dulcinea
|
sabato 18 marzo 2006
|
çarsonier
|
|
|
|
(Non faccio altro a volte che risentire quella poetica melodia nella mia mente, e così perdermi nei recessi più sperduti dei miei ricordi…
Non faccio altro a volte…
E ricordare della loro storia d’amore mi fa morire dentro tutte le volte… e se poi rivedo il film piango disperatamente senza ritegno…
E che qualcosa mi si smuove dentro ,come l’onda tanto leggera può smuovere la roccia,come se in me avvenisse un annullamento totale.
E che un amore , un amore così non l’avevo mai visto…..
e che un amore così non può essere nemmeno sussurrato, perche non esistono parole per descriverlo.
esiste solo l'attimo del sentimento , esiste solo l'attimo dell'abbandono alla trascinante marea che ti porta con sè.
[+]
(Non faccio altro a volte che risentire quella poetica melodia nella mia mente, e così perdermi nei recessi più sperduti dei miei ricordi…
Non faccio altro a volte…
E ricordare della loro storia d’amore mi fa morire dentro tutte le volte… e se poi rivedo il film piango disperatamente senza ritegno…
E che qualcosa mi si smuove dentro ,come l’onda tanto leggera può smuovere la roccia,come se in me avvenisse un annullamento totale.
E che un amore , un amore così non l’avevo mai visto…..
e che un amore così non può essere nemmeno sussurrato, perche non esistono parole per descriverlo.
esiste solo l'attimo del sentimento , esiste solo l'attimo dell'abbandono alla trascinante marea che ti porta con sè.
23:17)
p.s :reputo il film un grande capolavoro che riesce ad espimere appieno i sentimenti che vengonon espressi nel libro.
ma se avete visto solo il film io vi consiglio di leggere immediatamente il libro, a volte le emozioni delle parole portano ben più in la della semlice visione.
[-]
[+] l'amante
(di lena)
[ - ] l'amante
[+] tutti conoscono l amante ma non il seguito
(di giorgio)
[ - ] tutti conoscono l amante ma non il seguito
[+] non ce l'hai fatta!
(di lola)
[ - ] non ce l'hai fatta!
|
|
[+] lascia un commento a dulcinea »
[ - ] lascia un commento a dulcinea »
|
|
d'accordo? |
|
ilaria
|
sabato 28 febbraio 2009
|
passione e silenzi
|
|
|
|
Ho guardato piu' di una volta questo film e non mi ha mai stancato ed annoiato.
Lo trovo molto coinvolgente, senza grida, senza stridori... estramamente sensuale e con un'ottima fotografia.
Rimarra' sempre nel mio immaginario il bacio della ragazza sul vetro della macchina di lui.
Uno dei baci piu' passionali e sensuali senza alcun contatto.
Da notare che in quella scena si nota benissimo la tensione erotica di cui lui cade vittima solo con la tensione del viso dell'attore. Finalmente un po' di espressione e recitazione!!
[+] il silenzio dell'amore
(di mariolina.b)
[ - ] il silenzio dell'amore
[+] è una storia struggente ed impossibile
(di weach)
[ - ] è una storia struggente ed impossibile
|
|
[+] lascia un commento a ilaria »
[ - ] lascia un commento a ilaria »
|
|
d'accordo? |
|
weach
|
mercoledì 15 settembre 2010
|
ma ti avevo amato
|
|
|
|
Indonesia , 1929, un ricco cinese di 30 anni si invaghisce di una quindicenne francese: è storia di sesso e di amore .
Fotografia splendida , colori intensi ,sensualità prorompente ma composta........storia particolare............ma i destini sono segnati lui la ama ma è per, tradizione locale , già promesso in matrimonio.
Lei ritornerà, in occasione del matrimonio di lui , in Francia e ricorderà questa storia che fu di sesso ma anche d'amore .
Un fiore acerbo, con personalità questa ragazza ,nella persona di Jean March, una storia intensa e controversa che nell'Europa di quei tempi sarebbe stata impossibile.
