laurence316
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martedì 11 luglio 2017
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emozionante dramma carcerario dal re dell'horror
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Scritto da Darabont sulla base di un racconto di Stephen King contenuto nell'antologia Stagioni diverse, Le ali della libertà (o meglio The Shawshank Redemption) è un film carcerario perfettamente bilanciato, che riesce a coniugare le convenzioni del genere con le novità (il fatto che il protagonista sia una vittima, ad esempio), presentando personaggi di sicura presa (oltre a Dufresne, "Red", Heywood, Brooks, Tommy Williams), un'ottima sceneggiatura, una buona regia, perfetti scenari (quella che nel film è la prigione di Shawshank, nel Maine, è in realtà una prigione situata nell'Ohio, utilizzata per le riprese) e un ritmo serrato.
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Scritto da Darabont sulla base di un racconto di Stephen King contenuto nell'antologia Stagioni diverse, Le ali della libertà (o meglio The Shawshank Redemption) è un film carcerario perfettamente bilanciato, che riesce a coniugare le convenzioni del genere con le novità (il fatto che il protagonista sia una vittima, ad esempio), presentando personaggi di sicura presa (oltre a Dufresne, "Red", Heywood, Brooks, Tommy Williams), un'ottima sceneggiatura, una buona regia, perfetti scenari (quella che nel film è la prigione di Shawshank, nel Maine, è in realtà una prigione situata nell'Ohio, utilizzata per le riprese) e un ritmo serrato.
Claustrofobico e violento al punto giusto, è un racconto realistico e talvolta spietato (alcuni passaggi sono molto più duri rispetto al racconto), e rappresenta sicuramente uno dei migliori esordi alla regia degli anni '90. Certamente, è un film leggermente contro corrente: presenta un titolo non proprio esaltante, dura ben 2 ore e venti e, inoltre, non ha praticamente alcuna scena d'azione. E' un racconto lento, scandito dal pacato timbro della voce di Red, in cui il protagonista è sempre visto dal punto di vista di un qualche altro personaggio. Questo aggiunge un'aura di mistero intorno alla sua figura, porta lo spettatore a porsi delle domande sul suo passato e sicuramente dona quel qualcosa in più al film, gli permette di non scadere nella banalità, di distinguersi da altri convenzionali esempi del genere.
Forse proprio a causa del suo ritmo lento e della quasi totale mancanza di azione, Le ali della libertà non ottiene un grande successo durante la distribuzione nelle sale, ma si afferma nel mercato dell'home-video, diventando presto un cult movie, un vero fenomeno, finendo ad occupare il primo posto nella top 250 dei migliori film secondo gli utenti dell'Internet Movie Database (un po' esageratamente).
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[+] capolavoro assoluto
(di salva66)
[ - ] capolavoro assoluto
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mystic
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sabato 27 ottobre 2012
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capolavoro di altri tempi
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Tutto inizia quando Andy Dufresne (Tim Robbins) viene condannato a due ergastoli per l'omicidio della moglie e del suo amante. La pena viene scontata a Shawshank, prigione statale in cui avvengono fatti terribili. Per Andy comincia una nuova vita in cui non solo dovrà trovare ragioni e obiettivi per combattere la depressione, ma anche difendersi dalle umiliazioni e torture che turbano la sua permanenza. Come se non bastasse dovrà inserirsi in una società chiusa, dove è stato bruscamente catapultato.
Le ali della libertà è un film che parla di speranza, motore di ogni sogno di libertà, in cui l'interrogativo più opprimente è, per l'appunto: vale la pena di sperare? Veniamo proiettati in una realtà che dimostra la forza morale dell'uomo (e nello stesso tempo fisica), che deve essere usata con intelligenza.
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Tutto inizia quando Andy Dufresne (Tim Robbins) viene condannato a due ergastoli per l'omicidio della moglie e del suo amante. La pena viene scontata a Shawshank, prigione statale in cui avvengono fatti terribili. Per Andy comincia una nuova vita in cui non solo dovrà trovare ragioni e obiettivi per combattere la depressione, ma anche difendersi dalle umiliazioni e torture che turbano la sua permanenza. Come se non bastasse dovrà inserirsi in una società chiusa, dove è stato bruscamente catapultato.
