dandy
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mercoledì 7 aprile 2021
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bell''esempio di cinema distopico.
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Dal romanzo The penal colony" di Richard Herley,un film sulla scia di "1997-Fuga da New York" che riesce a intrattenere con efficacia,merito di un buon cast(a partire da Liotta) e una regia sicura che unisce spettacolo(non eccessivo) a riferimenti colti e citazioni da "Spartacus" alla saga di "Mad Max".Ritmo discreto e bel mix tra avventura e tematiche serie(la lotta per la libertà,i traumi per gli errori del passato,la possibilità di riscattarsi).Ottime le scenografie,e notevole il prologo con omicidio fulminio a sangue freddo.Il buon cinema anni'90.E' il film con cui il regista si è fatto conoscere al grande pubblico,ma pare che lo consideri mediocre(cosa che invece si potrebbe dire di vari film che ha girato dopo il 2000.
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Dal romanzo The penal colony" di Richard Herley,un film sulla scia di "1997-Fuga da New York" che riesce a intrattenere con efficacia,merito di un buon cast(a partire da Liotta) e una regia sicura che unisce spettacolo(non eccessivo) a riferimenti colti e citazioni da "Spartacus" alla saga di "Mad Max".Ritmo discreto e bel mix tra avventura e tematiche serie(la lotta per la libertà,i traumi per gli errori del passato,la possibilità di riscattarsi).Ottime le scenografie,e notevole il prologo con omicidio fulminio a sangue freddo.Il buon cinema anni'90.E' il film con cui il regista si è fatto conoscere al grande pubblico,ma pare che lo consideri mediocre(cosa che invece si potrebbe dire di vari film che ha girato dopo il 2000...)Girato nel Queensland,in nord-Australia,con artigiani e falegnami che oltre a lavorare sul set hanno fatto da comparse.
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stefano burini
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domenica 8 gennaio 2012
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fuga dal cinema
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Rozzo filmaccio fantaction diretto dall'altrove più brillante Martin Campbell, incredibilmente farraginoso nel narrare il succedersi degli eventi, colmo di incongruenze (gente che vive nella giungla da anni e ha denti perfettamente bianchi, vestiti puliti e capelli e barba in ordine) e violenze gratuite e fastidiose per ovvietà (il cattivo che finisce impalato sull'immancabile palo in legno dopo il duello finale) che cercano di colmare il vuoto cosmico creato da situazioni e personaggi completamente privi di spessore. La povertà di mezzi con cui è stato realizzato è a dir poco imbarazzante, e non c'è alcuna invenzione/intuizione che distolga l'attenzione dalla pochezza della messa in scena: nessuna frase memorabile, nessun combattimento realmente coinvolgente, caratteri scolpiti con l'accetta e una recitazione di un livello talmente basso che si stenta a crederci.
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Rozzo filmaccio fantaction diretto dall'altrove più brillante Martin Campbell, incredibilmente farraginoso nel narrare il succedersi degli eventi, colmo di incongruenze (gente che vive nella giungla da anni e ha denti perfettamente bianchi, vestiti puliti e capelli e barba in ordine) e violenze gratuite e fastidiose per ovvietà (il cattivo che finisce impalato sull'immancabile palo in legno dopo il duello finale) che cercano di colmare il vuoto cosmico creato da situazioni e personaggi completamente privi di spessore. La povertà di mezzi con cui è stato realizzato è a dir poco imbarazzante, e non c'è alcuna invenzione/intuizione che distolga l'attenzione dalla pochezza della messa in scena: nessuna frase memorabile, nessun combattimento realmente coinvolgente, caratteri scolpiti con l'accetta e una recitazione di un livello talmente basso che si stenta a crederci. Ray Liotta è meno espressivo del peggior Steven Seagal, nonché decisamente privo delle qualità minime indispensabili per farne un protagonista, il resto del cast, poi, fa ancora più pena, in testa il caricaturale Stuart Wilson nei panni di un vilain che più macchiettistico non si può. Un disastro totale e senza appelli, da evitare a costo della vita.
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