fivedownyouforthetruthboe
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giovedì 17 settembre 2020
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pupi e bulle delinquenziali, a milano spettacolo.
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una storiella incredibile tante persone spesso per il
loro interesse chi da circa 6 anni che da 10 si sono
trasferite con delle regolette di cittadinanza loro e soldi per gli affitti..., a
mangiarsi un pasto nella metropoli, e se
si guardano le facce sfibrate ci si accorge che
avevano pensato di mettersi insieme con i soldi per
drogarsi e delinquere senza rispetto alcuno per le regole
e quello che la città di Milano gli aveva permesso di fare,
coi soldi in tasca del debito pubblico... vogliono adesso fare
i fenomeni e dire di guardare Milano anzichè
tornarsene magari a casa loro e farci vedere cosa quelle
persone possono essere e cosa sanno fare magari nella
loro di città, senza pensare come
dei bimbi disabili, sistemati da chissàcchì, a prendere senza dare un bel
niente, allora le forze dell'ordine
si ribellano a tutte quelle angherie perchè
stanchi di vedere alternarsi delle figure insolite
specie di bimbi rottamabondi insultare la capitale della moda,
con bande violente incapaci di qualsiasi cosa se non
il rimpiatto di sè e il rabbit motive di cui si sa,
volendo vendere altre citta come la capitale del
niente, dove i briganti e papponi si aggregano per imporre a
loro dire la democrazia senza regole, pensando di stipendiarsi col
debito pubblico.
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una storiella incredibile tante persone spesso per il
loro interesse chi da circa 6 anni che da 10 si sono
trasferite con delle regolette di cittadinanza loro e soldi per gli affitti..., a
mangiarsi un pasto nella metropoli, e se
si guardano le facce sfibrate ci si accorge che
avevano pensato di mettersi insieme con i soldi per
drogarsi e delinquere senza rispetto alcuno per le regole
e quello che la città di Milano gli aveva permesso di fare,
coi soldi in tasca del debito pubblico... vogliono adesso fare
i fenomeni e dire di guardare Milano anzichè
tornarsene magari a casa loro e farci vedere cosa quelle
persone possono essere e cosa sanno fare magari nella
loro di città, senza pensare come
dei bimbi disabili, sistemati da chissàcchì, a prendere senza dare un bel
niente, allora le forze dell'ordine
si ribellano a tutte quelle angherie perchè
stanchi di vedere alternarsi delle figure insolite
specie di bimbi rottamabondi insultare la capitale della moda,
con bande violente incapaci di qualsiasi cosa se non
il rimpiatto di sè e il rabbit motive di cui si sa,
volendo vendere altre citta come la capitale del
niente, dove i briganti e papponi si aggregano per imporre a
loro dire la democrazia senza regole, pensando di stipendiarsi col
debito pubblico... e voler fare i ricchi signori a Milano, con quel
bal bla bla di 5 o 6 malattie migratorie, senza metterci nulla, volendo crescere come
soltanto debito pubblico, la riprova è l'incessante astronomico numero che
si portano appresso e che non ha mai rappresentato lo stato, ecco
che le divise non contano per loro... aggrappati a Milano con quegli
espedienti e alle loro poltrone, confrontandosi con le forze dell'ordine,
e con le dovute competenze di aver fatto quell'immenso
debito pubblico... e che a guardarlo nessuno ne vede l'orizzonte, una verità
scomoda che la loro orsa complice ha contribuito a far diventare così,
parlando della loro (dis) onestà, incrementando in modo esponenziale
il debito pubblico, inguardabile e incomprensibile, quello sì,
pensando che se se ne tornano a casa la città non sia piena zeppa
o che gliene importasse qualcosa al Duomo di Milano, sempre lì, ad
aspettare un'occasione che non sia il
loro insulso debito pubblico, delinquendo negli anni senza rispetto,
diventando dei bimbi anziani a loro insaputa, un film crudo
senza spettacolo visti e visto l'argomento e ispirante comunque di film.
