elgatoloco
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lunedì 3 febbraio 2020
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lenzi superstar nel genere"poliziottesco"
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Il genere era già avviato: questo"ROma a mano armata"(umberto Lenzi, 1976)conferma la formula: molta violenza(terribili anche le scene nel mnattatoio), alternata a discussioni sulle"regole"che invece il commissario Tanzi(un Maurizio Merli francamente poco espressivo)vorrebbe trasgredire, mentre Arthur Kennedy, leggasi il questore vuole vedere rigidamente applicate, con la fidanzata(poi quasi ex)di Merli, Maria Rosaria Omaggio(Molto televisiva anche in questa parte)che fa il magistrato che invece ricorre ai danni sociali indotti e alle motivazioni sociologiche che spiegano(spiegherrebbero)certi compportamenti criminali. Ecco dunque il giustiziere Tanzi -Merli che lotta contro la malavita con il pugno molto duro, anche perché i cattivi sono cattivi sul serio, dal"Gobbo"(Tomas Milian ormai "à la une")a tanti altri, cortuttori che drogano le ragazze fino a ucciderle con l'overdose e altro ancora.
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Il genere era già avviato: questo"ROma a mano armata"(umberto Lenzi, 1976)conferma la formula: molta violenza(terribili anche le scene nel mnattatoio), alternata a discussioni sulle"regole"che invece il commissario Tanzi(un Maurizio Merli francamente poco espressivo)vorrebbe trasgredire, mentre Arthur Kennedy, leggasi il questore vuole vedere rigidamente applicate, con la fidanzata(poi quasi ex)di Merli, Maria Rosaria Omaggio(Molto televisiva anche in questa parte)che fa il magistrato che invece ricorre ai danni sociali indotti e alle motivazioni sociologiche che spiegano(spiegherrebbero)certi compportamenti criminali. Ecco dunque il giustiziere Tanzi -Merli che lotta contro la malavita con il pugno molto duro, anche perché i cattivi sono cattivi sul serio, dal"Gobbo"(Tomas Milian ormai "à la une")a tanti altri, cortuttori che drogano le ragazze fino a ucciderle con l'overdose e altro ancora...Tutto già visto, oltre a tutto in un plot sfilacciato(tante vicende mai approfondite, che si"perdono per li rami", ma il ritmo è buono, all'epoca il pubblico applaudiva, forse troppo... Da dire che , a parte Kennedy, comunque abbastanza convneizonali, bravi erano solo Milian e Giampiero Albertini. una"spalla"che credo ogni protagonista o coprotagonista avrebbe sempre voluto con sè(qui è un commissario più"tenero"di Tanzi, come ruolo, ma invero neppure troppo tenero). I tempi sono ormai diversi, ma il dibattito sulle armi e sulla giustizia fatta "dai soli cittadini"è ancora una grande querlele politica. qui, comunque si poneva per la polizia, che, per il commissario protaognista, dovrebbe agire con maggiore libertà dai codici e dalle pandette... Comunque, forse anche per dinfendersi dall'accusa di fare film poliziotteschi sempre"di destra", qui, a un certo punto, un"vilain"è un ragazzo iscritto al circolo giovanile monarchico... Ma il tutto non viene poi approfondito, lasciando tutto praticamente in sospeso... El Gato
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elgatoloco
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mercoledì 14 marzo 2018
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a suo modo specchio dei tempi
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Per "leggere"un film come questo"ROma a mano armata"(Umberto Lenzi, 1976)ci sono vari livelli: uno sociologico-politico, dove il film si può considerare violento, "fascistoide"(violenza del potere, rappresentato dalla polizia, ma a fronte di una violenza del narcotraffico e della crimininalità organizzata. iper-capitalista, attenzione, dunque l'accusa di"fascismo"è un serpente che si morde decisamente la coda...), uno puramente filmico("specifico filmico", afferma qualcuno)e là, tutto è un po'da fumetto e fotoromanzo, ma indubbiamente "funziona". ritmo implacabile, dialoghi divertenti anche nell'eccesso(uso del romanesco, efficacissimo, anche perché Roma si presta, mentre Milano o Torino erano già più"anodine"da questo punto di vista; battute grottesche e anche spinte all'eccesso), violenza, sparatorie, inseguimenti sui tetti, tetti che quic danno praticamente su piazza San Pietro e dunque anche aspetto paesaggistico, quello humor"sconcertante"che contrasta con la violenza.
