nutrire lo spettatore da una passione e una commozione fuori dal comune, e questo film per i due attori fu sicuramente il gradino di slancio verso il successo mondiale. In seguito il film salpa tra le melodie di “Miss Misery” canzone dal significato simile a quello del film in cui le parole di Elliot Smith all’interno della canzone incarnano lo spirito e la vita di Will, trattando l’afflizione e la malinconia che è stato di grande ostacolo nel corso della vita di Will. Film che infine non faccio altro che consigliare, che ci porta ad esplorare gli aspetti più importanti ma spesso velati della vita, catturando l’animo ingenuo di ogni spettatore.
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roscodunn
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martedì 23 maggio 2023
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il genio
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Penso che il vero genio sia Robin Williams che eleva il film a quasi capolavoro con la sua prova attoriale...impareggiabile!
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fabri
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martedì 23 marzo 2021
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davvero un bel film, dal gusto un po'' retro''
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Bella la storia e bravissimi gli attori, un film "vecchio stile" che accontenta tutti i palati.
Consigliato a tutta la famiglia.
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dandy
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martedì 19 gennaio 2021
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"che cosa vuoi fare?"
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Classico racconto hollywoodiano di maturazione di se stessi e di libera scelta anche a discapito delle potenzialità fuori dal comune.Prevedibile nello svolgimento e nel finale(apprezzabile),e comunque piacevole grazie al tocco di Van Sant(imposto alla produzione da Williams)che sa rendere efficaci i singoli episodi,in particolare quelli a lui cari delle vite alla giornata di periferia del protagonista e dei suoi amici.Bravi gli attori,e sapientemente tenuto a freno Williams(premiato con l'Oscar assieme alla sceneggiatura scritta da Damon e Affleck,che interpreta Chuckie mentre suo fratello Casey è Morgan).La sequenza in cui Will e Sean siedono nella pachina nel giardino pubblico a Boston è diventata una delle più famose,e il luogo è diventato meta di moltissime persone da varie parti del mondo,che sono aumentate dopo che accanto alla panchina è stata eretta una statua in onore a Williams dopo la sua scomparsa.
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Classico racconto hollywoodiano di maturazione di se stessi e di libera scelta anche a discapito delle potenzialità fuori dal comune.Prevedibile nello svolgimento e nel finale(apprezzabile),e comunque piacevole grazie al tocco di Van Sant(imposto alla produzione da Williams)che sa rendere efficaci i singoli episodi,in particolare quelli a lui cari delle vite alla giornata di periferia del protagonista e dei suoi amici.Bravi gli attori,e sapientemente tenuto a freno Williams(premiato con l'Oscar assieme alla sceneggiatura scritta da Damon e Affleck,che interpreta Chuckie mentre suo fratello Casey è Morgan).La sequenza in cui Will e Sean siedono nella pachina nel giardino pubblico a Boston è diventata una delle più famose,e il luogo è diventato meta di moltissime persone da varie parti del mondo,che sono aumentate dopo che accanto alla panchina è stata eretta una statua in onore a Williams dopo la sua scomparsa.La scena in cui svela a Will i problemi intestinali della moglie fu improvvista sul momento,e scatenò le risate sia di Damon che della troupe(si può notare un lieve tremolio nell'inquadratura dovuto all'ilarità del cameraman)tanto che il regista decise di tenerla.
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carloalberto
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domenica 20 settembre 2020
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favola per adulti
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Film favolistico a lieto fine, diretto da un regista di successo, Gus Van Sant, che l’anno dopo girerà il remake di Psycho, con un cast di prim’ordine ed ispirato, seppur maldestramente, ai romanzi di formazione inglesi. Non a caso un personaggio cita Tom Sawyer, ma avrebbe potuto citare anche Oliver Twist o Martin Eden. In questo caso la maturazione del protagonista è concentrata in un arco temporale brevissimo, grazie all’incontro folgorante del nostro eroe, ma visti i poteri meravigliosi di cui è dotato, sarebbe meglio dire supereroe, col deus ex machina, il guaritore dello spirito, il vate dai poteri taumaturgici, il mastro Geppetto collodiano che forgerà il burattino eccezionale a sua immagine e somiglianza.