Le ali della libertà è un film che parla di speranza, motore di ogni sogno di libertà, in cui l'interrogativo più opprimente è, per l'appunto: vale la pena di sperare? Veniamo proiettati in una realtà che dimostra la forza morale dell'uomo (e nello stesso tempo fisica), che deve essere usata con intelligenza.
Questo è solo il secondo film di Darabont, eppure il regista si destreggia con la padronanza di un veterano. E se si può dire che il film al cinema in termini di incassi fu una delusione, non possiamo dire altrettanto della capacità che ha avuto di imporsi come una delle migliori opere di sempre. La magistrale interpretazione di Robbins e il fascino di Freeman, in un ruolo che incarna la perfezione, accrescono il livello di un film emozionante e commovente, ma non triste. E a ben pensarci, nessuno avrebbe potuto sopportare un finale senza happy end.
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nigatto
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giovedì 27 aprile 2017
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l'innocenza dietro le sbarre
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Accusato di omicidio, un vice direttore di una banca viene condannato a due ergastoli e rinchiuso nella prigione di shon shen.
Qui subisce soprusi e angherie, fino a quando, grazie alla sua conoscenza nel settore delle imposte e in campo tributario, entra a far parte dei privilegi concessi dal comandante delle guardie e dal direttore del carcere, persone losche e senza scrupoli.
Un film dove si intrecciano storie di amicizia, vicende umane dai contorni psicologici, colpi di scena e soprattutto un grande finale.
Ottime la scenografia e la fotografia
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fabio1957
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giovedì 18 giugno 2015
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eccellente
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Film carcerari,da Alcatraz in poi ne hanno fatti a bizzeffe,alcuni meno, altri più riusciti,il filone è prolifico,tuttavia qui siamo di fronte ad un capolavoro assoluto,che si stacca e si alza sopra tutti gli altri.Non è un caso, che è tratto da un racconto di S.King.La storia carica di suggestioni,atmosfere cupe, inquietanti,con personaggi sqallidi,duri,venali ,meschini ma a volte anche pieni di umanità, si dipana con grazia ed eleganza attraversata e accompagnata da un momologo,voce fuori campo,straordinario per contenuti e riflessioni sulla vita,sull'uomo,sulla speranza.Inno alla vita,alla giustizia,alla tenacia,grido d'amore in mezzo alla violenza cieca,barbara il più delle volte gratuita.
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Film carcerari,da Alcatraz in poi ne hanno fatti a bizzeffe,alcuni meno, altri più riusciti,il filone è prolifico,tuttavia qui siamo di fronte ad un capolavoro assoluto,che si stacca e si alza sopra tutti gli altri.Non è un caso, che è tratto da un racconto di S.King.La storia carica di suggestioni,atmosfere cupe, inquietanti,con personaggi sqallidi,duri,venali ,meschini ma a volte anche pieni di umanità, si dipana con grazia ed eleganza attraversata e accompagnata da un momologo,voce fuori campo,straordinario per contenuti e riflessioni sulla vita,sull'uomo,sulla speranza.Inno alla vita,alla giustizia,alla tenacia,grido d'amore in mezzo alla violenza cieca,barbara il più delle volte gratuita.E infine il riscatto di un uomo disperato ma mai domo e soprattutto animato dalla speranza più grande di tutte,quella della libertà
Non si può non vedere
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piernelweb
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domenica 2 dicembre 2007
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sceneggiatura e interpreti al top
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Un classico degli anni 90 tratto da un racconto di Stephen King "Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank" che racconta le vicessitudini Andy Dufresne condannato ingiustamente all'ergastolo per l'omicidio della moglie e del suo amante. Darabont segue gli schemi della narrazione classica, con una netta distinzione tra buoni e cattivi, per la quale l'atto (nascosto allo spettatore) di ricerca della fuga dal carcere ed il conseguente lieto fine è giustificato da una colpa ingiusta. La sceneggiatura è impeccabile e la regia ne ripercorre gli sviluppi con mestiere, amministrando accelerazioni e ralenti e garantendo un'interesse crescente in chi guarda. I due maggiori interpreti, in ottima forma, contribuiscono alla riuscita dello spettacolo.
