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marcloud
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mercoledì 12 febbraio 2020
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la civita di miyazaki
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La favola di Sheeta che cade dal cielo tra le braccia di Pazu, due orfani legati dal destino di trovare Laputa, la città misteriosa che si trova al di là delle nuvole. Uno dei picchi piú alti della poetica di Miyazaki, con dei disegni di alto livello, liberamente ispirati dai paesaggi dall'alto Lazio e in particolare da Calcata e Civita di Bagnoreggio. Imperdibile
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jackiechan90
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venerdì 19 settembre 2014
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molto più che un semplice cartone
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Film-capolavoro dell'imperatore giapponese dell'animazione. "Il castello nel cielo" è una storia ricca di suspense, avventura e paesaggi esotici che richiama ai romanzi di formazione dell'Ottocento (come dimostra l'omaggio ai "Viaggi di Gulliver" racchiuso nella vicenda). La storia inizia con un attacco pirata che avviene nei cieli a danno di un dirigibile. Una ragazzina, Sheeta, sbattuta fuori bordo riesce a salvarsi grazie ai poteri di una misteriosa pietra che porta al collo. Cade dunque in una miniera dove viene raccolta (letteralmente) da Pazu, un giovane minatore del posto. I due fanno amicizia e insieme percorreranno un viaggi ostraordinario e affascinante verso una misteriosa città che, si dice, si trovi nei cieli alimentata da pietre simili a quelle che possiede Sheeta.
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Film-capolavoro dell'imperatore giapponese dell'animazione. "Il castello nel cielo" è una storia ricca di suspense, avventura e paesaggi esotici che richiama ai romanzi di formazione dell'Ottocento (come dimostra l'omaggio ai "Viaggi di Gulliver" racchiuso nella vicenda). La storia inizia con un attacco pirata che avviene nei cieli a danno di un dirigibile. Una ragazzina, Sheeta, sbattuta fuori bordo riesce a salvarsi grazie ai poteri di una misteriosa pietra che porta al collo. Cade dunque in una miniera dove viene raccolta (letteralmente) da Pazu, un giovane minatore del posto. I due fanno amicizia e insieme percorreranno un viaggi ostraordinario e affascinante verso una misteriosa città che, si dice, si trovi nei cieli alimentata da pietre simili a quelle che possiede Sheeta. La straordinaria forza visiva dello studio Ghibli unita a una colonna sonora straordinaria contribuiscono a rendere questo film un capolavoro non solo dell'animazione ma anche del cinema in generale. Con quest'opera Myiazaki riesce nell'intento di rendere "adulto" il genere anime ponendolo allo stesso livello di narrazione dei grandi romanzi trattando tematiche come la libertà, l'amore, il desiderio di potere. Molto più, dunque, che un semplice cartone.
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lady libro
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martedì 11 giugno 2013
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un'emozionante avventura celeste
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Un'altra piccola perla d'animazione del grande Hayao Miyazaki, datata 1986, nonchè primo film ufficiale dello Studio Ghibli.
Ciò che suscita maggior impatto nello spettatore sono sicuramente i superbi disegni semplici ma talmente ben fatti che trasmettono emozioni infinite: il volo (elemento onnipresente nei film di Miyazaki), il vento, le cadute, l'aria che sfiora la pelle in un modo o nell'altro sfiora anche lo spettatore catapultandolo nei meravigliosi cieli, attraverso le nuvole e perfino su Laputa stesso. Brividi e sentimenti mozzafiato attanagliano attraverso lo schermo rendendo protagonista lo spettatore stesso.
L'unico punto debole dell'insieme è probabilmente la trama stessa, (con una morale un po'banalotta sebbene profonda), fin troppo semplice, lineare e poco approfondita (si potevano spiegare meglio, ad esempio, le origini e la storia del popolo di Laputa di cui non si sa praticamente nulla nel corso del film nonostante venga continuamente esaltata come civiltà custode di grandi segreti e potenti tecnologie).
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Un'altra piccola perla d'animazione del grande Hayao Miyazaki, datata 1986, nonchè primo film ufficiale dello Studio Ghibli.