[+]
Indonesia , 1929, un ricco cinese di 30 anni si invaghisce di una quindicenne francese: è storia di sesso e di amore .
Fotografia splendida , colori intensi ,sensualità prorompente ma composta........storia particolare............ma i destini sono segnati lui la ama ma è per, tradizione locale , già promesso in matrimonio.
Lei ritornerà, in occasione del matrimonio di lui , in Francia e ricorderà questa storia che fu di sesso ma anche d'amore .
Un fiore acerbo, con personalità questa ragazza ,nella persona di Jean March, una storia intensa e controversa che nell'Europa di quei tempi sarebbe stata impossibile.
E 'l'incontro di due anime ,un amore intergenerazionale ,difficile ,coraggioso dove la comunicazione avviene superando convenzioni sociali;ma la sincronicità qui è assente ed i destini sono divisi anche se è stata forte la risonanza energetica.
Fiori d'oriente si dissolvono nel cupo inverno della seconda guerra mondiale.
Ottimo film per amanti di storie non ripetitive e stereotipate, appunto un fiore nelle nostre mani che potremmo cogliere con ammirazione.
voto 7.5
[-]
|
|
[+] lascia un commento a weach »
[ - ] lascia un commento a weach »
|
|
d'accordo? |
|
kondor17
|
domenica 27 settembre 2015
|
raffinato
|
|
|
|
Un film che affascina e coinvolge. La storia di un gioco curioso di una provocante adolescente che si trasforma in passione inarrestabile, maniacale. Proibita.
Una francese quindicenne, di ritorno da una breve vacanza scolastica con la madre e i due fratelli nella casa rurale, torna sola a Saigon imbarcandosi sul traghetto del Mekong con l'autobus di linea. Prima di salpare, la nave coglie a bordo una lussuosa limousine con autista, dai vetri oscurati, che però lasciano trasparire una sagoma seduta nel sedile posteriore. L'aria tepida di fine estate fa breccia nel suo leggero vestito rammendato. Labbra rosse e carnose contrastano le lunghe trecce nere legate da vistosi fiocchi azzurri.
[+]
Un film che affascina e coinvolge. La storia di un gioco curioso di una provocante adolescente che si trasforma in passione inarrestabile, maniacale. Proibita.
Una francese quindicenne, di ritorno da una breve vacanza scolastica con la madre e i due fratelli nella casa rurale, torna sola a Saigon imbarcandosi sul traghetto del Mekong con l'autobus di linea. Prima di salpare, la nave coglie a bordo una lussuosa limousine con autista, dai vetri oscurati, che però lasciano trasparire una sagoma seduta nel sedile posteriore. L'aria tepida di fine estate fa breccia nel suo leggero vestito rammendato. Labbra rosse e carnose contrastano le lunghe trecce nere legate da vistosi fiocchi azzurri. Tutto sotto un'improbabile ombra di un borsalino color ocra. Come non notarla, con i suoi tacchi alti in improbabile equilibrio, unico bocciolo bianco in un barcone di locali, granaglie, maiali e pollame?
Basterebbero questi primi dieci minuti scarsi per dire che il film vale assolutamente la pena di essere visto. Il seguito poi ha alti e bassi, Annoud a volte eccede nell'estetismo , ma mantiene alta la tensione narrativa grazie alla bellezza e alla bravura di tutto lo staff, attori compresi. Intenso come pochi.
Assieme a Il Nome della Rosa, il suo film migliore.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a kondor17 »
[ - ] lascia un commento a kondor17 »
|
|
d'accordo? |
|
andrea alesci
|
venerdì 7 agosto 2015
|
il desiderio confuso di due nudità
|
|
|
|
Impossibile slegarsi dal libro che ispira il film di Jean-Jacques Annaud: la storia semi-autobiografica di Marguerite Duras e quel foglio bianco sul quale la stilografica scorre a marchiare gli accadimenti che segnarono per sempre il dischiudersi di una vita da donna. Bianco come la pelle candida di quei quindici anni e mezzo che spiccano nel giallo fluire del Mekong.