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Per "leggere"un film come questo"ROma a mano armata"(Umberto Lenzi, 1976)ci sono vari livelli: uno sociologico-politico, dove il film si può considerare violento, "fascistoide"(violenza del potere, rappresentato dalla polizia, ma a fronte di una violenza del narcotraffico e della crimininalità organizzata. iper-capitalista, attenzione, dunque l'accusa di"fascismo"è un serpente che si morde decisamente la coda...), uno puramente filmico("specifico filmico", afferma qualcuno)e là, tutto è un po'da fumetto e fotoromanzo, ma indubbiamente "funziona". ritmo implacabile, dialoghi divertenti anche nell'eccesso(uso del romanesco, efficacissimo, anche perché Roma si presta, mentre Milano o Torino erano già più"anodine"da questo punto di vista; battute grottesche e anche spinte all'eccesso), violenza, sparatorie, inseguimenti sui tetti, tetti che quic danno praticamente su piazza San Pietro e dunque anche aspetto paesaggistico, quello humor"sconcertante"che contrasta con la violenza. Poi c'è anche l'aspetto dello"spirito del tempo", in quanto film come questo di Lenzi e altri del genere"poliziottesco"rendono ragione di un fenomeno: la diffusione della violenza criminale nelle grandi città, che da allora ha avuto varie fasi ma, purtroppo, un sostanziale aumento, talora anche in progressione geometrica.Gli interpreti: Maurizio Merli incolore, monocorde, ma aveva il"fisico"adatto, come commissario"duro", Tomas Milian come"il Gobbo"(prima di fare"Er Monnezza", ossia il commissario en travesti , indimenticabile e doppiato benissimo in romanesco, , Maria Rosaria Omaggio come compagna del commissario Tanzi e Giampiero Albertini, ottimo interprete, che dà "corpo"al commissario Caputo nonché Arthur Kennedy, comunque decisamente in parte. In complesso, erano, anzi sono film "da rimpiangere" o quasi... El Gato
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fedeleto
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lunedì 26 gennaio 2015
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lenzi a mano armata
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Il commissario Tanzi tenta di incastrare il gobbo, un malavitoso romano,poiché attraverso lui spera di arrivare ad un boss chiamato Fernandel.Peccato che l'impresa non sia facile, e tanto per cambiare bisogna combattere anche contro rapinatori di banche e ragazzini figli di papà stupratori.Umberto Lenzi(milano odia, orgasmo,spasmo) dirige un capolavoro del polizesco all'italiana, pieno di azione e violenza metropolitana, e Tanzi interpretato da Merli è tra i migliori commissari di ferro, anche se forse Milian gli ruba la scena nella parte del gobbo.Inseguimenti e sparatorie senza sosta, e battute memorabili del gobbo.Lenzi senza dubbio al suo meglio , merito anche di sacchetti nella cosceneggiatura.
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Il commissario Tanzi tenta di incastrare il gobbo, un malavitoso romano,poiché attraverso lui spera di arrivare ad un boss chiamato Fernandel.Peccato che l'impresa non sia facile, e tanto per cambiare bisogna combattere anche contro rapinatori di banche e ragazzini figli di papà stupratori.Umberto Lenzi(milano odia, orgasmo,spasmo) dirige un capolavoro del polizesco all'italiana, pieno di azione e violenza metropolitana, e Tanzi interpretato da Merli è tra i migliori commissari di ferro, anche se forse Milian gli ruba la scena nella parte del gobbo.Inseguimenti e sparatorie senza sosta, e battute memorabili del gobbo.Lenzi senza dubbio al suo meglio , merito anche di sacchetti nella cosceneggiatura.Musiche di Micalizzi al top.