Ciò che suscita maggior impatto nello spettatore sono sicuramente i superbi disegni semplici ma talmente ben fatti che trasmettono emozioni infinite: il volo (elemento onnipresente nei film di Miyazaki), il vento, le cadute, l'aria che sfiora la pelle in un modo o nell'altro sfiora anche lo spettatore catapultandolo nei meravigliosi cieli, attraverso le nuvole e perfino su Laputa stesso. Brividi e sentimenti mozzafiato attanagliano attraverso lo schermo rendendo protagonista lo spettatore stesso.
L'unico punto debole dell'insieme è probabilmente la trama stessa, (con una morale un po'banalotta sebbene profonda), fin troppo semplice, lineare e poco approfondita (si potevano spiegare meglio, ad esempio, le origini e la storia del popolo di Laputa di cui non si sa praticamente nulla nel corso del film nonostante venga continuamente esaltata come civiltà custode di grandi segreti e potenti tecnologie).
La forte amicizia che nasce fra i due protagonisti, Sheeta e Pazu, sebbene sia parecchio intensa e profonda, è un po'troppo affrettata e con uno sviluppo che non si può definire tale, il cattivone di turno è talmente stereotipato (per intenderci è il solito tizio visto e stravisto che vuole conquistare il mondo) e non ha un briciolo di personalità, proprio come la regina di "Nausicaa della valle del vento", altro film di Miyazaki a mio parere non ben riuscito (bisognerà attendere i futuri film di Miyazaki per trovare dei cattivi veramente tosti, ambigui e che non stanno mai da una parte sola). Personaggi veramente memorabili sono i pirati del cielo, uno più simpatico dell'altro.
In conclusione, tra sogno e realtà, terra e cielo, questo gioiellino nipponico merita di essere visto e gustato con gli occhi in tutto il suo splendore e le sue ombre, pregi e difetti, per apprezzare la bravura di un grande Maestro quale è Hayao Miyazaki.
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leo 1993
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sabato 26 gennaio 2013
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abbiamo una nuova speranza
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Film veramente ben fatto: 2h che scorrono senza intoppi grazie ad una trama molto avventurosa e mai banale, supportata da una colonna sonora di primo livello (sicuramente una delle migliori di Joe Hisaishi e di tutti i film Ghibli) che avvolge ogni scena in un atmosfera incalzante, delicata e commovente.
Lo spettatore guardando la pellicola entra e fa parte del film tanto da rimanere stupito, quasi sconvolto, alla vista di Laputa dietro il nido dei draghi. "I primi piani" sulle facce dei ragazzini ci mostrano la loro innocenza e tenacia attraverso occhi sognanti, vivaci, e in una delle ultime scene, tristi e commossi allo stesso tempo.
Passando ai messaggi che il regista vuol far arrivare allo spettatore, dovrei scrivere molto di più delle 3500 battute disponibili, quindi cercherò di riassumere così da citare più o meno tutto.
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Film veramente ben fatto: 2h che scorrono senza intoppi grazie ad una trama molto avventurosa e mai banale, supportata da una colonna sonora di primo livello (sicuramente una delle migliori di Joe Hisaishi e di tutti i film Ghibli) che avvolge ogni scena in un atmosfera incalzante, delicata e commovente.
Lo spettatore guardando la pellicola entra e fa parte del film tanto da rimanere stupito, quasi sconvolto, alla vista di Laputa dietro il nido dei draghi. "I primi piani" sulle facce dei ragazzini ci mostrano la loro innocenza e tenacia attraverso occhi sognanti, vivaci, e in una delle ultime scene, tristi e commossi allo stesso tempo.
Passando ai messaggi che il regista vuol far arrivare allo spettatore, dovrei scrivere molto di più delle 3500 battute disponibili, quindi cercherò di riassumere così da citare più o meno tutto.
