paolp78
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giovedì 3 luglio 2025
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difficile far meglio
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Riuscitissimo adattamento cinematografico del noto romanzo del 1826 dell’americano James Fenimore Cooper; la pellicola presenta numerosi elementi di assoluta eccellenza, esaltando al meglio l’ottimo classico della letteratura, da cui è pressoché impossibile ricavarne un film migliore di questo.
Michael Mann fa un lavoro davvero egregio alla regia, con inquadrature naturalisticamente molto suggestive, un esemplare utilizzo degli ottimi mezzi a disposizione, e la capacità di creare sequenze davvero esaltanti ed adrenaliniche, tra cui è impossibile non menzionare quella finale, accompagnata dall’eccezionale brano “The Gael” del musicista scozzese Dougie MacLean, che è anche il tema principale della colonna sonora, altro indiscusso punto di forza del film.
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Riuscitissimo adattamento cinematografico del noto romanzo del 1826 dell’americano James Fenimore Cooper; la pellicola presenta numerosi elementi di assoluta eccellenza, esaltando al meglio l’ottimo classico della letteratura, da cui è pressoché impossibile ricavarne un film migliore di questo.
Michael Mann fa un lavoro davvero egregio alla regia, con inquadrature naturalisticamente molto suggestive, un esemplare utilizzo degli ottimi mezzi a disposizione, e la capacità di creare sequenze davvero esaltanti ed adrenaliniche, tra cui è impossibile non menzionare quella finale, accompagnata dall’eccezionale brano “The Gael” del musicista scozzese Dougie MacLean, che è anche il tema principale della colonna sonora, altro indiscusso punto di forza del film.
Tra i meriti di Mann si deve annoverare anche il modo davvero molto convincente con cui vengono rese le scene di guerra, sia quelle con i mortai durante l’assedio del forte inglese, che quelle dei combattimenti sul campo.
La storia d’amore è ben resa, soprattutto grazie alla solita grande interpretazione di Daniel Day-Lewis, che ci mette intensità espressiva e forza magnetica.
Il resto del cast non è allo stesso livello del protagonista e probabilmente per alcuni ruoli si potevano cercare interpreti migliori, come per la parte della protagonista femminile andata alla bella, ma poco espressiva Madeleine Stowe. Il mitico personaggio di Chingachgook, l’ultimo dei Mohicani che appunto dà il nome all’opera, è ben interpretato da Russell Means, attore di origini nativo americane (precisamente di etnia oglala), mentre il più noto Wes Studi, anch’egli discendente da una famiglia indiana (cherokee), interpreta il truce Magua. Si ricordano nel resto del cast Jodhi May, Steven Waddington, Maurice Roëves, Patrice Chéreau ed Eric Schweig. Seppur in una parte minore, merita infine una menzione il noto e riconoscibile caratterista britannico Pete Postlethwaite, che dopo questa pellicola lavorerà ancora al fianco di Daniel Day-Lewis nel capolavoro di Jim Sheridan “Nel nome del padre”, dove Postlethwaite ricoprirà la parte più importante della sua carriera.
Pellicola avvincente come se ne vedono poche in giro.
Ottimi i costumi.
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albert
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lunedì 3 febbraio 2025
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kolossale polpettone
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"L'ultimo dei Mohicani" si ispira al film "Il re dei pellirosse" che si rifà al libro " L'ultimo dei Mohicani" del 1826 di James Fenimore Cooper. Siamo nel 1757 e francesi e inglesi si contendono delle terre in Nord America, durante la Guerra dei sette anni. Vi sono indigeni che si schierano con gli inglesi e altri con i francesi. Michael Mann è un regista che non ha ancora fatto molti film, ma che ne annovera alcuni di grande successo commerciale, come proprio questo che stiamo or ora recensendo. È il regista di bei film come Collateral, Manhunter, Heat ma anche di film di valore discutibile come questo o il più recente Ferrari.
