enzothorens
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martedì 4 giugno 2024
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un grande nino manfredi
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Una delle cose che colpisce di più nel film è sicuramente la performance di Nino Manfredi, che riesce a dare vita a un personaggio complesso e dalla psicologia profonda. La sua interpretazione è semplicemente magistrale e riesce a trasmettere al pubblico tutte le emozioni e i tormenti del suo personaggio.
La regia di Nanny Loy è abile nel creare un'atmosfera cupa e claustrofobica, che si adatta perfettamente alla trama e ai personaggi del film. Le dinamiche tra i vari protagonisti sono ben sviluppate e rendono il film avvincente e coinvolgente sin dall'inizio.
In conclusione, "cafe express" è un film che merita sicuramente di essere visto, soprattutto per la straordinaria interpretazione di Nino Manfredi.
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Una delle cose che colpisce di più nel film è sicuramente la performance di Nino Manfredi, che riesce a dare vita a un personaggio complesso e dalla psicologia profonda. La sua interpretazione è semplicemente magistrale e riesce a trasmettere al pubblico tutte le emozioni e i tormenti del suo personaggio.
La regia di Nanny Loy è abile nel creare un'atmosfera cupa e claustrofobica, che si adatta perfettamente alla trama e ai personaggi del film. Le dinamiche tra i vari protagonisti sono ben sviluppate e rendono il film avvincente e coinvolgente sin dall'inizio.
In conclusione, "cafe express" è un film che merita sicuramente di essere visto, soprattutto per la straordinaria interpretazione di Nino Manfredi. Un'opera intensa e emozionante che riesce a coinvolgere lo spettatore dall'inizio alla fine.
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antoniopagano
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martedì 6 febbraio 2018
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commedia grande e amara
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Il primo reality della televisione italiana fu girato da Nanni Loy con la tecnica della candid camera sui treni italiani, raccogliendo storie e testimonianze di vita (Viaggio in seconda classe, 1978). Dai personaggi incontrati, tutti autentici e nessun tronista, Loy estrasse caratteri e sceneggiatura per questo film (Nastro d’argento come miglior soggetto) dove il genere leggero della boutade popolare si arricchisce di umanità e si intesse con il dramma. Chi ha visto ed apprezzato questo film non può non ricordare quella cantilena “qua sta Michele che vi porta il vostro conforto, cafè, cafè lungo, latte e cappuccino, p’gliatev’ o’ cafè, qua sta Michele” con la quale Michele Abbagnano (Nino Manfredi, Nastro d’argento come miglior attore protagonista) gira tra gli scompartimenti con la sua mescita clandestina su un treno notturno.
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Il primo reality della televisione italiana fu girato da Nanni Loy con la tecnica della candid camera sui treni italiani, raccogliendo storie e testimonianze di vita (Viaggio in seconda classe, 1978). Dai personaggi incontrati, tutti autentici e nessun tronista, Loy estrasse caratteri e sceneggiatura per questo film (Nastro d’argento come miglior soggetto) dove il genere leggero della boutade popolare si arricchisce di umanità e si intesse con il dramma. Chi ha visto ed apprezzato questo film non può non ricordare quella cantilena “qua sta Michele che vi porta il vostro conforto, cafè, cafè lungo, latte e cappuccino, p’gliatev’ o’ cafè, qua sta Michele” con la quale Michele Abbagnano (Nino Manfredi, Nastro d’argento come miglior attore protagonista) gira tra gli scompartimenti con la sua mescita clandestina su un treno notturno. Il treno trasporta pendolari dalla provincia verso Napoli e Michele, oltre al ristoro, fornisce anche il servizio sveglia. Michele si iscrive a pieno titolo tra le maschere della commedia dell’arte italiana: simula di avere una protesi al braccio, si inventa particolarità salutari per il proprio caffè, sfugge con un repertorio da primula rossa ai controllori che lo braccano lungo il treno. Insomma, un commediante che tira a campare e filosofeggia “voi vi fissate sopra alla commedia e non vedete la tragedia che c’è indietro”. Una maschera tanto malinconica quanto arlecchinesca: ma all’inverso del goldoniano “Servitore di due padroni”, il nostro Michele non sta con la legalità (il capotreno) ma neanche con l’illegalità, perché riesce anche a sottrarsi ad una banda di balordi itineranti che derubano i passeggeri e lo vorrebbero arruolare per facilitare la loro attività. La sceneggiatura, nel tentativo di sdoganare in termini deamicisiani un personaggio istrionico che vive di espedienti, affibbia a Michele l’intento patetico del provvedere ad un figlio malato e per giunta in collegio (eravamo nel 1980, oggi un Checco Zalone non avvertirebbe il bisogno di nobilitare un abusivo). Per i più giovani, che magari ricordano Nino Manfredi solo come interprete di una pubblicità televisiva (… di un caffè, per l’appunto) ma che comunque lo ricordano, potrà costituire ulteriore elemento di attrazione vedere all’opera una rassegna di grandi attori e caratteristi che, all’epoca, coloravano le scene del cinema, della televisione e del teatro italiani e che oggi già gli under 40 conoscono poco: Adolfo Celi, Vittorio Mezzogiorno, Marzio Honorato, Gigi Reder, Luigi Basagaluppi, Marisa Laurito, Vittorio Marsiglia, Vittorio Caprioli, Silvio Spaccesi, Leo Gullotta, Maurizio Micheli, Lina Sastri.
