onufrio
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lunedì 1 aprile 2019
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star man
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Questo film sa tanto di occasione sprecata dal regista Roeg che imposta la storia con ritmi lenti e a tratti noiosi, tanto da sembrare davvero infinito per via della sua durata (quasi 2 ore e 20). Una sceneggiatura valida (tratta da un romanzo) si disperde dietro la macchina da presa stordendo lo spettatore con scena alle volte inutili. Il significato che lascia rimane comunque importante, la solitudine di un uomo che non è come noi, unico nel suo genere, rimasto intrappolato nel nostro pianeta.
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opidum
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giovedì 15 febbraio 2018
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troppo lungo e troppo tagliato. noioso
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visto ieri sera in dvd per la prima e ultima volta .
il classico film di cui hai sentito parlare e ormai il titolo è entrato nel modo di parlare.
e poi c'è bowie e questo rende il tutto subito cool!!!
detto questo l'impressione mia è che il film fosse molto più lungo ma che il regista ( e meno male !!) abbia tagliato e abbia ridotto il film a due ore e venti interminabii.
perchè dico questo?
perchè nel film ogni tanto escono fuori personaggi che non si capisce da dove arrivino e anche le scene di sesso già belle esplicite sono chiaramente censurate.
sconsigliato
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greatsteven
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martedì 17 ottobre 2017
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debutto al cinema abbracciando la science-fiction.
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L'UOMO CHE CADDE SULLA TERRA (UK, 1976) diretto da NICOLAS ROEG. Interpretato da DAVID BOWIE, RIP TORN, BUCK HENRY, BERNIE CASEY, JACKSON D. KANE, CANDY CLARK
Thomas Jerome Newton è un extraterrestre che approda con la sua astronave sulla Terra da un pianeta sconosciuto in procinto di scomparire dal firmamento, ed è in tutto e per tutto simile ad un essere umano, dal punto di vista fisico. Per giunta possiede un passaporto inglese e nove brevetti che gli consentono di stravincere sulla tecnologia terrestre quando si tratta di comunicazioni, il che lo fa diventare in breve tempo uno degli uomini (o meglio, alieni umanoidi) più ricchi del pianeta.
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L'UOMO CHE CADDE SULLA TERRA (UK, 1976) diretto da NICOLAS ROEG. Interpretato da DAVID BOWIE, RIP TORN, BUCK HENRY, BERNIE CASEY, JACKSON D. KANE, CANDY CLARK
Thomas Jerome Newton è un extraterrestre che approda con la sua astronave sulla Terra da un pianeta sconosciuto in procinto di scomparire dal firmamento, ed è in tutto e per tutto simile ad un essere umano, dal punto di vista fisico. Per giunta possiede un passaporto inglese e nove brevetti che gli consentono di stravincere sulla tecnologia terrestre quando si tratta di comunicazioni, il che lo fa diventare in breve tempo uno degli uomini (o meglio, alieni umanoidi) più ricchi del pianeta. Ma la nostalgia di casa si fa sentire in maniera assai pressante. Un professore dell'Università di Chicago, Nathan Bryce, il quale va volentieri a letto con le sue studentesse, viene a conoscenza, mediante una rivoluzionaria tecnologia fotografica dell'esistenza di una nuova multinazionale, la World Enterprises Corp., molto dinamica e in possesso di brevetti di nuova concezione. Frustrato dalla direzione universitaria nelle sue aspirazioni di ricerca, medita di cambiare lavoro e si mette in contatto con la summenzionata multinazionale. Nel frattempo Newton alloggia in un albergo sotto falso nome (Sussex), ma ad una cameriera di nome Mary-Lou che lo assiste in ascensore mentre ha un'emorragia al naso e lo porta di peso in camera e che si prende cura di lui nei giorni successivi diventandogli addirittura amica, rivela la sua vera identità. Newton svela poi alla donna i piani astronautici che la multinazione di sua proprietà intende mandare in porto, ma Mary-Lou capisce pian piano con quale creatura abbia a che fare: è britannico, ma ignora i salmi della Chiesa d'Inghilterra e dice di essere sposato e con prole, ma non menziona dove moglie e figli siano. Nathan Bryce abbandona l'università, è assunto dalla World Enterprises per occuparsi di ricerche sulla conservazione dell'energia. Newton, dal canto suo, si fa costruire una casa sulla riva del lago presso Haneyville e porta Mary-Lou con sé. Fra i due, tuttavia, la tensione aumenta, lei percepisce che l'uomo nasconde qualcosa, lui è sempre più insofferente come se gli mancasse il tempo: soffre di allucinazioni che si sovrappongono alla sua percezione, vede una famiglia vestita con tute salvavita che attraversa il paesaggio desolato di un pianeta che non può essere la Terra. Da queste visioni, Mary-Lou giunge finalmente a capire che l'uomo da lei amato è un