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"L'ultimo dei Mohicani" si ispira al film "Il re dei pellirosse" che si rifà al libro " L'ultimo dei Mohicani" del 1826 di James Fenimore Cooper. Siamo nel 1757 e francesi e inglesi si contendono delle terre in Nord America, durante la Guerra dei sette anni. Vi sono indigeni che si schierano con gli inglesi e altri con i francesi. Michael Mann è un regista che non ha ancora fatto molti film, ma che ne annovera alcuni di grande successo commerciale, come proprio questo che stiamo or ora recensendo. È il regista di bei film come Collateral, Manhunter, Heat ma anche di film di valore discutibile come questo o il più recente Ferrari. "L'ultimo dei Mohicani" è un film molto ruffiano, perché unisce tanti ingredienti che piacciono al grande pubblico. Fotografia accattivante, molta azione, storia d'amore banalissima e ridicola per i dialoghi improponibili, attore protagonista molto avvenente, buoni e cattivi manicheisticamente suddivisi in modo chiaro. Fondamentale è che lo spettatore non debba pensare. Ma la valutazione di questo polpettone non può essere manichea come i buoni e i cattivi del film, quindi è giusto elogiare il forte impatto visivo di questo film colorato dala fotografia molto curata, la musica che ci accompagna durante il film e che è così orecchiabile da risultare familiare anche anni dopo. Day-Lewis recita in modo adeguato al suo ruolo ed anche i costumi sono congrui. Però il melodrammatico incombe a rendere poco credibile la maggior parte dei personaggi, senza mai, non dico approfondire, neppure sfiorare una benché minima dimensione psicologica. Vista la netta sopravvalutazione di questo kolossal-polpettone, qualcuno è arrivato a considerarlo un capolavoro. Allora Barry Lindon con che sostantivo o aggettivo lo potremmo definire. Un po' di senso della misura please.
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qisoneb
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domenica 26 luglio 2020
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last mohican, che storia.
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storia epico straordinario, nonostante sia un
pò macchinolento e non abbia l'action del western film,
perplime lo spettatore, parlando per
quasi tutto il film ma poi ci si accorge che
l'ultimo dei moichani non è quello che
si pensava e si diceva magari, chi l'avrebbe detto che egli non
fosse l'ultimo dei moichani, e ci sembra una specie
di cialtronata stellare colui che con le sembianze de
l'ultimo dei mohicani soleva così mostrarsi, sorprendente
per diverse generazioni con un sound di condimento
difficile da trovare in altre pellicole del genere e di holliwood.
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dqitos
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lunedì 19 marzo 2018
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non male, colonna sonora piacevole.
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l'ultimo dei mohicani è un film intenso la colonna sonora molto
piacevole riserva qualche sorpresa sul termine del film
quando si credeva fosse quello e poi è un'altra cosa, quel
mohicano a cavallo sembra distante dal mito e resistendo malgrado
sè e gli eventi fosse anche al progresso, con la penna al vento,
quel mohicano scrive quasi sognando ormai d'essere
un giornalista tipo roseo e/o tv influenser dello schermo, è un chiaro
disdegno al progresso, lontano dal sogno classico bel film comunque.
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mike26
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sabato 5 marzo 2016
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epico
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Lunga Vita al Cinema, Lunga vita all' Ultimo dei Mohicani..Film EPICO di Michael Mann, straordinario nell'adattamento del romanzo di James Finimore Cooper.
Non starò qui a snocciolarvi la trama perche a mio modo di vedere, questo Film va visto, va sentito, va assaporato a prescindere dagli argomenti toccati, che comunque riescono a fondersi in maniera perfetta dando vita ad un escalation di emozioni.
Recitazione perfetta di tutti i componenti del Cast, Daniel day-Lewis sempre una sicurezza, riesce a calarsi nel personaggio fino quasi immedesimarsi con esso, vedi anche (il mio piede sinistro,il petroliere,gangs of New york e Lincoln).
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Lunga Vita al Cinema, Lunga vita all' Ultimo dei Mohicani..Film EPICO di Michael Mann, straordinario nell'adattamento del romanzo di James Finimore Cooper.