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soter25
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venerdì 2 ottobre 2015
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miscela italica
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Vendiamo caffè a bordo di un treno notturno, in un termos scaldato un po’ dove capita; ogni cabina conta una storia a sè sulla tratta Napoli- Cava De Tirreni. Siamo nei panni di un venditore ambulante interpretato da Nino Manfredi: per ogni domanda su cosa gli sia accaduto al braccio c’è una storia diversa; ma ci rispecchiamo pure nei suoi antagonisti: i controllori “morti di freddo” e impreparati a fronteggiarlo –lui- come ogni altra consegna appena fuori dall’ordinario; imbranati come novizi perenni; raccomandati. Tutti sbarcano il lunario, in qualche modo. IL costo del caffè oscilla col treno secondo le mutevoli impressioni che suscitano i clienti, la cui natura dispiega subito se stessa,nitidamente, oppure vuole la giusta dose di arguzia, retorica da strada, per saggiarsi e regalarci i siparietti di tutti i giorni; di un Mezzogiorno rappresentato fedelmente ai suoi cardini.
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Vendiamo caffè a bordo di un treno notturno, in un termos scaldato un po’ dove capita; ogni cabina conta una storia a sè sulla tratta Napoli- Cava De Tirreni. Siamo nei panni di un venditore ambulante interpretato da Nino Manfredi: per ogni domanda su cosa gli sia accaduto al braccio c’è una storia diversa; ma ci rispecchiamo pure nei suoi antagonisti: i controllori “morti di freddo” e impreparati a fronteggiarlo –lui- come ogni altra consegna appena fuori dall’ordinario; imbranati come novizi perenni; raccomandati. Tutti sbarcano il lunario, in qualche modo. IL costo del caffè oscilla col treno secondo le mutevoli impressioni che suscitano i clienti, la cui natura dispiega subito se stessa,nitidamente, oppure vuole la giusta dose di arguzia, retorica da strada, per saggiarsi e regalarci i siparietti di tutti i giorni; di un Mezzogiorno rappresentato fedelmente ai suoi cardini. La solidarietà tra proletari, i pendolari, gli amori fugaci, la miseria, i mascalzoni, gli sgambetti tra indigenti, i contrabbandieri accanto i carabinieri davanti ai derelitti; quale promiscuità e risibile perversione! Quindi scattiamo, fuggiamo, ci reinventiamo, tutto in una notte e lungo un corridoio stretto stretto. Si rischierebbe la banalità d’ un accento populista, anti-borghese, se alla “cattura”, ormai giorno, l’Ispettore Capo facesse condurre il venditore in “centrale”,quando intorno fervono le solite ingiustizie, e il pesce piccolo paga sempre il doppio delle conseguenze. Ma la sensibilità domina la regola e il pregiudizio. E così, adunandosi –ispettore,carabinieri e controllori deputati- lo lasceranno andare senza lasciarlo andare; non una fuga da parte sua, non una morale dalla loro, neppure un ultimo sguardo: “Qualcuno ha visto qualcosa?” ... Mancano le risate e i sorrisi in chiusura- la commedia all’ italiana non è De Sica figlio-, perchè le vicissitudini del protagonista non meritano questo, e contravvenire al proprio dovere non lo si fa “a cuor leggero” da parte degli uomini dello Stato. Ma c’è un livello maggiore in questo racconto, ed è rappresentato dal Buon Senso, etica che appartiene al giudizio dei singoli piuttosto che alle classi sociali.