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gianni lucini
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lunedì 29 dicembre 2014
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un noir mascherato da poliziottesco
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Va detto subito che, nonostante il titolo, non è un poliziesco all’italiana (o poliziottesco che dir si voglia) ma un noir che, fatte le debite proporzioni di budget, guarda più alla scuola francese che a quella statunitense. Nella vicenda dell’uomo rimasto solo a combattere per se stesso non c’è nessuna speranza e nel finale, come spesso avviene nelle pellicole d’oltralpe, non fa capolino alcuna redenzione. Per i cinefili più incalliti la storia richiama molto da vicino il capolavoro di John Huston Giungla d'asfalto. Caiano è un artigiano che ci sa fare nel film di genere, soprattutto quando le risorse finanziarie e la metratura della pellicola sono necessariamente scarse.
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Va detto subito che, nonostante il titolo, non è un poliziesco all’italiana (o poliziottesco che dir si voglia) ma un noir che, fatte le debite proporzioni di budget, guarda più alla scuola francese che a quella statunitense. Nella vicenda dell’uomo rimasto solo a combattere per se stesso non c’è nessuna speranza e nel finale, come spesso avviene nelle pellicole d’oltralpe, non fa capolino alcuna redenzione. Per i cinefili più incalliti la storia richiama molto da vicino il capolavoro di John Huston Giungla d'asfalto. Caiano è un artigiano che ci sa fare nel film di genere, soprattutto quando le risorse finanziarie e la metratura della pellicola sono necessariamente scarse. Il mistero è nel titolo. Il film non ha alcuna parentela dal punto di vista dell’impostazione narrativa con Roma violenta, Napoli violenta, Provincia violenta e Torino violenta. In più non è neanche stato girato Milano, salvo alcune veloci sequenze iniziali come quella in via Col di Lana 8. In gran parte degli inseguimenti si nota una flora tipica del paesaggio romano e alcune delle scene più lunghe e più significative hanno come sfondo e ambientazione l’ex mattatoio di Testaccio, oggi ristrutturato e messo al servizio delle attività culturali della Capitale. Tra gli attori spicca lo scomparso Claudio Cassinelli in una rara parte da vilain ispirato al personaggio di Renato Vallanzasca affiancato da un convincente Vittorio Mezzogiorno. Caiano completa il rovesciamento delle parti affidando a Elio Zamuto il ruolo insolito del commissario.
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ralphscott
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sabato 11 giugno 2011
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meglio lasciarlo nell'oblio,altro che recuperare!
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Ormai del genere ne ho visti tanti,in doppia cifra,ma questo è di gran lunga il peggiore. Efficaci omicidi ed incidenti,almeno inizialmente,ed una lunga rapina che apre il film. Da segnalare non resta nient'altro. Regia e sceneggiatura di grana grossa,con modesti attori poco convinti. Anche la declamata colonna sonora,forse in assoluto non malaccio,appare inadeguata a garantire suspence,a commentare le immagini. Gli ultimi 3 malviventi che ci lascian le penne,abbandonano lo schermo facendo propio...una figura da polli. E chi dice che ha un gran ritmo,bah,se bastano le Alfa Romeo sgommanti...allora dice il vero. Scusate il tono polemico,ma non c'é nemmeno una star a tenerlo in piedi,'sto filmaccio.
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Ormai del genere ne ho visti tanti,in doppia cifra,ma questo è di gran lunga il peggiore. Efficaci omicidi ed incidenti,almeno inizialmente,ed una lunga rapina che apre il film. Da segnalare non resta nient'altro. Regia e sceneggiatura di grana grossa,con modesti attori poco convinti. Anche la declamata colonna sonora,forse in assoluto non malaccio,appare inadeguata a garantire suspence,a commentare le immagini. Gli ultimi 3 malviventi che ci lascian le penne,abbandonano lo schermo facendo propio...una figura da polli. E chi dice che ha un gran ritmo,bah,se bastano le Alfa Romeo sgommanti...allora dice il vero. Scusate il tono polemico,ma non c'é nemmeno una star a tenerlo in piedi,'sto filmaccio. Silva,Milian,Moschin,Celi...dove siete? Siamo al tramonto di un genere,in maniera ingloriosa.