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Un classico degli anni 90 tratto da un racconto di Stephen King "Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank" che racconta le vicessitudini Andy Dufresne condannato ingiustamente all'ergastolo per l'omicidio della moglie e del suo amante. Darabont segue gli schemi della narrazione classica, con una netta distinzione tra buoni e cattivi, per la quale l'atto (nascosto allo spettatore) di ricerca della fuga dal carcere ed il conseguente lieto fine è giustificato da una colpa ingiusta. La sceneggiatura è impeccabile e la regia ne ripercorre gli sviluppi con mestiere, amministrando accelerazioni e ralenti e garantendo un'interesse crescente in chi guarda. I due maggiori interpreti, in ottima forma, contribuiscono alla riuscita dello spettacolo. Entrata nell'immaginario cinematografico la sequenza nella quale Robbins ormai libero alza le mani al cielo sotto il diluvio. Mancano quei lampi nella regia che ne avrebbero fatto un capolavoro assoluto, ma nonostante ciò è impossibile non considerarlo, comunque, un grande film.
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aristoteles
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venerdì 24 luglio 2015
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la speranza è la migliore delle cose
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Bellissimo Film sulla vita carceraria e l'amicizia.
Fa riflettere molto , in particolare sullo stato d'animo del prioginiero che ,ora dopo ora,giorno o dopo giorno , è costretto quotidianamente a ripetere sempre le stesse azioni , a vedere sempre le stesse cose, fino a quando privato della speranza e della dignità, finisce quasi per sentirsi protetto dalle mura che lo circondano ,perchè ormai le conosce meglio di quanto conosca se stesso.
Si sviluppano quindi dinamiche simili a quelle di un piccola comunità ,dove si scommettono sigarette su chi molla per primo, c'è il rivenditore di oggetti , il gruppo dei cattivi ,dei sovversivi ,etc.
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Bellissimo Film sulla vita carceraria e l'amicizia.
Fa riflettere molto , in particolare sullo stato d'animo del prioginiero che ,ora dopo ora,giorno o dopo giorno , è costretto quotidianamente a ripetere sempre le stesse azioni , a vedere sempre le stesse cose, fino a quando privato della speranza e della dignità, finisce quasi per sentirsi protetto dalle mura che lo circondano ,perchè ormai le conosce meglio di quanto conosca se stesso.
Si sviluppano quindi dinamiche simili a quelle di un piccola comunità ,dove si scommettono sigarette su chi molla per primo, c'è il rivenditore di oggetti , il gruppo dei cattivi ,dei sovversivi ,etc.
E non mancano i momenti di "festa" ovvero una birra gelata e la possibilità di ascoltare un brano musicale.
Il detenuto Andy ,si distacca dalla massa, non solo per la sua ingiusta condizione , ma anche per cultura ed intelligenza e che non perderà mai la speranza ,nonostante due ergastoli, di poter cambiare le cose.
Fa amicizia solo con uomo ,Red (interpretato magnificamente da Freeman) perchè probabilmente lo riconosce come solo ad essersi realmente pentito di quanto commesso in gioventù.
Ed è una grande amicizia che si rivelerà veritiera nello splendido finale.
Da vedere e rivedere.
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samanta
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domenica 5 maggio 2024
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una speranza che dura 20 anni
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Il film del 1994 ha la regia di Frank Darabont un direttore con un un curriculum modesto con un successo (Il miglio verde) e un notevole flop commerciale e di critica (The Majestic). Appartiene a quel periodo (anni 1980-90)in cui Hollywood riuscì a risollevare le sorti che appariva in declino grazie alla proposta di idee e sceneggiature intelligenti, a titolo di esempio negli anni '90: Forrest Gump, Ricomincio da Capo, Pulp fiction,Truman show. Le ali della liberta è allo stesso tempo una commedia drammatica sulla vita in carcere e un giallo, il soggetto è di Stephen King e la sceneggiatura è della stesso regista.
Andy Dufresne (Tim Robbins) funzionario di banca viene condannato a 2 ergastoli, per avere ucciso la moglie e il suo amante mentre facevano sesso, lui si dichiara innocente ma non riesce ad avere una difesa adeguata.