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luca scial�
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giovedì 23 luglio 2015
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vicende tragicomiche di un abusivo sul treno notte
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Quando i film si facevano da ispirazioni percepite dalla strada, dalla gente comune, dal vivere quotidiano. Nanni Loy pensò al personaggio del protagonista Michele Abbagnano durante un docufilm realizzato sui treni del Sud. I personaggi e le storie incrociate durante quella esperienza, gli fecero venire l'idea per una pellicola. Questa. Non a caso trasuda di spontaneità, disperata quotidianità, una storia in fondo drammatica ma condita anche di ironia e comicità. E per fortuna anche di un lieto fine, o sarebbe meglio dire, di una fine che è un ricominciare. Quello dello sfortunato Abbagnano nel vendere caffè abusivo sui treni notte, nella speranza di dare un futuro migliore a suo figlio malato.
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Quando i film si facevano da ispirazioni percepite dalla strada, dalla gente comune, dal vivere quotidiano. Nanni Loy pensò al personaggio del protagonista Michele Abbagnano durante un docufilm realizzato sui treni del Sud. I personaggi e le storie incrociate durante quella esperienza, gli fecero venire l'idea per una pellicola. Questa. Non a caso trasuda di spontaneità, disperata quotidianità, una storia in fondo drammatica ma condita anche di ironia e comicità. E per fortuna anche di un lieto fine, o sarebbe meglio dire, di una fine che è un ricominciare. Quello dello sfortunato Abbagnano nel vendere caffè abusivo sui treni notte, nella speranza di dare un futuro migliore a suo figlio malato.
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stefano bruzzone
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lunedì 2 dicembre 2013
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una chicca imperdibile
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un film bellissimo diretto da quel genio che fu Nanni Loy e con un Manfredi da Oscar. bellissime atmosfere di un'italia di inizio anni 80 tutte ambientate a bordo del treno della notte, che portava gli operai dalla provincia sino a Napoli a lavorare, dove "opera" Manfredi venditore abusivo di caffè braccato dalle autorità ferroviarie e circondato da una serie di personaggi ai quali, in cambio di denaro, offre, oltre al caffè, anche un servizio sveglia e altri servigi degni di un portiere d'albergo. a parte il lato comico che prevale, manfredi interpreta con bravura clamorosa un personaggio sfortunato, senza lavoro,con problemi ad una mano e con un figlio malato a carico, il tutto con grandissima dignità sino al punto di rischiare la vita per difendere quest'ultima senza cedere ai ricattuccioli da 4 soldi che quotidianamente incontra sulla sua strada da parte di balordi o "signori" di pirma classe.
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un film bellissimo diretto da quel genio che fu Nanni Loy e con un Manfredi da Oscar. bellissime atmosfere di un'italia di inizio anni 80 tutte ambientate a bordo del treno della notte, che portava gli operai dalla provincia sino a Napoli a lavorare, dove "opera" Manfredi venditore abusivo di caffè braccato dalle autorità ferroviarie e circondato da una serie di personaggi ai quali, in cambio di denaro, offre, oltre al caffè, anche un servizio sveglia e altri servigi degni di un portiere d'albergo. a parte il lato comico che prevale, manfredi interpreta con bravura clamorosa un personaggio sfortunato, senza lavoro,con problemi ad una mano e con un figlio malato a carico, il tutto con grandissima dignità sino al punto di rischiare la vita per difendere quest'ultima senza cedere ai ricattuccioli da 4 soldi che quotidianamente incontra sulla sua strada da parte di balordi o "signori" di pirma classe. imperdibile.