extraterrestre. Come se non bastasse, a complicare ulteriormente la faccenda ci si mette di mezzo la CIA, che contatta l'avvocato Oliver Farnsworth, specialista in brevetti industriali, che nelle prime sequenze del film aveva ricevuto da Thomas Jerome 10.000 dollari in contanti con la promessa in cambio di leggergli seduta stante tutta la documentazione portata nel suo ufficio dall'alieno umanoide. Infine, l'astronave progettata e costruita dalla World Entreprises viene fatta saltare in aria. Dal corpo di Newton, capace di guardare attraverso i raggi X, viene eliminata ogni singola traccia di origine extraterrestre, e per egli non rimane nessuna speranza di rimpatriare sul suo pianeta. Ma l'amicizia sopraggiunta frattanto fra Newton e Bryce potrebbe lasciare aperto un piccolissimo ed esile barlume... Ormai arrivato al rango di superstar della musica internazionale, abilissimo sperimentatore di generi e inventore di sé stesso mediante il personaggio di Ziggy Stardust (alieno dall'indecifrabile DNA sessuale, proveniente da Marte insieme agli Spiders, come recita il titolo del suo album capolavoro del 1972), il compianto Bowie (vero nome: David Jones, 1947-2016) poteva permettersi benissimo, come infatti fece, un'incursione nel mondo del cinema con una pellicola di fantascienza che, oltre ad ottenere una candidatura per l'Orso d'orop al Festival di Berlino 1976, si impose subito all'attenzione del pubblico mondiale diventando, nell'ambito del summenzionato genere, una delle opere della settiama arte più apprezzate di ogni epoca. L'elogio sa un po' di panegirico e agiografia, ed è pertanto vittima di un'esagerazione abbastanza evidente e addirittura imbarazzante. Il New York Times scrisse che si trattava di “una meravigliosa storia di fantascienza, la storia del visitatore di un altro pianeta che vuole soprattutto dire qualcosa sulla vita del pianeta Terra”. Anche da questa visione mi dissocio. Ma non nego al film di N. Roe i meriti che in effetti non gli difettano: un protagonista sotto le righe (splendidamente doppiato dall'allora 24enne Roberto Chevalier) che non si vanta mai della propria intelligenza superiore e agisce sempre e comunque nell'interesse positivo del pianeta che lo ospita e che lo tratta come se vi fosse nato; un cast che, per il resto, mette in campo un magnifico R. Torn nei panni dell'ex docente universitario che vuole vederci chiaro in una questione che per lui ha del sovrannaturale, guadagnandoci per fortuna un insperato amico, una bravissima C. Clark nelle vesti della cameriera che s'innamora di Bowie e, pur fra scontri e litigi che spesso inaspriscono il loro rapporto, non smette mai di giurargli fedeltà, qualunque piega prendano gli eventi, e un B. Henry perfettamente a suo agio nel ruolo del giureconsulto che rimane stupito dai nove brevetti che l'extraterrestre gli consegna e che fa una brutta fine (defenestrato) quando la CIA decide di passare dalle parole ai fatti. Se non altro, Roeg ha saputo dirigere un cantautore al suo esordio nella recitazione con pazienza e savoir-faire, e questo è il punto di forza di una vicenda che magari non sarà stata in grado di rivoluzionare la fantascienza nel cinema come fecero, ciascuno al loro tempo, film come Metropolis, E.T. - L'extraterrestre o Blade Runner, ma ha saputo proporre un personaggio principale fuori da qualunque schema di catalogazione e pertanto ideale per affrontare il tema delle energie rinnovabili e della protezione ambientale, e tutti gli altri argomenti che la storia affronta senza scivolare con pericolosità prevedibile nel buonismo di stampo ecologista, usando come tramite il veicolo dell'impresa gigantesca diretta da un intelligentone di un'altra galassia che mette tutte le sue immani potenzialità al servizio dell'esplorazione dell'universo, che è poi la sua unica e vera casa, alla quale rimane affezionato fin dal principio, quando atterra nel lago circondato dal bosco d'alberi, alla scena conclusiva, in cui si china col cappello in testa e da lì scorrono i titoli di coda. Saturn Award 1977 a Bowie come miglior attore. Il cantautore londinese avrebbe potuto però curare personalmente la colonna sonora, che invece è stata affidata a John Phillips e Stomu Yamashta, e magari interpretare lui stesso tre o quattro canzoni composte di proprio pugno, ma evidentemente l'impegno profuso per la parte del leone lo assorbì talmente che non poté occuparsene. Il che è un peccato: un artista musicale che debutta nel cinema e che non canta nemmeno un suo brano nella colonna musicale suona un po' come una perdita o una presa in giro nei confronti di sé stesso. Ciò detto senza nulla togliere alla statura morale di un genio che seppe cambiare da cima a fondo l'ambito della musica leggera mescolando i generi fra loro e conversando spesso di alieni, spazio e galassie lontane dalla Via Lattea con stupefacente originalità, e che qualche volta si concesse pure incursioni in film in cui non dimostrò altrettante doti fuori dall'ordinario, ma si seppe tuttavia far valere non certo come l'ultimo dei novellini.
