simone
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mercoledì 12 settembre 2007
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ottimo
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uno dei tanti aspetti dell'amore, un'amore sofferto tra due persone che non sono state aiutate dal destino ma che il caso ha voluto fare incontrare, dove il tempo diventa nulla e pur non essendoci un continuo contatto tra i due l'amore non si affievolisce ma perdura negli anni vivendo nei ricordi di quei pochi giorni passati assieme. ottimo film ottima regia ottimi gli attori...
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liana
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sabato 19 maggio 2007
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l'amore struggente che dura una vita...
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Penso che quando si trova un incontro di anime,un amore vero può nascere già al primo sguardo, ed è ciò che è successo a Francesca e a Robert, ma può succedere a tanti. Il logorio di un sentimento vero, se soffocato per qualsiasi motivo, può accompagnarci per tutta la vita, perché appunto è inespresso e non se ne ha una vera e propia conoscenza pratica, quotidiana ed evolutiva....L'Amore è una conquista esistenziale e questa ne è una rappresentazione inimitabile*****
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nicorex
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sabato 12 maggio 2007
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le pause i silenzi la pudicizia dell'amore
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L'ho voluto vedere 2 volte con la cuffia stereo, in casa, per sentire i dialoghi e percepire l'odore del film.Ho recepito le pause nella recitazione, i silenzi che evidenziavano i movimenti del corpo che recitavano al posto della parola, il ritmo cadenzato della pudicizia del vero amore sul quale incombe la realtà dei figli, del marito, insomma della famiglia senza alcun strappo "romanzesco". Un film ambientato nello sperduto e desolato Ohio americano, ma imbevuto di sana italianità nella figura di Francesca che ricorda con struggente nostalgia la magica Bari, la stazione ed il bar che sta di fronte e quel caffé dove si mangiano degli stupendi arancini e quella strada che guarda verso la chiesa (S.
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L'ho voluto vedere 2 volte con la cuffia stereo, in casa, per sentire i dialoghi e percepire l'odore del film.Ho recepito le pause nella recitazione, i silenzi che evidenziavano i movimenti del corpo che recitavano al posto della parola, il ritmo cadenzato della pudicizia del vero amore sul quale incombe la realtà dei figli, del marito, insomma della famiglia senza alcun strappo "romanzesco". Un film ambientato nello sperduto e desolato Ohio americano, ma imbevuto di sana italianità nella figura di Francesca che ricorda con struggente nostalgia la magica Bari, la stazione ed il bar che sta di fronte e quel caffé dove si mangiano degli stupendi arancini e quella strada che guarda verso la chiesa (S.Nicola?).Si "sente" subito in Robert-Eastwood, attore-regista, l'amore per l'Italia che conosce in tutti i suoi intimi sapori particolari ed alla quale é legato da vincoli affettivi di corposo ed indimenticabile significato.Ne esce fuori un film giustamente lungo, dove nulla si perde o é lasciato al caso:la scena finale di Francesca che stringe la maniglia dell'auto per uscire, dove viene dettagliato persino la mano diventata livida per lo sforzo, il pianto sommesso e pudico di una ineguagliabile Meryl Streep ai livelli della "Scelta di Sophie", la splendida musica jazz della quale Clint Eastwood é un autentico ed ineguagliabile cultore, i continui andare e venire dal passato dei due figli in crisi con i propri coniugi, la piccola lezione della vita che é quella che comunque si sceglie di vivere,ossia la vera eredità che Francesca lascia ai suoi figli, dopo la splendida,minimale inquadratura della morte del marito Richard da lei abbracciato veramente con amore.Sembra un film c.d. strappa-lacrime, ma tale non é per la straordinaria bravura di Clint Eastwood che recita -come ho detto prima- con i silenzi e le pause, al pari di Meryl Streep che sulla scena "recita" con i movimenti del suo corpo, ineguagliabile nella speciale sua capacità di "cambiare" i connotati del suo portamento, ora contadina sola nella fattoria, ora teneressima e sensuale ragazza nel ballo con Robert prima nel locale-jazz poi in casa.