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Il film del 1994 ha la regia di Frank Darabont un direttore con un un curriculum modesto con un successo (Il miglio verde) e un notevole flop commerciale e di critica (The Majestic). Appartiene a quel periodo (anni 1980-90)in cui Hollywood riuscì a risollevare le sorti che appariva in declino grazie alla proposta di idee e sceneggiature intelligenti, a titolo di esempio negli anni '90: Forrest Gump, Ricomincio da Capo, Pulp fiction,Truman show. Le ali della liberta è allo stesso tempo una commedia drammatica sulla vita in carcere e un giallo, il soggetto è di Stephen King e la sceneggiatura è della stesso regista.
Andy Dufresne (Tim Robbins) funzionario di banca viene condannato a 2 ergastoli, per avere ucciso la moglie e il suo amante mentre facevano sesso, lui si dichiara innocente ma non riesce ad avere una difesa adeguata. Andy è rinchiuso in un carcere in cui c'é un'atmosfera da incubo diretto dal cinico e corrotto Norton (Bob Gunton buon caratterista: Nome in codice: Broken arrow, La tempesta perfetta, Il caso Thomas Crawford). Il carcere è diviso in bande, Andy chiuso e in troverso, si difende da tentativi di violenza, ma poi l'amicizia con uno dei capi: Red (Morgan Freeman) che controlla il commercio clandestino gli consente spazi di libertà, la sua capacità fiscale e finanziaria gli fa conoscere la simpatia deelle guardie e poi di Norton che dopo averlo maltrattato ferocemente lo fa suo consulente, in altri termini deve tenere la contabilità e gli investimenti delle mazzette che gli danno gli apaltatori, per riconoscenza lo nomina responsabile della biblioteca al posto del vecchio Brooks (James Whitmore noto attore: Bastogne, Prima dell'uragano, Squadra omicidi sparate a vista) che sta per essere rilasciato dopo 50 anni di prigione. Un nuovo carcerato rivela che un compagno di cella di cui cui fa il nome gli aveva confessato, dando i dettagli, di avere ucciso la moglie di Andy e il suo amante, informato da Red va dal direttore che temendo che se esce riveli le sue malefatte rifiuta di aiutarlo e fa uccidere il carcerato. Tim dopo 20 anni di carcere non solo riesce a fuggire con una fuga preparato da sempre, ma anche a sottrarre da tutti i conti correnti del direttore i soldi delle mazzette, mandando tutta la documentazione alla polizia che arresta Norton e i suoi complici. Lo raggiungerà in un'isola dei Caraibi il vecchio amico Red.
Le ali della libertà è uno dei migliori film di quel periodo di grazia per il cinema americano, a prescindere dal soggetto (Stephen King è sempre una garanzia di qualità) la vicenda è esposta in un modo lineare e contemporaneamente intrigante, Andy si dichiara innocente ma per buona parte della pellicola rimane sempre un dubbio, questo non crea suspense ma accresce l'interesse dello spettatore coinvolto nelle vicende claustrofobiche del carcere. I carcerati riescono a salvarsi in un ambiente duro mantenendo la propria umanità e confermando il principio che l'uomo riesce ad adattarsi a qualsiasi ambiente creandosi i suoi spazi di libertà oltrechè di sopravvivenza; commovente la vicenda di Brooks che liberato dopo 50 anni non riesce ad adattarsi alla vita libera e si impicca ad una trave. Il colpo di scena finale svela come Andy che si era fatto comprare un minuscolo martellino per minerali avesse scavato pazientemente per 20 anni la roccia della cella, Andy era un uomo riservato anche perché essendo innocente aveva progettato fin dal primo giorno di carcere di fuggire sperando sempre nella libertà. La direzione di Frank Darabont è accorta e sicura non scivola nel pietismo o nella violenza gratuita ma colloca ogni pedina la suo posto avvvalendosi di una recitazione complessiva di eccellenza a cominciare da Morgan Freeman star assoluta del cinema, ma anche Tim Robbins (Oscar come migliore attore n.p. per Mistic River) è bravissimo interpretando un personaggio difficile e complesso che all'inizio appare ambiguo, ma che poi si rivela scaltro, Bob Gunton è un perfetto direttore di prigione perfido e criminale, James Whitmore è un commovente anziano cacerato creando una figura che rimarrà nella storia del cinema. Il film che è un capolavoro lancia un messaggio di speranza: nella vita anche nelle situazioni più difficili con l'intelligenza e la volontà si può ottenere una vita migliore
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giovanni morandi
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mercoledì 28 settembre 2022
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regista debutta col botto. giovanni morandi
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Il 14 ottobre 1994 il film “ Le ali della libertà" usciva nelle sale USA, per il quale Tim Robbins e Morgan Freeman offrirono grandi interpretazioni. Specialmente Robbins meritava l'Oscar (altra sua eccezionale interpretazione, per la quale ottenne la nomination, Mystic River-2003- diretto da Clint Eastwood)
Frank Darabont, con una storia tratta da un racconto di Stephen King, firma il suo debutto sul grande schermo con una pellicola leggendaria e destinata a rimanere nella storia del cinema. Una storia carceraria, dove prevale però il tema dell'amicizia.