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Film favolistico a lieto fine, diretto da un regista di successo, Gus Van Sant, che l’anno dopo girerà il remake di Psycho, con un cast di prim’ordine ed ispirato, seppur maldestramente, ai romanzi di formazione inglesi. Non a caso un personaggio cita Tom Sawyer, ma avrebbe potuto citare anche Oliver Twist o Martin Eden. In questo caso la maturazione del protagonista è concentrata in un arco temporale brevissimo, grazie all’incontro folgorante del nostro eroe, ma visti i poteri meravigliosi di cui è dotato, sarebbe meglio dire supereroe, col deus ex machina, il guaritore dello spirito, il vate dai poteri taumaturgici, il mastro Geppetto collodiano che forgerà il burattino eccezionale a sua immagine e somiglianza. La sceneggiatura è costruita ingenuamente sulla storia speculare e combaciante di un disadattato, traumatizzato da un’infanzia difficile, formidabile matematico, e uno psicoteraupeta, che ha rinunciato alla carriera accademica per amore della moglie ammalata di cancro. Il contorno è costituito da personaggi tutti positivi, dal professore mecenate illuminato, Stellan Skarsgård, che salva il bullo geniale dal carcere, fino agli amici scapestrati e violenti, ma dal cuore tenero, i fratelli Ben Affleck e Casey Affleck, che pur nella loro ignoranza si dimostrano altruisti, generosi e pieni di saggezza. Nel presente sono tutti buoni, affettuosi, intelligenti, comprensivi, compassionevoli. I mostri, gli orchi violentatori, gli aguzzini crudeli e sadici sono relegati nel passato. E’ proprio il mondo come immaginato dagli americani, almeno prima dell’11 settembre. Matt Damon impersona il genio, picchiato da ragazzino dal padre alcolizzato, e, divenuto orfano, abusato dalle famiglie adottive e, guarda caso, lo psichiatra, che lo curerà miracolosamente in una decina di sedute, e quando mai accade nella realtà, aveva il padre alcolizzato che lo bastonava. Una coincidenza, si dirà. Nel finale tutto torna, come nelle favolette morali, e quando il giovanotto, in via di guarigione, incontra la ragazza che gli cattura il cuore, Minnie Driver, ripete la storia del suo mentore, rinuncia ad un impiego di prestigio a Boston per seguire il suo amore in California. Tuttavia, essendo un genio, paragonabile addirittura ad Einstein, non c’è dubbio che anche in California troverà un analogo lavoro. Quindi, la drammaticità della scelta perde il suo presupposto. Ma queste sono quisquiglie. La logica ed il realismo non reggono di certo questo film strappalacrime, scritto per commuovere riaffermando, al contempo, ancora una volta, il mito americano del self-made man. Il fatto che il protagonista sia un genio, che il mondo in cui vive sia un posto idilliaco, dove il male è stato sconfitto e ricacciato per sempre all’inferno, che le ferite subite nel passato siano facilmente superabili grazie all’amore di una donna e all’esempio dell’illuminato maestro di vita, sono soltanto dettagli e sebbene inverosimili, per non dire fantastici, risultano ininfluenti rispetto alla potenza fascinosa del messaggio salvifico e rassicurante. L’importante è sognare ad occhi aperti. Ed Hollywood non serve proprio a questo?
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francescofacchinetti
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lunedì 8 giugno 2020
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la definizione di bel film.
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C’avete presenti i film belli? Quelli che sono belli per tutti i palati e per tutte le età? Ecco questo è uno di quelli. Di quei cult anni ‘90 che li riconosci lontano un chilometro, che ti catturano dalla prima inquadratura e ti trascinano esattamente nell’anno in cui sono stati girati, perché jeans, marche e dialoghi sono culturalmente e visceralmente impregnati di quel momento storico. La forza dei cult però non ti trascina solo indietro, ma ti fa guardare avanti, ti scalda il cuore, ti fa sorridere, ti fa commuovere e ti fa pensare che per quanti cult anni ‘90 tu possa aver visto, saranno comunque troppo pochi rispetto a quanti ne vorrebbe il tuo organismo. “Will Hunting - Genio Ribelle” è una bella prova degli allora giovanissimi e magnetici Matt Damon e Ben Affleck che hanno scritto la sceneggiatura Premio Oscar (e hanno interpretato rispettivamente protagonista e migliore amico), è una grande prova per Gus Van Sant che firma la regia del suo film più acclamato ed è Oscar (strameritato) per quell’insostituibile genio che era Robin Williams (Miglior Attore Non Protagonista all’edizione del 1998, quando Titanic sbancò praticamente in tutte le categorie).
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C’avete presenti i film belli? Quelli che sono belli per tutti i palati e per tutte le età? Ecco questo è uno di quelli. Di quei cult anni ‘90 che li riconosci lontano un chilometro, che ti catturano dalla prima inquadratura e ti trascinano esattamente nell’anno in cui sono stati girati, perché jeans, marche e dialoghi sono culturalmente e visceralmente impregnati di quel momento storico. La forza dei cult però non ti trascina solo indietro, ma ti fa guardare avanti, ti scalda il cuore, ti fa sorridere, ti fa commuovere e ti fa pensare che per quanti cult anni ‘90 tu possa aver visto, saranno comunque troppo pochi rispetto a quanti ne vorrebbe il tuo organismo. “Will Hunting - Genio Ribelle” è una bella prova degli allora giovanissimi e magnetici Matt Damon e Ben Affleck che hanno scritto la sceneggiatura Premio Oscar (e hanno interpretato rispettivamente protagonista e migliore amico), è una grande prova per Gus Van Sant che firma la regia del suo film più acclamato ed è Oscar (strameritato) per quell’insostituibile genio che era Robin Williams (Miglior Attore Non Protagonista all’edizione del 1998, quando Titanic sbancò praticamente in tutte le categorie). È un film che insegna tanto pur non essendo didattico, è un film fortemente morale senza essere minimamente moralista, è un bel film, di quelli che devi vedere e far vedere e tutti diranno: “che bel film m’hai consigliato”.
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venerdì 5 agosto 2016
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ottima sceneggiatura
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Gran bel fim, sscritto molto bene
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entropy
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martedì 1 dicembre 2015
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imperdibile
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Uno dei migliori film di sempre, il migliore nel suo genere. Un grande Matt Damon e un ancor più grande Robin Williams. A completare il già immenso cast c'è Ben Affleck, che fa bene il suo. Bellissima la disputa psicologo/professore e il confronto tra i due geni del film: Matt Damon e Robin Williams. Bellissimo il monologo sulla panchina. Dialoghi impeccabili, attori da oscar, scenoggiatura eccellente. Grazie per questo bellissimo film, toccante e avvincente.
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