E poi il divenire del film tutto sospeso tra i quattro giorni di assenza della famiglia e quello che deve succedere alla fine della parentesi. Si avverte subito che Francesca quella valigia, già pronta, non la porterà mai via né porterà via il suo corpo che ha dolcemente vibrato nel suo specchiarsi da sola dopo tanti anni, sicuramente senza averlo mai fatto prima.Andrà via soltanto la sua anima,anche se la mente resterà inchiodata alla quotidianità domestica dei due figli e del buon marito Richard.E come contrappasso Robert il quale con sconvolgente tenerezza le grida -si badi bene senza alzare la voce- che questa cosa per lui é capitata una sola volta nella sua vita. Non poteva non finire diversamente nella vera scena finale quando Francesca intravede l'auto di Robert e Robert é fuori alla ricerca del suo sguardo e di una risposta:la loro risposta sarà soltanto un sorriso tanto tenero, tanto nascosto, tanto pudìco, tanto vero, tanto dirompente nella sua semplicità, cui fa da vero suggello finale l'auto di Robert o meglio il fanalino posteriore sinistro che,lampeggiando, indica la svolta e quindi il definitivo distacco.La critica é stata molto severa con questo film,non cogliendone il significato vero dell'amore "vero".
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francy
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mercoledì 28 marzo 2007
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meraviglioso
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la miglior storia d'amore nella storia del cinema,non banale,non romantica,non strappalacrime,non melensa ma perfetta
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paolo ciarpaglini
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giovedì 4 gennaio 2007
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i ponti dei sogni.
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Il film è un racconto, vissuto interamente attraverso i tre diari che Francesca (una strepitosa Meryl Streep), fa ritrovare volontariamente ai suoi due figli, dopo la sua morte. Tutto accade in un a calda estate dell'Ohio, mentre loro ancora adolescenti vanno ad una fiera di bestiame con il padre. Buon uomo, marito e perfetto padre di famiglia. Francesca, di origine italiana, è una madre che possiede, tranquillità, due figli, un marito ' modello'. Tutto ciò sembra perfetto, ma in lei pesa una scelta fatta ancor giovane, mancano le attenzioni che desidera, non l'affetto, ma quel non so che. Giunta ad una età in cui si inizia a guardare a ciò che potremmo o avremmo voluto avere, soffre di rimpianto, di una vita che si è costruita ma che sembra non desiderare, non soddisfarla più.
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Il film è un racconto, vissuto interamente attraverso i tre diari che Francesca (una strepitosa Meryl Streep), fa ritrovare volontariamente ai suoi due figli, dopo la sua morte. Tutto accade in un a calda estate dell'Ohio, mentre loro ancora adolescenti vanno ad una fiera di bestiame con il padre. Buon uomo, marito e perfetto padre di famiglia. Francesca, di origine italiana, è una madre che possiede, tranquillità, due figli, un marito ' modello'. Tutto ciò sembra perfetto, ma in lei pesa una scelta fatta ancor giovane, mancano le attenzioni che desidera, non l'affetto, ma quel non so che. Giunta ad una età in cui si inizia a guardare a ciò che potremmo o avremmo voluto avere, soffre di rimpianto, di una vita che si è costruita ma che sembra non desiderare, non soddisfarla più. Proprio in quei quattro giorni in cui la famiglia è partita e lei è 'ancor' più sola, vede giungerere dalla strada polverosa un furgoncino, con un uomo alla guida. Si ferma e le chiede indicazioni, " mi scusi, sà dirmi dove..ho la netta impressione di essermi perduto". Inizia tutto così. Quattro giorni che vedono esplodere un amore travolgente, profondo. Robert è un'affascinante uomo di mezza età, solo, che non ha mai pensato seriamente alla famiglia. In un crescendo di passione, di attimi, ore, all'inizio vissuti con senso di colpa da lei, e con naturalezza da lui. "Francesca..non stiamo facendo niente di male..niente che non potrai raccontare ai tuoi figli". Sì parte tutto così, ma senza accorgersene, le loro anime combaciano perfettamente. I ponti di legno, immersi nella vegetazione..sembra quasi di avvertire il loro odore, il caldo afoso, si è coinvolti nella loro stessa passione, disperata, ultima frontiera, oltrepassata la quale non vi è ritorno. O si resta al di quà, o la si oltrepassa gettando però tutto alle spalle. Quando il quarto ed ultimo giorno giunge, sembra impossibile che possano dividere le loro strade, "lasciar morire, quello che una sola volta nella vita si incontra". Francesca ha già fatto le valige, ma tutti e due sanno che non compirà quel passo. Il monologo della Streep, che cerca di darsi una spiegazione al perchè si trovi