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paolo 67
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lunedì 28 maggio 2012
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uno dei migliori del genere
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Scritto di getto in 27 ore consecutive con due bottiglie di vodka e undici pacchetti di sigarette (che ricordano le sei bottiglie di vino di Hemingway svuotate assieme a un calamaio in una notte alla locanda di Torcello) da Dardano Sacchetti, uomo di grande cultura, il film rappresenta al meglio e il meglio del genere cinematografico poliziesco (detto “poliziottesco”) all'italiana. Se si considerano questi film da un punto di vista schiettamente cinematografico, è difficile non elogiarli (vedi l'ammirazione ad esempio di Tarantino). Ma non piacquero ai politicamente corretti (alcuni critici autorevoli li definirono abietti), però rappresentavano gli umori e le frustrazioni della gente comune, in un periodo in cui ad un degrado morale corrispondeva un escalation della criminalità.
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Scritto di getto in 27 ore consecutive con due bottiglie di vodka e undici pacchetti di sigarette (che ricordano le sei bottiglie di vino di Hemingway svuotate assieme a un calamaio in una notte alla locanda di Torcello) da Dardano Sacchetti, uomo di grande cultura, il film rappresenta al meglio e il meglio del genere cinematografico poliziesco (detto “poliziottesco”) all'italiana. Se si considerano questi film da un punto di vista schiettamente cinematografico, è difficile non elogiarli (vedi l'ammirazione ad esempio di Tarantino). Ma non piacquero ai politicamente corretti (alcuni critici autorevoli li definirono abietti), però rappresentavano gli umori e le frustrazioni della gente comune, in un periodo in cui ad un degrado morale corrispondeva un escalation della criminalità. Il regista pensava al realismo della rappresentazione, al linguaggio, più che al significato politico. In ogni caso il film è un concentrato di fatti il cui spunto era preso dalla cronaca nera del tempo, una vera galleria di situazioni criminali. Stupido e reazionario o no, è uno di quei film metafora della realtà sociale e politica del paese, in un momento particolarmente vivace anche nelle coscienze, che si interrogava sui diversi approcci al crimine e i dilemmi in cui si trovavano i difensori della legalità.
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paolo 67
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venerdì 11 maggio 2012
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summa del poliziottesco all'italiana
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Il film documenta con rara efficacia il clima violento degli anni '70, coll'impotenza di chi serve la legge di fronte alla criminalità dilagante e di chi rispetta solo la legalità, finendo per non rispettare gli ordini per fare giustizia di spietati criminali (come il “Gobbo”, proletario contro tutto e tutti, specie l'autorità, capace di catturare le simpatie del pubblico -pare ci fu una sorta di competizione tra i due attori anche fuori dal film -) usando i loro stessi metodi. Primo film per Maria Rosaria Omaggio. Ambientato nei vari quartieri di Roma, il film presenta in una struttura a mosaico coi vari episodi di cronaca ispirati ai fatti criminali di allora (come quelli del clan dei marsigliesi) uniti dal personaggio del commissario.
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Il film documenta con rara efficacia il clima violento degli anni '70, coll'impotenza di chi serve la legge di fronte alla criminalità dilagante e di chi rispetta solo la legalità, finendo per non rispettare gli ordini per fare giustizia di spietati criminali (come il “Gobbo”, proletario contro tutto e tutti, specie l'autorità, capace di catturare le simpatie del pubblico -pare ci fu una sorta di competizione tra i due attori anche fuori dal film -) usando i loro stessi metodi. Primo film per Maria Rosaria Omaggio. Ambientato nei vari quartieri di Roma, il film presenta in una struttura a mosaico coi vari episodi di cronaca ispirati ai fatti criminali di allora (come quelli del clan dei marsigliesi) uniti dal personaggio del commissario. Grande colonna sonora di Franco Micalizzi, che corrobora l'azione. Sembra meno reazionario di come fu accusato (vedi la dialettica rappresentata dal personaggio della fidanzata del commissario, prima interpretazione di Maria Rosaria Omaggio). Del resto l'accusa di fascismo la ebbe anche James Bond che, gira gira, è un po' il padre di questi “giustizieri” -non aveva licenza di uccidere?-).