Il regista francese ci porta nel periodo dell’occupazione coloniale della Francia in Vietnam del Sud, suggerendo la trama del racconto dalle soffici parole di un narratore esterno (nella versione originale la voce è di Jeanne Moreau) che scrive e descrive quelle lontane sensazioni inzuppate dell’umida calura di Saigon, resa con morbide ombreggiature seppia dal direttore della fotografa Robert Fraisse.
[+]
Impossibile slegarsi dal libro che ispira il film di Jean-Jacques Annaud: la storia semi-autobiografica di Marguerite Duras e quel foglio bianco sul quale la stilografica scorre a marchiare gli accadimenti che segnarono per sempre il dischiudersi di una vita da donna. Bianco come la pelle candida di quei quindici anni e mezzo che spiccano nel giallo fluire del Mekong.
Il regista francese ci porta nel periodo dell’occupazione coloniale della Francia in Vietnam del Sud, suggerendo la trama del racconto dalle soffici parole di un narratore esterno (nella versione originale la voce è di Jeanne Moreau) che scrive e descrive quelle lontane sensazioni inzuppate dell’umida calura di Saigon, resa con morbide ombreggiature seppia dal direttore della fotografa Robert Fraisse. Una morbidezza assecondata da un ondeggiare sul Mekong, quando un giovane e ricco 30enne cinese (Tony Leung) si avvicina alla perlacea protagonista (Jane March), attratto dalla sua acerba e sorprendente bellezza.
Ed è nell’amplesso delle loro due mani sul sedile della limousine che si racchiude come in guscio protettivo il senso dell’intero film: la scoperta, la paura, il disperato amore, l’accidioso vuoto dell’esistenza. Lì, tra i silenzi rinchiusi entro i finestrini dell’auto, nell’intreccio delle dita di due solitudini così anagraficamente, geograficamente, socialmente distanti si compie l’accidentale unione che asseconda il destino di due corpi.
Corpi eroticamente esibiti all’interno della Casa dello scapolo nel quartiere Chulen di Saigon, lì dove una ragazza perde la sua verginità e un uomo abbandona la propria paura. La paura di non essere nessuno (senza i soldi del padre), quella terrificante fobia che prova a placare con un amore impossibile (egli è destinato a sposare una ricca ragazza cinese in un matrimonio combinato). In quella penombra appena celata al fragore della città, il corpo vellutato di una 15enne (spacciatasi per una 17enne) palpita di desiderio. Ma nulla più. Non vi è amore ricambiato (da lei), vi è soltanto il confuso desiderio del piacere di quei momenti capitati per caso, continuati per passione e condannati ad affondare nei ricordi di un Mekong che incessante trasporta ogni cosa verso l’Oceano.
Una relazione intensa eppur vana, destinata a estinguersi già al suo principio, con due personaggi che non hanno nome, che le parole scritte nei solchi della memoria ricordano soltanto come ‘la giovane ragazza’ e ‘il cinese’. Forse è proprio questo il pregio del film: negli sfiancanti reiterati ansimi di due corpi avvinghiati saper rendere l’inconsistenza di una passione nata morta, una delle tante storie che affollano e la realtà e le nostre lontane geografie erotiche, due esistenze sfilacciate che accadono senza che alcuna traccia rimanga nel tempo.
Ma nel passo veloce del tempo cinematografico ahinoi si perdono le sfasature della terribile vita famigliare della ragazza, che nel romanzo danno spessore alla sua paziente tristezza: costretta a vivere nella povertà di una casa abitata da una madre seriosa che perdona tutto alle cattive prepotenze del figlio maggiore e denigra le fragilità del minore; purtroppo nel film essi diventano soltanto piatti accenni al margine di un quadro fatto di glutei abbrancati, seni baciati e palpitazioni adolescenziali. Di gemiti sillabati mollemente da una voce che troppo presto è divenuta adulta, scoprendo troppo tardi che forse poteva amare. Anche là, in quel paese così lontano dal solitario freddo di un’adulta stanza parigina.