Voto: 8,5
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anna piscopo
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giovedì 14 marzo 2013
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storia di giovanni piscopo
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Sono fiera di questo ragazzo che si fa la barba,perche ora ce l ha davvero, e anche perche e il mio
"BABBO"che ora ha 47 anni, e manda un saluto affettuoso alla moglie di Nino Manfredi signora Elvira
Un bacio GIOVANNI PISCOPO
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ziogiafo
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lunedì 11 maggio 2009
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l’antica arte… dell’arrangiarsi
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ziogiafo – Cafè Express, Italia 1980 - Un viaggio grottesco in quell’Italia del Sud di sempre… che s’inventa i mille mestieri per sfuggire alla miseria e alla perenne disoccupazione. Una dignitosa lotta per la sopravvivenza che prende spunto da quella drammatica realtà colma di ingiustizie sociali che spesso ha generato dei personaggi poliedrici come Michele Abbagnano (Nino Manfredi), protagonista di «Cafè Express», maestro nell’arte dell’arrangiarsi. Una commedia straordinaria, itinerante, che cammina sulle vicissitudini dei vari pendolari che viaggiano di notte sui treni di seconda classe, da Vallo della Lucania a Napoli e viceversa. Un film diretto da un eccezionale Nanni Loy che alterna, alla sua maniera, “vagoni” di situazioni comiche a quelle drammatiche in un susseguirsi di caratteristici quadri teatrali che offrono allo spettatore una serie di episodi che divertono ma allo stesso tempo fanno riflettere.
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ziogiafo – Cafè Express, Italia 1980 - Un viaggio grottesco in quell’Italia del Sud di sempre… che s’inventa i mille mestieri per sfuggire alla miseria e alla perenne disoccupazione. Una dignitosa lotta per la sopravvivenza che prende spunto da quella drammatica realtà colma di ingiustizie sociali che spesso ha generato dei personaggi poliedrici come Michele Abbagnano (Nino Manfredi), protagonista di «Cafè Express», maestro nell’arte dell’arrangiarsi. Una commedia straordinaria, itinerante, che cammina sulle vicissitudini dei vari pendolari che viaggiano di notte sui treni di seconda classe, da Vallo della Lucania a Napoli e viceversa. Un film diretto da un eccezionale Nanni Loy che alterna, alla sua maniera, “vagoni” di situazioni comiche a quelle drammatiche in un susseguirsi di caratteristici quadri teatrali che offrono allo spettatore una serie di episodi che divertono ma allo stesso tempo fanno riflettere. Al centro di questo interessante scenario c’è Michele Abbagnano, una figura degna della più raffinata commedia dell’arte, che da incallito disoccupato napoletano si “arrangia” da anni vendendo sul treno abusivamente caffè e cappuccini, passando in rassegna ogni notte tutte le carrozze in cerca di clienti, correndo il rischio di essere sorpreso e arrestato per questa sua illecita attività. Ma non importa, l’esigenza è troppo grande, bisogna sopravvivere e poi ha anche un figlio piccolo malato di cuore che si deve operare, in fondo lui è onesto anche se simula di avere una mano invalida e spesso inventa storie false per vendere il suo “artigianale” caffè. A stento riesce a difendersi ogni giorno da tutte quelle avversità che lo mettono a dura prova, specialmente quando sul treno si imbatte con ladruncoli e malviventi che gli rovinano il suo “dignitoso” lavoro. «Cafè express» si avvale di un nutrito cast di comprimari di ottimo livello che ruotano perfettamente intorno a quella meravigliosa “stella” di Nino Manfredi che brilla di luce propria in un indimenticabile ruolo tragicomico che regala allo spettacolo un intenso spessore di qualità e di divertimento. Ottima commedia da rivedere! Cordialmente, ziogiafo
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nino terzo 82
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martedì 20 gennaio 2009
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fischiava il vento e urlava la bufera
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Ottima ricostruzione. Manfredi è sempre il migliore. Qui Leo Gullotta inizia a fare capire il suo idolo, i Carabinieri dicendo una frase molto significativa. E' uno dei migliori film italiani in assoluto, perchè si svolge tutto su un mezzo di trasporto comune al popolo italiano, il treno. Adolfo Celi ha dimostrato un ruolo molto empatico. Anche lo scomparso Messinese Tano Cimarosa, interpretando il ruolo del Maresciallo delle Guardie di Pubblica Sicurezza Ferroviaria molto coercitivo. Marisa Laurito ha intepretato un ruolo molto importante, perchè rispecchia quello che è stata in realtà, una ninfomane.
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malcolmx
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martedì 1 gennaio 2008
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cafe express versione
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vorrei sapere se ce una versione francese del film,da scaricare.grazie
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dido93
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giovedì 4 ottobre 2007
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uno dei capolavori...
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...del Cinema Italiano. Una pellicola divertente ma che sa anche commuovere... Prova eccellente degli attori (con uno strepitoso Manfredi in testa, ovviamente) e di Loy...sagace e verace come sempre. Da avere nella propria cineteca, assolutamente...!!!
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