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ralphscott
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venerdì 5 marzo 2010
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senza un attimo di tregua
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Impressiona l'assenza di ogni minimo calo del ritmo,della tensione. Si resta incollati allo schermo,e si perdonano anche gli eccessi di un istrionico Gobbo. Anche la Omaggio fa una bella figura,in un ruolo adeguato (a differenza di "Rossella",film tv per il quale farà un provino,in età non più verde). L'ambientazione nei macelli é stata riproposta pochi anni dopo in "Un anno con 13 lune",ancora piùcruenta,ripugnante. Con "Milano odia..." é il mio preferito tra i polizieschi (non ho ancora visto Milano calibro 9)
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ultimoboyscout
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lunedì 25 gennaio 2010
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merli pesta sempre tutti!!
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Abbiamo un morto in più ma abbiamo rispettato la legge...le amare parole del Commissario Tanzi alias Maurizio Merli dopo una sanguinosa rapina. Questa frase spiega molto del carattere un pò truce del poliziotto protagonista del film. Classico poliziottesco anni '70 all'italiana, probabilmente il migliore di tutti. Molto ben interpretato, con un super Tomas Milian, e ottimamente girato dal miglior regista (Umberto Lenzi) del genere.
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mauri 67
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domenica 7 settembre 2008
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leggenda
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La miglior interpretazione di Maurizio Merli per il secondo miglior poliziesco della storia del cinema italiano [il primo è Milano Odia ...]
Un film che ti prende dall inizio alla fine e che ora è entrato nella leggenda
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alessandro chiappetta
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domenica 8 giugno 2008
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poliziesco all'italiana semplice e diretto
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Dopo il sottovalutato noir Milano Rovente e il violento e avvincente Milano Odia, Lenzi gira Roma a mano armata: sicuramente al di sopra di Roma Violenta il film s'inserisce nel filone del commissario giustiziere, che riscuoteva tanto successo nelle sale in quel periodo storico. La sceneggiatura è abbastanza causale, i caratteristi di contorno spesso improvvisati, e la regia svolge il suo compito funzionale per un film a basso costo. Da segnalare la grande interpretazione di Tomas Milian che spicca rispetto a quella tutta d'azione del Bullit italiano, Maurizio Merli.
Seppur frettoloso nell'analisi sociologica sulla piccola delinquenza è apprezzabile per alcune scene, ma perseguibile dal punto di vista del riciclo di scene d'azione e idee di base proventienti da altri film.
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Dopo il sottovalutato noir Milano Rovente e il violento e avvincente Milano Odia, Lenzi gira Roma a mano armata: sicuramente al di sopra di Roma Violenta il film s'inserisce nel filone del commissario giustiziere, che riscuoteva tanto successo nelle sale in quel periodo storico. La sceneggiatura è abbastanza causale, i caratteristi di contorno spesso improvvisati, e la regia svolge il suo compito funzionale per un film a basso costo. Da segnalare la grande interpretazione di Tomas Milian che spicca rispetto a quella tutta d'azione del Bullit italiano, Maurizio Merli.
Seppur frettoloso nell'analisi sociologica sulla piccola delinquenza è apprezzabile per alcune scene, ma perseguibile dal punto di vista del riciclo di scene d'azione e idee di base proventienti da altri film. Sicuramente tra i più "riusciti" del filone, nonostante la chiara radice di film di serie B.
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valentino
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martedì 13 marzo 2007
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c’è ritmo, ritmo!
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Non la Fiat, ma il film ha sempre un bel ritmo.
Anche qui non gode di buon giudizio, ma ognuno pensi sempre con la propria testa. È stata ideata anche per questo.
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