1)CASO, COINCIDENZE: è un caso che Pazu quel giorno stia facendo gli straordinari visto che solitamente non aveva lavoro in quei giorni, è un caso che sia lui un bambino con occhi sognanti verso il cielo veda scendere Sheeta fluttuando nel cielo, la quale appare ai suoi occhi come un angelo
2)AMORE PLATONICO: da i due piccoli protagonisti nasce subito una grande amicizia. Pazu si incarica di proteggere la ragazza, ricercata dal governo e dai pirati, attirato dall'avventura e dal mistero che ella si porta dietro. Così diventano inseparabili, tanto da star male quando non sono insieme gridando il loro nome per ritrovarsi. Un amore che non si palesa mai (anche per l'età dei protagonisti) restando ideale e puro.
3) TERRA, NATURA: L'importanza della terra e della natura è uno dei temi principali, si evidenzia la prima volta nelle miniere quando Pazu e Sheeta incontrano un vecchio minatore che insiste sul fatto che "le rocce mormorano, anche se hanno una voce fioca e debole". Ascoltiamo la terra, essa ci parla ma noi siamo diventati sordi. Non a caso è rimasto solo un vecchio capace di capire le rocce. L'umanità si è distaccata dalla natura, lasciandola cadera in disgrazia (il giardino di Laputa abbandonato) per la propria avidità e per la propria sete di potere, credendo di poter controllare il mondo e le sue leggi con tecnologia sempre più distruttiva.
4) TECNOLOGIA: Laputa è insieme paradiso e mostro di tecnologia distruttiva che comandata dalle persone sbagliate può determinare stragi, morte e sofferenza.
Ricorda seppur vagamente il trattato Einstein-Russel nel quale i due luminari esortano tutti gli scienziati non solo a costruire e inventare sempre di più, ma anche a chiedersi a cosa possono essere utilizzate le loro invenzioni se finite nelle mani sbagliate(riferimento alla bomba atomica). Così Laputa messa in mano a Muska sarebbe diventata un'arma di distruzione.
Miyazaki non critica la tecnologia unilateralmente come scrivono molti, questo è dimostrato dalla scena molto bella in cui il robot sposta "l'aliante" di Pazu per salvare le uova di pigliamosche. Dimostrazione che Natura e Tecnologia possono convivere in un mondo più armonioso.
5) OLTREPASSAMENTO DEL LIMITE: Laputa rappresenta il massimo sogno a cui l'umanità può aspirare: da una parte paradiso naturale con robot giardinieri (natura e tecnologia che vanno a braccetto) dall'altra parte la tecnologia che supura il limite della civiltà e del benessere comune diventando arma di distruzione di massa (trattato Einstein-Russel).
Così il castello nel cielo a seconda dell'animo e della volontà del suo timoniere si può trasformare.
Questa è la tematica principale del film: rispettare quel limite che ci permetta di vivere.
6)FINALE (spoiler, non leggere se non ancora visto il film): Sheeta e Pazu utilizzano la parola di distruzione. Di Laputa rimane solo il castello e il giardino, le armi tecnologiche si sgretolano cascando a terra, mentre la gravipietra fa ascendere ciò che è rimasto dell'isola. Così pura e incontaminata, senza la sua parte distruttrice, essa vola verso il cielo, sperando che l'umanità non la trasformi di nuovo in un'inferno di distruzione (visto che come già detto Laputa è il sogno dell'umanità).
Quindi Miyazaki confida in un'altra opportunità di cui può disporre l'umanità prima di ridurre il nostro bellissimo pianeta in cumuli di cenere dovuti alla devastazone e all'annichilimento portati dalle guerre e dalle armi.
La nuova speranza in cui confida il regista sono apputo le nuove generazioni, che se non verranno contaminati dal mondo in cui si trovano...potranno certamente renderlo migliore! Grazie Miyazaki per questa perla
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rdn75
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martedì 22 gennaio 2013
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ecologia..e antimilitarismo
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Un film di carattere ecologico e antimilitarista, sul tema di Laputa caro a Swift nei viaggi di Gulliver. Anche in questo caso è una citta volante guidata da uomini con un altra conoscenza della tecnologia. Il film nel complesso è vedibile anche se dura piu di due ore. La particarità che è uscito in Giappone quasi tre decenni prima che in italia.