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dondonatocasoria
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mercoledì 21 novembre 2007
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l'incastro ritmico di milano violenta
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Milano Violenta è un incalazante scontro tra immagini, una corsa mozza fiato che non conosce pause mantenendo un ritmo costante dall'inizio alla fine della pellicola. Di certo non ha la perfezione formale di Milano Rovente e il Commissario di ferro ma di certo è scuola di action-movie made in Italy. Il Gatto, il cavaliere solitario solo contro tutti vicinissimo ai personaggi molto cari allo spaghetti-western, portato avanti dalla sua natura rabbiosa, completa quell'esplosione artigianale e " analogica " di questo film. I personaggi si " mischiano " alle ruote delle Giulie e a quei frames totalmente stracciati B-movie-action-movie allo stato puro dove lo spettatore è portato fino alla fine non più dalla trama ma dal ritmo della regia.
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Milano Violenta è un incalazante scontro tra immagini, una corsa mozza fiato che non conosce pause mantenendo un ritmo costante dall'inizio alla fine della pellicola. Di certo non ha la perfezione formale di Milano Rovente e il Commissario di ferro ma di certo è scuola di action-movie made in Italy. Il Gatto, il cavaliere solitario solo contro tutti vicinissimo ai personaggi molto cari allo spaghetti-western, portato avanti dalla sua natura rabbiosa, completa quell'esplosione artigianale e " analogica " di questo film. I personaggi si " mischiano " alle ruote delle Giulie e a quei frames totalmente stracciati B-movie-action-movie allo stato puro dove lo spettatore è portato fino alla fine non più dalla trama ma dal ritmo della regia.
Vedetelo è veramente bello.
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mauri 67
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martedì 20 novembre 2007
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troppo prevedibile
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i primi 30 minuti del film sono travolgenti poi con il passare del tempo mario caiano rovina il film visibile una certa ingenuita di alcuni meccanismi narrativi nella prevedibilita del montaggio e nella incongruenza di alcuni passaggi nella sceneggiatura e nelle riprese
ottima l interpretazione di claudio cassinelli
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paul tunney
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venerdì 24 febbraio 2006
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altro che america
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Perchè nelle videoteche bisogna sempre recuperare polizieschi americani quando a casa nostra ne abbiamo fatti di splendidi e migliori????????
Mario Caiano....che regista, dallamano.....che regista........giraldi...che regista!!!!!!!!!!!
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josh
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giovedì 15 dicembre 2005
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...a ritmo elevato
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Ottimo esempio di poliziottesco/noir all'italiana che parla di una rapina finita nel sangue e segue la fuga dei rapinatori , in particolare di raul montalbani detto il gatto (un ottimo claudio cassinelli).Tra tradimenti omici e regolamenti di conti si arriverà poi all'ottimo inseguimento finale!!buono anche l'apporto degli altri attori (splendida la dioniso!); energica veloce e piena di ottime trovate la regia di Caiano sottolineata da grandi musiche che rimarranno in mente inevitabilmente per diversi gioni allo spattatore!in definitiva un film da recuperare e vedere sia per gli amanti del genere che non..
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johnny abomaso
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mercoledì 7 gennaio 2004
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una piccola gemma del noir all'italiana
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un film da recuperare assolutamente, non foss'altro per la scena finale dell'inseguimento nel bosco, con una soggettiva in grandangolo degna di raimi. ma tutto il film e' degno di nota, grazie ad una storia che per una volta non vede protagonisti i soliti commissari di ferro, ma un grande claudio cassinelli nella parte del bandito disperato, tradito e consapevole del proprio destino. buono anche il contributo di vittorio mezzogiorno ed attenta regia di caiano (qui probabilmente al suo meglio). i palati piu' fini potranno avere sentore di qualche eco godardiano (ma senza esagerare).
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