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marbus
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venerdì 31 gennaio 2014
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questo film è una bowiata
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Se avete letto il libro e vi è piaciuto , non guardate questo film. Se avete letto il libro e non vi è piaciuto , guardate il film e rivaluterete il libro. La pagina scritta era un racconto di fanatascenza agile , appassionante e politico, nel senso migliore del termine. Il film di Roag è invece un polpettone noioso, dilatato e pretenzioso. Per ravvivare la messa in scena il regista fa sottoporre David Bowie, solo fisicamente in parte ma assolutamente mediocre dal punto di vista recitativo, a imbarazzanti e gratuite scene di sesso, in cui la psichedelia maschera la mancanza di ogni sorta di coerenza visiva e di sensualità. Per non parlare della assoluta sconclusionatezza del personaggio del professore, che nel libro aveva ben altra caratura e complessità.
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Se avete letto il libro e vi è piaciuto , non guardate questo film. Se avete letto il libro e non vi è piaciuto , guardate il film e rivaluterete il libro. La pagina scritta era un racconto di fanatascenza agile , appassionante e politico, nel senso migliore del termine. Il film di Roag è invece un polpettone noioso, dilatato e pretenzioso. Per ravvivare la messa in scena il regista fa sottoporre David Bowie, solo fisicamente in parte ma assolutamente mediocre dal punto di vista recitativo, a imbarazzanti e gratuite scene di sesso, in cui la psichedelia maschera la mancanza di ogni sorta di coerenza visiva e di sensualità. Per non parlare della assoluta sconclusionatezza del personaggio del professore, che nel libro aveva ben altra caratura e complessità. Inutile cercare il ben che minimo accenno d'ironia o di azione, in uno dei più brutti film che siano mai stati realizzati dai Lumiere a oggi. Per quelli che vogliono alienarsi vedendo film di alieni.
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ninafra1965
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martedì 11 dicembre 2012
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dvd buttato (!)
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Dicono che il libro di Tevis anticipava in qualche modo la disillusione e l'amarezza che il tramonto degli ideali kennedyani della Nuova Frontiera provocò in molti intellettuali americani e Fruttero e Lucentini scrivono sulla quarta di copertina del libro : "E' un libro semplice e misterioso, delicato e crudele, un gioiello isolato che non ha avuto predecessori e imitatori". Ebbene, Roeg non é riuscito a rendere nulla del libro. Il film ha uno stile e un atmosfera noiose e nauseanti. Bowie purtroppo da l'idea di non saper recitare (mentre é un ottimo cantante), insomma, per farla breve, ho buttato il dvd, cosa mai fatta in vita mia, perché non butto libri e dvd nella spazzatura, ma questo sì, mi dispiace.
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Dicono che il libro di Tevis anticipava in qualche modo la disillusione e l'amarezza che il tramonto degli ideali kennedyani della Nuova Frontiera provocò in molti intellettuali americani e Fruttero e Lucentini scrivono sulla quarta di copertina del libro : "E' un libro semplice e misterioso, delicato e crudele, un gioiello isolato che non ha avuto predecessori e imitatori". Ebbene, Roeg non é riuscito a rendere nulla del libro. Il film ha uno stile e un atmosfera noiose e nauseanti. Bowie purtroppo da l'idea di non saper recitare (mentre é un ottimo cantante), insomma, per farla breve, ho buttato il dvd, cosa mai fatta in vita mia, perché non butto libri e dvd nella spazzatura, ma questo sì, mi dispiace.