Non starò qui a snocciolarvi la trama perche a mio modo di vedere, questo Film va visto, va sentito, va assaporato a prescindere dagli argomenti toccati, che comunque riescono a fondersi in maniera perfetta dando vita ad un escalation di emozioni.
Recitazione perfetta di tutti i componenti del Cast, Daniel day-Lewis sempre una sicurezza, riesce a calarsi nel personaggio fino quasi immedesimarsi con esso, vedi anche (il mio piede sinistro,il petroliere,gangs of New york e Lincoln).. Bravissime le due attrici Madaline Stowe e Jodhi May, con quest' ultima che nelle scene finali ci regala uno dei primi piani più belli della storia del Cinema (da Brividi)..Colonna Sonora Magnifica di Trevor Jones che però dovette abbandonare il film e non riusci a musicare alcune scene minori del film, al suo posto Randy Adelman, ma questo comporto la non eleggibilità agli oscar per Jones (che sono convinto avrebbe vinto a mani basse).. una menzione particolare a Patrice Chèreau (il Marchese Montcalm) a mio modo di vedere una recitazione superba, a dispetto dei pochi minuti dove appare, la scena del Parlè tra lui e il Colonnello Inglese Munro è fenomenale, con una mimica facciale e delle movenze degne di un grande attore.
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ric draven
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sabato 5 marzo 2016
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emozionante
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Questo film mi appassiona ogni volta che lo rivedo (e l'ho fatto parecchie volte).
Epico, mistico, naturalistico, romantico, esteticamente sublime. Come non si può voler essere Nathaniel (Day-Lewis, come sempre, incredibile), amare Cora, stimare Chingachgook, comprendere Magua (Wes Studi è perfetto), restare indifferenti al sacrificio/riscatto del maggiore Duncan, alla scelta finale di Alice.
Moltissime le scene indimenticabili, come la colonna sonora, e l'epilogo quasi scespiriano poi, mi emoziona sempre.
Insomma, uno dei molti capolavori di Michael Mann (vedi "Manhunter", "Heat", "Insider", "Collateral", "Nemico pubblico")...
E pensare che quando lo vidi al cinema in prima visione mi lasciò perplesso.
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pajet92
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mercoledì 3 luglio 2013
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aliceeeeeee
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Io penso che lo sguardo di Alice prima di buttarsi dalla rupe sia qualcosa di sublime (nel senso artistico del termine), nonchè costituisca uno dei più bei primi piani della storia del cinema, in assoluto! Quante parole sono sostituite dal volto della povera Alice e quanto dolore e rassegnazione esprime quell'espressione!
Interpretazione magistrale da un'attrice appena sedicenne. Solo quella inquadratura vale 5 stelle al film!
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mystic
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lunedì 27 maggio 2013
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epica e amore celebrati da michael mann
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In realtà, "Scarface" di Brian De Palma non è l'unico remake di un film degli anni '30 ad essere considerato superiore all'originale. Per un giovane regista allora non del tutto conosciuto, Michael Mann, colui che poi girò "Heat" e "Nemico Pubblico", "L'ultimo dei Mohicani" del 1936 fu il primo film di cui si innamorò e che decise di riproporre sul grande schermo.
Quella di Mann è una trasposizione eccellente, dotata di una forte carica emozionale e capace di scaldare il cuore. Il regista celebra da un lato l'epica con scene di battaglie davvero azzeccate, notturni ben girati e scontri con arma da fuoco; e dall'altro l'amore inteso come forza selvaggia a capo delle imprese del protagonista Daniel Day Lewis.
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In realtà, "Scarface" di Brian De Palma non è l'unico remake di un film degli anni '30 ad essere considerato superiore all'originale. Per un giovane regista allora non del tutto conosciuto, Michael Mann, colui che poi girò "Heat" e "Nemico Pubblico", "L'ultimo dei Mohicani" del 1936 fu il primo film di cui si innamorò e che decise di riproporre sul grande schermo.