La rivista Empire lo ha collocato al quarto posto nella lista dei cinquecento migliori film della storia, mentre l'American Film Institute lo ha inserito al settantaduesimo posto nella lista dei cento migliori film statunitensi di tutti i tempi; sul sito IMDB è primo nella classifica dei duecentocinquanta migliori film di tutti i tempi.
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Il 14 ottobre 1994 il film “ Le ali della libertà" usciva nelle sale USA, per il quale Tim Robbins e Morgan Freeman offrirono grandi interpretazioni. Specialmente Robbins meritava l'Oscar (altra sua eccezionale interpretazione, per la quale ottenne la nomination, Mystic River-2003- diretto da Clint Eastwood)
Frank Darabont, con una storia tratta da un racconto di Stephen King, firma il suo debutto sul grande schermo con una pellicola leggendaria e destinata a rimanere nella storia del cinema. Una storia carceraria, dove prevale però il tema dell'amicizia.
La rivista Empire lo ha collocato al quarto posto nella lista dei cinquecento migliori film della storia, mentre l'American Film Institute lo ha inserito al settantaduesimo posto nella lista dei cento migliori film statunitensi di tutti i tempi; sul sito IMDB è primo nella classifica dei duecentocinquanta migliori film di tutti i tempi.
È la straordinaria storia di un innocente, detenuto, condannato per omicidio della moglie e del suo amante.
Robbins impersona un personaggio "chiuso", diverso da tutti gli altri detenuti e attrae l'attenzione di Freeman (altro prigioniero, diventato una sorta di illegale 'economo' per gli altri detenuti).
Tra i due si instaura una forte amicizia, ma Robbins è anche preso di mira anche da altri che lo violentano ripetutamente.
Ma Robbins è un esperto contabile ed inizierà ad aggiudicarsi simpatie oltreché tra i detenuti anche ai secondino, ai quali redige la dichiarazioni dei redditi e da consigli finanziari.
Ma queste sue capacità destano interesse anche al direttore, che per anni si serve di lui, per gli appalti "sporchi" che pone in essere, il tutto versando in vari c/corrente il ricavato a nome di un personaggio inesistente, inventato da Robbins, con la massima cura della sua falsa identità, con tanto dei dati della previdenza sociale,ecc.
Poi viene trasferito nel nostro carcere un detenuto che conosce il vero colpevole del reato per il quale è condannato Robbins.
Ma il Direttore non vuole riaprire il caso e fa uccidere quel detenuto .
Robbins che negli anni ha scavato un tunnel, che tramite le fognature finisce in un torrente, decide di fuggire, recandosi poi a prelevare il denaro accumulato nei conti bancari del personaggio da lui stesso inventato e manda, anonimamente, la polizia ad arrestare il Direttore, che, disperato si toglie la vita
Nel frattempo Freeman dopo l'ennesimo riesame per la concessione della libertà condizionata, viene finalmente giudicato idoneo e raggiungerà l'amico Robbins
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alejazz
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domenica 28 aprile 2019
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ingegno e cultura utili per tentare un’evasione
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Andy, bancario affermato e uomo di cultura, viene condannato a due ergastoli per aver ucciso moglie e amante. Una volta giunto nel carcere, si fa subito notare per la sua aria distinta e di chi ha la puzza sotto al naso. Non stringe particolarmente amicizia con gli altri detenuti se non con Red (Morgan Freeman) il quale implicitamente gli è complice per il suo progetto: evadere dal carcere. Così Andy sfruttando la sua cultura e ingegno parallelamente da un lato diventa curatore di una ricca biblioteca del carcere, si fa voler bene dai detenuti, dal corpo di guardia e dal direttore ma nello stesso tempo all’insaputa di tutti scava una galleria che lo porta verso la libertà.