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liuk!
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lunedì 8 ottobre 2012
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stupendo
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Gioa per gli occhi e per lo spirito. Un film completo sotto tutti i punti di vista, da vedere assolutamente ad ogni età, sesso o religione.
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amici del cinema (a milano)
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lunedì 14 maggio 2012
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un altro capolavoro firmato mizayaki
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Un altro capolavoro firmato Mizayaki !!!
“Laputa – Il castello nel cielo” nei suoi 124 minuti (passano pero’ come un lampo appena il ritmo inizia a salire) racchiude tutti i temi piu’ cari al maestro giapponese, l’etica del lavoro, il rispetto per gli anziani, l’amicizia, l’amore, l’ecologia, la fiducia che un mondo migliore piu’ vicino alla natura possa esistere.
Ogni volta l’ambientazione e le trovate di sceneggiatura, ma sopratutto degli ambienti liberano la mia fantasia e mi sembra di essere catapultato in un mondo davvero fantastico, fatto di caverne, di ferrovie sospese nel vuoto, di aereo-navi dalla meccanica stile Jules Verne (che sicuramente ha influenzato molto Miyazaki), di città sospese nel cielo rete da radici e alberi giganti.
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Un altro capolavoro firmato Mizayaki !!!
“Laputa – Il castello nel cielo” nei suoi 124 minuti (passano pero’ come un lampo appena il ritmo inizia a salire) racchiude tutti i temi piu’ cari al maestro giapponese, l’etica del lavoro, il rispetto per gli anziani, l’amicizia, l’amore, l’ecologia, la fiducia che un mondo migliore piu’ vicino alla natura possa esistere.
Ogni volta l’ambientazione e le trovate di sceneggiatura, ma sopratutto degli ambienti liberano la mia fantasia e mi sembra di essere catapultato in un mondo davvero fantastico, fatto di caverne, di ferrovie sospese nel vuoto, di aereo-navi dalla meccanica stile Jules Verne (che sicuramente ha influenzato molto Miyazaki), di città sospese nel cielo rete da radici e alberi giganti.
Insomma e’ un effetto pari a quando da piccolo leggevo l’”Isola del Tesoro” o “Dalla Terra alla Luna” e l’immaginazione costruiva dei mondi meravigliosi dove poteva accadere davvero di tutto.
I disegni sono come sempre magici (anche se nei successivi film, ad esempio “La città incantata”, saranno ancora piu’ favolosi) e anche il doppiaggio non se la cava male.
Consigliato per grandi e per piccini, l’importante e’ che abbiate ancora la voglia di sognare.
P.S. Da questo lungometraggio e’ stato poi tratto, rimulando opportunamente la trama e l’ambientazione storica, l’anime “Nadia e il mistero della pietra azzurra”.
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andys80
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venerdì 11 maggio 2012
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ben fatto, masopravvalutato.
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Film ben fatto, ma abbondantemente sopravvalutato e a tratti noioso. Stupende le musiche. Fa venire voglia di un ritorno al passato, all'animazione di una volta, ma la storia e il ritmo non riescono a far decollare il film.
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francesco2
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mercoledì 9 maggio 2012
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un miyazaki ancora (parzialmente) acerbo
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Un giapponese, figlio (E padre?) di (In?) un paese che, ai nostri occhi, coniuga tradizione e tecnologia, dove una spiritualità profonda sembra convivere accanto
ai microtransistor, microcalcolatrici, microtutto, più di venticinque anni fa aveva
fatto un film in cui 1 Non bisogna alterare gli equilibri della natura e 2 Il robot (Tecnologico) è il massimo, o unico, custode della tradizione, tradotta ( Mi si passi un gioco di parole) nell'isola di Laputa.
Quando gli uomini uccidono il robot, allora, compiono un'operazione -Pare- addirittura due volte "Blasfema". Non solo l'ambizione di progresso, "personificata" -Male- dal cattivo della situazione, si impossessa di loro. Ma in più hanno attaccato la tecnologia.