Quella di Mann è una trasposizione eccellente, dotata di una forte carica emozionale e capace di scaldare il cuore. Il regista celebra da un lato l'epica con scene di battaglie davvero azzeccate, notturni ben girati e scontri con arma da fuoco; e dall'altro l'amore inteso come forza selvaggia a capo delle imprese del protagonista Daniel Day Lewis. Il regista osserva due storie d'amore nate nello stesso contesto e cresciute nel medesimo modo, ma capaci di conclusioni severamente opposte.
Daniel Day Lewis e Madeleine Stowe ci mettono del loro per fare in modo che la pellicola decolli. Lui è l'eroe romantico e coraggioso, sempre pronto a difendere la propria amata. Lei è la bella aristocratica rigida nei confronti degli inviti dei propri spasimanti. Ma sono il maestoso tema musicale di Trevor Jones e Randy Edelman e la fotografia di Dante Spinotti a far fare il salto di qualità all'opera.
Poi Mann omaggia gli ideali e i valori: quello del sacrificio dello sconfitto (che riconoscendo la sconfitta lascia il segno con un immenso atto finale), del suicidio come affermazione e della lealtà.
I fan più accaniti di Mann, agli amanti di quelle inquadrature sinistre che ritraggono i suoi perseguitati modelli nel proprio io più vulnerabile, potranno anche non credere alle potenzialità di una pellicola che amplifica a tal punto il sentimento amoroso; al resto del pubblico, invece, il piacere di scoprire le immagini catturate da una cinepresa capace in ogni momento di lasciare il segno, grazie all'abilità di uno dei più grandi autori dei nostri giorni.
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dario fireman
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venerdì 21 dicembre 2012
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memorabile riproduzione della vita indiana
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Più passano gli anni, più questo film capolavoro di Michael Mann diventa un "cult" del cinema mondiale. i favolosi paesaggi, i meravigliosi costumi che enfatizzano quello spirito indiano ormai perso al giorno d'oggi, l'immancabile storia d'amore condita da gesti disperati, la cattiveria degli autoctoni ed allo stesso tempo il rispetto per il territorio. Interpretazione magistrale di Daniel Day-Lewis, rivelatosi adattissimo al ruolo di protagonista ed al suo primo vero "filmone" per il grande pubblico. Musiche travolgenti, specie nelle scene finali del film, dove tutto assume un'atmosfera perduta, ma che lascia il segno. Sicuramente sul podio riguardo i migliori film di tutti i tempi sugli indiani, probabilmente preceduto solo da Balla coi lupi.
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Più passano gli anni, più questo film capolavoro di Michael Mann diventa un "cult" del cinema mondiale. i favolosi paesaggi, i meravigliosi costumi che enfatizzano quello spirito indiano ormai perso al giorno d'oggi, l'immancabile storia d'amore condita da gesti disperati, la cattiveria degli autoctoni ed allo stesso tempo il rispetto per il territorio. Interpretazione magistrale di Daniel Day-Lewis, rivelatosi adattissimo al ruolo di protagonista ed al suo primo vero "filmone" per il grande pubblico. Musiche travolgenti, specie nelle scene finali del film, dove tutto assume un'atmosfera perduta, ma che lascia il segno. Sicuramente sul podio riguardo i migliori film di tutti i tempi sugli indiani, probabilmente preceduto solo da Balla coi lupi. Ennesima "frecciata" andata a segno sull'invadenza ed influenza americana sui popoli mondiali nei secoli precedenti.
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fil_ippo
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venerdì 31 agosto 2012
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secondo me come pubblico avete un po' esagerato..
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Non c'è nessun colpo di scena, è scontato. In 2 ore almeno un colpo di scena te lo aspetti invece niente. Finisce in un modo abbastanza prevedibile. E la storia non ha niente di originale. Le 2 stelline quindi sono un 4 su 10. Il 4 l'ho dato semplicemente per la colonna sonora che la trovo molto bella. Peccato perchè dopo il voto di Mymovies e il consiglio di qualche amico , pensavo di trovarmi davanti a un capolavoro =( , invece nulla di fatto. Andate a vedere invece il Patriota , quello su Mymovies è quotato più basso, ma secondo il mio personale giudizio è un film di tutt'altro livello.
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