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Andy, bancario affermato e uomo di cultura, viene condannato a due ergastoli per aver ucciso moglie e amante. Una volta giunto nel carcere, si fa subito notare per la sua aria distinta e di chi ha la puzza sotto al naso. Non stringe particolarmente amicizia con gli altri detenuti se non con Red (Morgan Freeman) il quale implicitamente gli è complice per il suo progetto: evadere dal carcere. Così Andy sfruttando la sua cultura e ingegno parallelamente da un lato diventa curatore di una ricca biblioteca del carcere, si fa voler bene dai detenuti, dal corpo di guardia e dal direttore ma nello stesso tempo all’insaputa di tutti scava una galleria che lo porta verso la libertà.
Le ali della libertà è un film che non offre particolari emozioni oppure è realizzato con tecniche cinematografiche speciali. Però ciò che lo rende un film interessante è la storia (tratta da un romanzo di Stephen King) e la tenacia e arguzia del protagonista Andy. Ricordiamo anche il candidato all’Oscar Morgan per questa pellicola e il suo ruolo cruciale da coprotagonista.
Volendo osservare una criticità, il film si presenta abbastanza lungo quasi 150’; sebbene ogni scena sia concitante e non ci sono particolari digressioni potrebbe però stancare a chi non è abituato ai lunghi film.
Consigliato: sì a pubblico 16+
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andrea zagano
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lunedì 6 maggio 2013
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c'era una volta andy dufresne...
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Un grande classico della storia del cinema contemporaneo, “Le Ali della Libertà” è stato inserito all’interno di numerose classifiche che riportano i migliori film della storia. Non vinse nessun premio Oscar quell’anno solo perché fu oscurato da “Forrest Gump” ,ricoperto invece da una pioggia di premi.
Una pellicola semplicemente fantastica che porta con sé un significato importante: anche nelle situazioni più difficili è fondamentale conservare uno spirito positivo e cercare di cavarsela utilizzando il cervello, ciò che differenzia l’uomo da qualsiasi specie animale.
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Un grande classico della storia del cinema contemporaneo, “Le Ali della Libertà” è stato inserito all’interno di numerose classifiche che riportano i migliori film della storia. Non vinse nessun premio Oscar quell’anno solo perché fu oscurato da “Forrest Gump” ,ricoperto invece da una pioggia di premi.
Una pellicola semplicemente fantastica che porta con sé un significato importante: anche nelle situazioni più difficili è fondamentale conservare uno spirito positivo e cercare di cavarsela utilizzando il cervello, ciò che differenzia l’uomo da qualsiasi specie animale.
L’altra faccia della medaglia ci racconta però che non sempre si ha il piacere di imbattersi in uomini forti e speciali, come Andy Dufresne: il povero Brooks è l’esatto opposto, l’emblema dell’uomo debole che, una volta uscito di prigione e trovatosi completamente spaesato, non ce la fa, lasciandosi travolgere da un mare di malinconia e solitudine, culminate nel suicidio.
Il film è curato nei minimi dettagli e svela tutta la sua drammaticità in alcune scene abbastanza pesanti, accompagnate da un’ottima colonna sonora. La scena più toccante de “Le Ali della Libertà” è rappresentata dalla lettura della missiva di Brooks: nel momento in cui Andy legge la lettera lo spettatore assiste tristemente alle immagini che ritraggono Brooks tornato alla vita di tutti i giorni, mentre si decide a fare quel che ha scritto di fare.
Il tema dell’amicizia è uno dei miei preferiti, ed è sviluppato in questo film come meglio non si potrebbe, focalizzandosi sul solido rapporto nato tra due persone completamente differenti ed appartenenti a razze e classi sociali diverse.
Ottima regia di Frank Darabont che si rivela un maestro nelle pellicole di ambientazione carceraria(da guardare assolutamente anche “Il Miglio Verde”). Adatta quasi sempre racconti di Stephen King alle sue pellicole e lo fa mostrando allo spettatore non il classico carcere duro caratterizzato da mille soprusi e violenze gratuite, ma quello più “intellettuale” dove la salvezza è rappresentata dalla forza del pensiero…
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