no comment
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lunedì 31 marzo 2008
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drake
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Ho visto il film di recente e non mi è piaciuto. Mi astengo dall'esprimere giudizi sotto forma di stelline perché riconosco che non si tratta del mio genere di cinema e che non ho la sensibiltà e gli strumenti per riuscire a farmelo piacere e comprenderlo fino in fondo. Troppo concettuale e zeppo di simbologie da decifrare tanto da risultare alla fine sterile per i miei gusti. Non fraintendetemi, è giusto che il cinema induca alla riflessione, ma allo stesso tempo per me deve trasmettere anche sensazioni ed emozioni e parlare al cuore oltre che al cervello, altrimenti il tutto assume i connotati di un mero esercizio filosofico.
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giulia
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lunedì 4 febbraio 2008
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dove essere maria schneider...
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Conchita doveva essere interpretata solo dalla bellissima Maria Schneider (reduce dai successi di Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci e Professione: Reporter di Michelangelo Antonioni), ma poi non se ne fece niente. Per il resto è un film favolosamente misogino e maschilista, dove per la prima volta Bunuel si identifica con il protagonista.
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dedalus
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domenica 16 dicembre 2001
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bunuel non si smentisce
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Bunuel non si smentisce, tocca un argomento con una leggerezza e al contempo un senso di angosciosa impotenza che difficilmente hanno trovato espressione così toccante nel cinema. In moltissimi film del grande maestro prevale il senso onirico della vita e anche se in questa sua ultima fatica non c'è l'alternanza tra sogno e realtà, tuttavia essa è palpabile attraverso i desideri del protagonista, il quale "sogna" di possedere Conchita (che non a caso è interpretata da due attrici così diverse:Quale delle due rappresenta il sogno?)ma che mai riuscirà ad averla, anche se sembrerebbe un legame indissolubile, quasi indispensabile (gli salva la vita nell'esplosione finale!). Il maestro ci regala un ultima opera di una raffinatezza strabiliante, a tratti esilarante , atratti angosciante.
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Bunuel non si smentisce, tocca un argomento con una leggerezza e al contempo un senso di angosciosa impotenza che difficilmente hanno trovato espressione così toccante nel cinema. In moltissimi film del grande maestro prevale il senso onirico della vita e anche se in questa sua ultima fatica non c'è l'alternanza tra sogno e realtà, tuttavia essa è palpabile attraverso i desideri del protagonista, il quale "sogna" di possedere Conchita (che non a caso è interpretata da due attrici così diverse:Quale delle due rappresenta il sogno?)ma che mai riuscirà ad averla, anche se sembrerebbe un legame indissolubile, quasi indispensabile (gli salva la vita nell'esplosione finale!). Il maestro ci regala un ultima opera di una raffinatezza strabiliante, a tratti esilarante , atratti angosciante...come nel suo ineguagliabile stile.
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