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gianni lucini
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martedì 11 ottobre 2011
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bowie diserta la prima
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David Bowie non partecipa alla serata londinese del 18 marzo 1976 nella quale viene presentato, in prima visione assoluta il film. Il cantante infatti è impegnato in tour. Il pubblico ela critica mostrano di apprezzare l’interpretazione data da Bowie all’alieno arrivato sulla terra in pace e perseguitato dal potere. Molto liberamente ispirato a un romanzo di Walter Travis e sceneggiato da Paul Maysberg, il film diretto da Nicolas Roeg può essere considerato uno degli ultimi esempi del genere fantascientifico politicamente impegnato degli anni Settanta.
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fabian t.
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mercoledì 15 giugno 2011
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deludente e soporifero
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Avendo letto ottime recensioni a riguardo, ho dovuto rivedere due volte questo film, sforzandomi di andare oltre la prima tediosa mezz'ora, ma il mio giudizio, del tutto personale, s'intende, è pressoché lo stesso: "L'uomo che cadde sulla terra" è davvero una caduta stilistica della fantascienza anni settanta, proponendo in modo inerte una storia che sarebbe stato meglio conoscere dal romanzo originale. Noioso, irritabilmente promiscuo, scenograficamente desolante, recitato senza convinzione, piatto in tutti i sensi. Non basta la presenza di Bowie a dare dinamicità e spessore a un film in cui effetti speciali ridicoli e scene pornoerotiche scadenti non offrono certo un granché di contenutisticamente rilevante.
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Avendo letto ottime recensioni a riguardo, ho dovuto rivedere due volte questo film, sforzandomi di andare oltre la prima tediosa mezz'ora, ma il mio giudizio, del tutto personale, s'intende, è pressoché lo stesso: "L'uomo che cadde sulla terra" è davvero una caduta stilistica della fantascienza anni settanta, proponendo in modo inerte una storia che sarebbe stato meglio conoscere dal romanzo originale. Noioso, irritabilmente promiscuo, scenograficamente desolante, recitato senza convinzione, piatto in tutti i sensi. Non basta la presenza di Bowie a dare dinamicità e spessore a un film in cui effetti speciali ridicoli e scene pornoerotiche scadenti non offrono certo un granché di contenutisticamente rilevante. (Per non parlare di un paio di scene di pessimo gusto.) Un semplice confronto con "Zardoz" o "Il pianeta delle scimmie", poi, rendono ancora più evidenti questi difetti, pur lodando almeno nelle intenzioni del regista il coraggio di affrontare un tema concettuale complesso come quello che ha tentato maldestramente di rappresentare.
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weach
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lunedì 28 marzo 2011
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fantascienza, estetica, esistenziale, raffinata
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The men who fell to Earth
ultima
Il regista Nicholas Roeg con una “fotografia elegante , piena di contrasti ,a volte sgranata , spesso morbida , a volte pittorica,con forti connotazioni di densità,propone con senso estetico impareggiabile, la trasposizione cinematografica del romanzo di fantascienza Di Water Trewis dall’omonimo titolo.
Un bel soggetto di fantascienza, esistenziale,drammatico, con una trama discontinua , sulla diversità dell’essere , sull’ alienazione sulla solitudine arricchito da una splendida interpretazione dell’alieno da parte di un sorprendente e misterioso David Bowie.
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The men who fell to Earth
ultima
Il regista Nicholas Roeg con una “fotografia elegante , piena di contrasti ,a volte sgranata , spesso morbida , a volte pittorica,con forti connotazioni di densità,propone con senso estetico impareggiabile, la trasposizione cinematografica del romanzo di fantascienza Di Water Trewis dall’omonimo titolo.
Un bel soggetto di fantascienza, esistenziale,drammatico, con una trama discontinua , sulla diversità dell’essere , sull’ alienazione sulla solitudine arricchito da una splendida interpretazione dell’alieno da parte di un sorprendente e misterioso David Bowie.
Dice David Bowie” Nicholas Roeg venne a casa mia qualche settimana dopo che mi avevamandato il soggetto . Arrivò puntuale ed io ero uscito. Dopo circa otto ore mi ricordai del nostro appuntamento….,tornai con nove ore di ritardo,pensando, certo, che fosse andato via. Era seduto in cucina ; Era seduto lì per ore.. Ero così imbarazzato....Poi cominciò a parlare. Due o tre ore dopo ero convinto che fosse un genio“
Dice Nicholas Roeg di David Bowie “all’inizio David avrebbe dovuto fare anche la colonna sonora , ma si dimostrò troppo difficile. Abbiamo tutti delle pressioni , delle scadenze. Alla fine prendemmo John Philips per fare la colonna sonora. Sei mesi dopo David mi mando una copia di Low con una nota che diceva ..questa è quello che volevo fare per la colonna sonora ,Sarebbe stata una meravigliosa colonna sonora. “
Piace sottolineare nel film l’impegno della regia nel rappresentare il profondo senso di solitudine che genera la diversità dell’essere , diversità che diviene anche incomprensione, non comunicazione , separazione.
