Ecco l'impero dei sensi |
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Un film di Nagisa Ôshima.
Con Tatsuya Fuji, Eiko Matsuda, Taiji Tonoyama, Aoi Nakajima, Meika Seri.
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Titolo originale Ai no Corrida - L'Empire des sens.
Drammatico,
durata 104 min.
- Giappone, Francia 1976.
- VM 18 -
MYMONETRO
Ecco l'impero dei sensi
valutazione media:
3,40
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La mistica dell'hard giapponesedi Paolo 67Feedback: 9827 | altri commenti e recensioni di Paolo 67 |
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domenica 6 novembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La parabola di Nagisa Oshima dalla ribellione ai padri della cultura giapponese ad una morale di saggezza e tolleranza comincia alla fine degli anni '50 e prosegue nelle fila dell'estrema sinistra fino al'68, nel quale però confluiscono già elementi della tradizione nipponica, come il fatalismo che Oshima individua nell'oscuro liberato da quel movomento, accumulato nell'inconscio da una generazione frustrata. A questa tradizione, dopo il fallimento delle pulsioni rivoluzionarie, ritorna Oshima pervenendo ad un'evocazione algida e suggestiva del passato con "L'impero dei sensi". Scambiato per un pornofilm, gli procura noie con la giustizia (non è mai uscito in Giappone). La sua claustrofobia dimostra la polemica assenza di realtà storica, il rifiuto di ogni dialettica con la storia in un Eros totale e totalizzante che si muove nel senso del recupero "maledetto" di una parte non recuperabile della ragione borghese, ma, forse, recuperabile dall'industria dello spettacolo: il film ebbe successo di scandalo al Festival di Cannes 1976 e poi in tutto il mondo, conquistandosi la patente di film pornografico "d'arte", di hard-core di lusso. In Giappone uscì solo in versione deformata come pornofilm d'importazione ed ebbe un processo (che Oshima vinse) per oscenità. L'interesse del pubblico medio (e della censura) fu attirato dall'hard in sè, non tanto dal visionario e dal delirante, elementi di continuità rispetto alla filmografia di Oshima che, questa volta in forma di hard-core, prosegue il suo discorso sull'alienazione sociale. Influenzato da Bataille riletto attraverso le componenti più sado-masochistiche della cultura giapponese, il film illustra minuziosamente, in maniera affascinante i rituali di possesso sessuale di quella realtà storica che il film polemicamente rifiuta. Tratto da un fatto di cronaca del 1936, il film è realistico ma non volgare e conserva una forza e un fascino nell'edizione integrale (in home video) superiori a quella manipolata uscita sugli schermi cinematografici.
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