davanti ad una simile, impossibile, ingiusta scelta è un pezzo di rarissima recitazione, intensità ed intelligenza cinematografica. Non sembra più neppure un film, tanto è verosimile tutto, alla sordità della vita. Il loro incontro e l'insopportabile dolore del distacco, disperato. Ma è una riflessione giusta, Francesca teme che quella magia vissuta possa essere nata per dover morire in quel breve lasso di tempo. "Se partiremo forse non resterà tutto come adesso.., è un uomo così buono, non ha mai fatto del male a nessuno.., non sopravviverebbe alle chiacchere della gente". Robert si trattiene ancora qualche giorno in paese, lei sembra ormai rassegnata, ma davanti ad un bar dove il marito parcheggia e scende, lei è in macchina. Piove a dirotto, "forse mi avrà già dimenticata" ha pensato poco prima. Ma dal finestrino semiaperto vede Robert che zuppo di pioggia, dall'altro lato della strada la guarda, immobile, come ad attendere una risposta, 'un lungo sguardo, un sorriso appena accennato, Robert capisce'. Sale sul furgone e parte. Il marito di Francesca risale in macchina e partono, ma al semaforo rosso, Robert è lì, davanti a lei. " Lo vidi cercare qualcosa nel cruscotto", era la croce con dietro inciso il nome, "Francesca". Il semaforo verde, la mano di lei stà per aprire lo sportello. Un finale che devasta l'animo.
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luca bg
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venerdì 17 novembre 2006
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francesca
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Io avevo tanti pregiudizi nel senso che amo tutti i film di Clint, ma quando ho letto sul retro della cassetta ceh era un film romantico, mi sono fatto un pò di storie perchè non lo vedevo in questa veste, ecco che alla fine del film mi sono completamente ricreduto, avrei voluto che non finisse la loro storia che seppur brevissima sembrava durasse da un'eternità.
Lui ha saputo dirigere la Streep con grande maestria e anche sensualità, geniale la voce fuoti campo di lei che racconta e ti sembra che nel film tutto sia irreale e loro sospesi nel vuoto come quando ti innamori da ragazzo e ti sembra di essere al settimo cielo.
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roberta
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martedì 17 ottobre 2006
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un film che ti fa sognare
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e' uno dei piu bei films che abbia mai visto e il libro non è da meno
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nigel mansell
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lunedì 28 agosto 2006
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avevo dei pregiduzi
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Avevo dei pregiudizi, invece il film mi è piaciuto.
Mi piacerebbe vederlo in lingua originale per gustare l'imbarazzo di Meryl di fronte allo straniero.
Uno dei primi lavori di un regista che per me è diventato impareggiabile.
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sergey
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martedì 22 agosto 2006
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storia bellissima
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Qualcuno mi puo' dire finalmente, se si tratta di una storia vera o inventata di sana pianta da uno scrittore? Nella prefazione del romanzo l'autore asserisce di essere stato contattato dai figli di Francesca e che anche loro abbiano partecipato alla stesura del romanzo. In quest' ultimo non figura affatto la famosa scena della pioggia, ne quella della figura femminile additata come adultera dal paese. Conunque grande la Streep. Pero'che bello sarebbe se una donna come Francesca fosse realmente vissuta. CIAO.
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(di eldorado)
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valentina
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lunedì 21 agosto 2006
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film che fa riflettere
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Ho visto il film per caso e ne sono rimasta estasiata.
La profondità,lo spessore,la nudità dell'anima che emerge da questo film è ,a dir poco, magistrale.Forse non è un film per tutti (ecco il perchè delle critiche negative tipo quel ragazzo che lo ha trovato noioso)ma solo per chi ha la capacità di leggerlo e scorgere la sentibilità,il sentimento,la passione sconvolgente che può durare una intera esistenza,la rinuncia per amore stesso,la maturità di una storia d'amore impossibile.Un film che fa riflettere.
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(di irene simonetti)
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(di irene simonetti)
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