[-]
[+] suggestioni
(di arnaco)
[ - ] suggestioni
|
|
[+] lascia un commento a andrea alesci »
[ - ] lascia un commento a andrea alesci »
|
|
d'accordo? |
|
lorenzodv
|
sabato 4 gennaio 2020
|
dal grande fiume un grande amore.
|
|
|
|
Me Kong significa letteralmente grande fiume ed è davvero grande: sorge in Tibet e dopo aver percorso cinquemila chilometri ed aver bagnato sei stati sfocia in un ampio delta nella parte meridionale del Vietnam, che all'epoca di ambientazione del film era amministrato dalla Francia. E' sul Grande Fiume che nasce una storia d'amore tra la bellissima colona francese, quindicenne di famiglia caduta in disgrazia e il trentenne cinese, ricco di famiglia, benestante di professione e parimenti piacente. A nessuno è assegnato un nome.
La grandezza non è di per sé indizio di perfezione e come il Grande Fiume anche la grande storia d'amore è inquinata, dalla giovinezza della ragazza, che sente più la passione che programmazione del futuro, dalle convenzioni sociali che deplorano i rapporti di etnia mista (da ambo le parti) e comunque hanno già assegnato al cinese una sposa che egli non ha mai visto, dall'aridità delle due famiglie.
[+]
Me Kong significa letteralmente grande fiume ed è davvero grande: sorge in Tibet e dopo aver percorso cinquemila chilometri ed aver bagnato sei stati sfocia in un ampio delta nella parte meridionale del Vietnam, che all'epoca di ambientazione del film era amministrato dalla Francia. E' sul Grande Fiume che nasce una storia d'amore tra la bellissima colona francese, quindicenne di famiglia caduta in disgrazia e il trentenne cinese, ricco di famiglia, benestante di professione e parimenti piacente. A nessuno è assegnato un nome.
La grandezza non è di per sé indizio di perfezione e come il Grande Fiume anche la grande storia d'amore è inquinata, dalla giovinezza della ragazza, che sente più la passione che programmazione del futuro, dalle convenzioni sociali che deplorano i rapporti di etnia mista (da ambo le parti) e comunque hanno già assegnato al cinese una sposa che egli non ha mai visto, dall'aridità delle due famiglie.
La grande storia d'amore si snoda in una sensualissima passione, che, ancora una volta come il fiume, al suo sorgere ha già destinata la sua fine. La ragazza affronterà tuttavia molti ostacoli per prolungare il rapporto quel tanto che sarà possibile, dapprima negandolo ed in seguito imputandolo al solo interesse. Lo spettatore osserva il tutto spesso disturbato dall'insulsa voce narrante che talvolta ripete l'ovvio e talaltra colma le lacune.
Chiariamo che tre stelle sono un po' pochine per un film dalla sensualità profonda, dalla fotografia soave, dove tutto è grandioso e coinvolgente, tuttavia i buchi non si possono trascurare. Ciascuna forma d'arte ha le proprie caratteristiche formali; che direbbe il pubblico di un romanzo il cui autore non è capace di descrivere il paesaggio e ad un certo punto interrompe il testo inviatando a vedere la fotografia a pagina nove? La voce narrante fa esattamente questo: legge quelle parti del libro che non si è riusciti a far rientrare nel film, tappa i buchi, confessandoli anche a chi non vi avesse badato.
La conclusione è superflua e quasi svilisce lo sviluppo ormai compiuto del racconto. Che la ragazza fosse innamorata del cinese era ovvio ed è futile ribadirlo provando a strappare una lacrima anche allo spettatore. Si è trattato di una consapevole decisione di vivere il fortunato momento come le era consentito; è naturale soffrirne quando termina, è normale soffrire quando si è privati di un benessere. La sofferenza ingiusta si è manifestata casomai nel procedere della storia, con ostacoli violenti e futili che hanno tentato di privare di quel benessere chi ne aveva pieno diritto. Questa è la storia vera, cogliere l'attimo fuggente (spiegato molto meglio che nel film che era stato dedicato proprio a questo concetto).
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lorenzodv »
[ - ] lascia un commento a lorenzodv »
|
|
d'accordo? |
|
|