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Un giapponese, figlio (E padre?) di (In?) un paese che, ai nostri occhi, coniuga tradizione e tecnologia, dove una spiritualità profonda sembra convivere accanto
ai microtransistor, microcalcolatrici, microtutto, più di venticinque anni fa aveva
fatto un film in cui 1 Non bisogna alterare gli equilibri della natura e 2 Il robot (Tecnologico) è il massimo, o unico, custode della tradizione, tradotta ( Mi si passi un gioco di parole) nell'isola di Laputa.
Quando gli uomini uccidono il robot, allora, compiono un'operazione -Pare- addirittura due volte "Blasfema". Non solo l'ambizione di progresso, "personificata" -Male- dal cattivo della situazione, si impossessa di loro. Ma in più hanno attaccato la tecnologia. Il robot, allora, è creatura degli esseri umani ed al contempo guardiano degli uomini stessi, o quantomeno della tradizione: qui emerge il doppio senso italiano in "Di", dove questa preposizione manifesta la causa (Il robot è creato), come anche l'agente (Il robot, moderno, è l'ultima speranza per ciò che era stato creato in passato, ma che oggi si vorrebbe distruggere). Dunque, i giapponesi del 1986 sono ciechi come quelli che, nella "Morte di un maestro del té" di Kumai, non comprendevano le ragioni del suicidio di un "Socrate in camice bianco " (Def. Irene Bignardi, "La Repubblica").
Continua a non sussistere nessun rispetto per i padri, sembra segnalare il regista, in un paese che ai nostri occhi potrebbe apparire sin eccessivamente sottomesso all'autorità (Si pensi a ciò che avveniva prima nelle fabbriche, dove quotidianamente in apertura della giornata lavorativa si omaggiava il padrone). Ma, allo stesso tempo, nemmeno quella che appariva già allora modernità sembra non venire capita: il robot appare né più né meno che un qualsiasi "King Kong", di cui gli esseri umani dispongono a piacimento).
A parte il finale, sembrano essere questi i veri motivi di interesse di questo lavoro di Miyazaki. Per il resto, la storia come i personaggi (mi) appaiono proprio lontani da quello odierno.
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cinefila90
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mercoledì 9 maggio 2012
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lo splendore assoluto!
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I film, come le opere d'arte non hanno età. Poco importa sapere che un capolavoro assoluto come questo sia stato realizzato nel 1986, è evidente la miopia dei distributori che mai hanno pensato di importarlo, ma nel nostro Paese a cinematografia bene non siam messi. Anche il lancio doveva avvenire in tutt'altro modo perchè quando si raggiunge il territorio, aperto a pochi, della perfezione, a mio parere sarebbe da preservare e propalare ai quattro venti. Il Castello nel Cielo è un regalo che inizia dal primo fotogramma e non ti lascia fino all'ultimo. Da leggere attraverso il cuore, gli occhi, i muscoli ed il cervello, adatto a tutti perchè ognuno potrà fermarsi al livello che più preferisce.
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I film, come le opere d'arte non hanno età. Poco importa sapere che un capolavoro assoluto come questo sia stato realizzato nel 1986, è evidente la miopia dei distributori che mai hanno pensato di importarlo, ma nel nostro Paese a cinematografia bene non siam messi. Anche il lancio doveva avvenire in tutt'altro modo perchè quando si raggiunge il territorio, aperto a pochi, della perfezione, a mio parere sarebbe da preservare e propalare ai quattro venti. Il Castello nel Cielo è un regalo che inizia dal primo fotogramma e non ti lascia fino all'ultimo. Da leggere attraverso il cuore, gli occhi, i muscoli ed il cervello, adatto a tutti perchè ognuno potrà fermarsi al livello che più preferisce. Non accenno volutamente alla trama ma uscire dalla sala con i sensi allertati e prossimi al "volo" capita di rado. Precursore di altre opere del Maestro Miyazaky non concede un solo attimo di respiro.
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