Il soggetto , ben congegnato, resterà per sempre nella storia della fantascienza ,per la sua forte caratterizzazione e le implicazioni esistenziali che emergono con potenza energetica rilevante .
Cosa ci resta di questo film di questa fantascienza ?
Un David Bowie nella parte dell’ alieno Thomas Jeron Newton , superlativo , mistico,esistenziale ,introspettivo, indecifrabile ;
le ambientazioni fotografiche speciali di Nicholas Roeg , che come lampi energetici, resteranno per sempre nei nostro occhi ;
una storia speciale che trasmette vividamente un vuoto spaziale e di distanza fra le forme possibili dell’essere .
Fantascienza speciale per raffinati che vale sicure quattro lucide stelle d’oro .
Il film ricevette la nomination all’Orso d’oro del festival di Berlino del 1976 , Bowei ricevette il primo per il la miglior attore dalla Academy of Scienze ,Fiction , Fantasy and Horror films americana .
Buona visione
Weach Illuminati
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taniamarina
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domenica 4 aprile 2010
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una piccola perla del tutto dimenticata
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Un surreale e complesso pensiero sull'uomo iconografico, una sconcertante descrizione di ciò che sarebbe successo, ossia del deserto e della siccità che gli uomini avrebbero provato nell'affidarsi completamente alla comunicazione visiva e non. Gli accenni filosofici sono talmente marcati da sembrare quasi ridicoli, e qua e là si sente il sapore di qualche ingenuità di troppo. Ma è un film che parla della solitudine a cui noi uomini internettizzati siamo talvolta sottoposti, e lo fa senza pietismi; e non è affatto vero che la pellicola gira soltanto intorno al magnetismo di un grande artista poliedrico.
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Un surreale e complesso pensiero sull'uomo iconografico, una sconcertante descrizione di ciò che sarebbe successo, ossia del deserto e della siccità che gli uomini avrebbero provato nell'affidarsi completamente alla comunicazione visiva e non. Gli accenni filosofici sono talmente marcati da sembrare quasi ridicoli, e qua e là si sente il sapore di qualche ingenuità di troppo. Ma è un film che parla della solitudine a cui noi uomini internettizzati siamo talvolta sottoposti, e lo fa senza pietismi; e non è affatto vero che la pellicola gira soltanto intorno al magnetismo di un grande artista poliedrico. Ha molte cose da dire questo film, e forse ne dice sin troppe. Film difficile, ostico, ma bellissimo
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nino p.
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lunedì 16 febbraio 2009
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un capolavoro di realismo
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Premesso che il genere fantascientifico non mi è mai piaciuto (tranne qualche eccezione) in quanto spesso i narratori ed i registi tendono a volare un pò troppo con la fantasia. Questo film, invece, mi ha molto colpito per il suo realismo. Io credo che se esistono gli alieni sono proprio come il personaggio interpretato da David Bowie: di intelligenza superiore, apparentemente simili agli umani e, comunque, abili nell'inserirsi in lavori intellettualmente impegnati. Mi è molto piaciuta la trama ed il malinconico destino del protagonista nell'essere costretto dagli umani a restare contro la sua volontà sul pianeta Terra. Decadente poesia allo stato puro. Un David Bowie straordinariamente unico.
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Premesso che il genere fantascientifico non mi è mai piaciuto (tranne qualche eccezione) in quanto spesso i narratori ed i registi tendono a volare un pò troppo con la fantasia. Questo film, invece, mi ha molto colpito per il suo realismo. Io credo che se esistono gli alieni sono proprio come il personaggio interpretato da David Bowie: di intelligenza superiore, apparentemente simili agli umani e, comunque, abili nell'inserirsi in lavori intellettualmente impegnati. Mi è molto piaciuta la trama ed il malinconico destino del protagonista nell'essere costretto dagli umani a restare contro la sua volontà sul pianeta Terra. Decadente poesia allo stato puro. Un David Bowie straordinariamente unico.
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[+] stringatino!!!!!!!!!
(di weach)
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