Il film è da vedere per la rivelazione del genio attoriale di Tim Roth, con Terence Stamp e Johnn Hurt come coprotagonisti. Frears, in vena di filosofare, trasforma un gangster movie on the road, con tre criminali ed un ostaggio in viaggio nella Spagna di Bunuel, rappresentato iconicamente dal cameo quasi muto di Fernando Rey, uno dei suoi interpreti preferiti, in un percorso socratico dell’anima alla ricerca della verità della vita attraverso l’accettazione della morte. Dinamico, mai banale, si perde nel finale volutamente retorico e incongruentemente buonista.