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                Frightmare (Nero Criminale: le belve sono tra noi, 1974) è invece un film in cui non c'è alcuna speranza nella società o nelle istituzioni: impossibile guarire dalla pazzia (nel caso del film la follia del cannibalismo), senza contare che è ereditaria e può quindi essere trasmessa da madre a figlia! Emblematica la frase finale del film, in cui un giudice condanna i pazzi al manicomio e poi alla libertà una volta guariti; lo stesso Walker ha dichiarato la sua completa sfiducia nella psichiatria, una professione da lui ritenuta sopravvalutata, e non è un caso che nel film proprio uno psichiatra da possibile eroe diviene anch'egli vittima. Ma al di là di una messa in scena congegnata "con diabolico senso della suspense", ciò che lascia davvero stupefatti in questo film è la crudeltà nell'attaccare un'istituzione come la famiglia. Al riguardo basta citare una dichiarazione di Walker apparsa su The Sun nell'aprile del 1975: "Io voglio che la gente entri nel cinema e resti scioccata". E lo shock, più che dal sangue versato, deriva soprattutto da "un'accurata direzione degli attori" (in particolare Sheila Keith, attrice-feticcio del regista) e dalla "precisione sociologica della descrizione". Fatto stà, che nessun altro film-maker britannico raggiunse il livello di trasgressione che Walker regolarmente trasmetteva agli spettatori nei cinema degli anni '70.
 
             
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