Cape Fear - Il promontorio della paura |
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Un film di Martin Scorsese.
Con Robert De Niro, Nick Nolte, Jessica Lange, Juliette Lewis, Joe Don Baker.
continua»
Titolo originale Cape Fear.
Thriller,
durata 130 min.
- USA 1991.
MYMONETRO
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Ottime scene in Cape Fear
di Beppe86Feedback: 0 |
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giovedì 11 ottobre 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Cape Fear, remake de: "Il Promontorio della Paura" del 1962 di Jack Lee Thompson, può essere considerato un thriller psicologico raffinato e al contempo capace di mostrare squarci di assoluta brutalità animalesca, che rimane latente fino alla parte finale del film, per poi esplodere in un climax di violenza inaudita. Gli ingredienti ci sono tutti. Un cast di prima fascia,dominato dalla presenza scenica imponente di De Niro, uno dei più formidabili attori della storia del Cinema, uno che riesce a piegare il Metodo ad ogni ruolo che interpreta. De Niro (che in questo ruolo si sarebbe di certo meritato il terzo Oscar) è l'attore che tutti i registi vorrebbero: uno che non scherza, che interiorizza alla perfezione il ruolo del personaggio in cui si immedesima, in grado persino di ingrassare, dimagrire, "stempiarsi" o sviluppare poderosi muscoli a comando dei registi (Scorsese ne sa qualcosa). In questo film interpreta il ruolo di Max Cate, un galeotto ebbro di vendetta pieno di muscoli, pluri-tatuato dalla testa ai piedi con motivi macabri e frasi bibbliche sulla giustizia e sulla vendetta, dalla mente sfuggente e dal ghigno sinistro, quasi beffardo (il modo in cui De Niro riesce a "stortare" la bocca dando quell'aria di pienezza di sè è a dir poco stupefaciente), tormenta con satanico compiacimento il pavido avvocato Nick Nolte, accusato da Max per non averlo difeso come la legge prevede. Da sottolineare la grande interpretazione di una giovane Juliette Lewis, bravissima nella parte della figlia 16enne di Nolte, che con i suoi ammiccamenti e sguardi sfuggenti denota perfettamente l'ambigua personalità della protagonista. Thriller ben strutturato, diretto con la "solita" maestria registica di Martin Scorsese (a mio avviso il miglior regista di tutti i tempi insieme a Spielberg, Coppola, Welles, Lumet e Cimino), che è in grado di regalarci movimenti di camera unici e scene indimenticabili (come la scena dello stupro dell'amante dell'avvocato, crudele e primordiale; la scena finale in cui Nolte si lava le mani sporche del sangue di de Niro sotto la pioggia, quasi come se volesse purificarsi e la scena del pestaggio tra un DeNiro quasi "invincibile" e gli uomini mandati dal detective dell'avvocato Nolte). Sceneggiatura intelligente, con molti riferimenti che rimandano ad opere letterarie e culturali(in questo caso alla letteratura bibblica e alle opere letterarie di Miller). Tiene col fiato sospeso fino all'ultimo. E ricordate: "Non vivete nel passato...vivere nel passato equivale a morire" Quattro stelle
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