Ecco l'impero dei sensi

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Un film di Nagisa Ôshima. Con Tatsuya Fuji, Eiko Matsuda, Taiji Tonoyama, Aoi Nakajima, Meika Seri.
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Titolo originale Ai no Corrida - L'Empire des sens. Drammatico, durata 104 min. - Giappone, Francia 1976. - VM 18 - MYMONETRO Ecco l'impero dei sensi * * * - - valutazione media: 3,40 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
danko188 mercoledì 9 marzo 2016
storia di una ninfomane nell'impero giapponese Valutazione 3 stelle su cinque
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No
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Ecco l'impero dei sensi è tratto da un curioso fatto di cronaca avvenuto nel '36 secondo cui la vera protagonista Sada Abe (nel film Eiko Matsuda), avrebbe avuto una trascendente storia d'amore col padrone dello spizio in cui presta servizio (scusate il gioco di parole), Kiki Sam (Tatsuya Fukji).
Tutto il film nell'arco dei suoi 100 minuti di durata compie la rappresentazione sublimata di questo tumultuoso rapporto di coppia, senza che le immagini ci risparmino niente, tant'è che Oshima venne accusato di aver prodotto un autentico film porno da sempre ripudiato in patria, mentre da noi uscì nel' 78 una versione che quanto a doppiaggio lascia ampiamente a desiderare, ma veniamo al dunque. [+]

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paolo 67 domenica 6 novembre 2011
la mistica dell'hard giapponese Valutazione 5 stelle su cinque
50%
No
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La parabola di Nagisa Oshima dalla ribellione ai padri della cultura giapponese ad una morale di saggezza e tolleranza comincia alla fine degli anni '50 e prosegue nelle fila dell'estrema sinistra fino al'68, nel quale però confluiscono già elementi della tradizione nipponica, come il fatalismo che Oshima individua nell'oscuro liberato da quel movomento, accumulato nell'inconscio da una generazione frustrata. A questa tradizione, dopo il fallimento delle pulsioni rivoluzionarie, ritorna Oshima pervenendo ad un'evocazione algida e suggestiva del passato con "L'impero dei sensi". Scambiato per un pornofilm, gli procura noie con la giustizia (non è mai uscito in Giappone). [+]

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ilaskywalker venerdì 29 luglio 2011
un film che non resterà 'dentro di me' Valutazione 2 stelle su cinque
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Mah. Un film del genere non suscita in me coinvolgimento/empatia passionale, eccitazione, dolore: nulla. Comunica invece certamente in pieno lo svilimento del sesso, la consunzione, l'abitudine, il punto limite. Quasi la repulsione dall'atto, un ingranaggio più mentale che fisico che non puo' essere fermato. Apprezzabili un paio di frammenti senza audio, tra cui un primo brevissimo flash di omicidio immaginato dalla protagonista; al mio occhio risultano più poetici dell'intero insieme.

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paride86 venerdì 8 ottobre 2010
solo per lo scandalo... Valutazione 1 stelle su cinque
29%
No
71%


Andrò controcorrente, ma a me non è piaciuto per niente. E' un film porno, girato come un film porno, appunto, senza drammaticità e sentimenti, indipendentemente dalle scene esplicite.
Sarà anche ispirato ad una storia realmente accaduta, ma questo non cambia il valore del prodotto finale.

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paola di giuseppe sabato 21 agosto 2010
"pratica della gioia dinanzi alla morte”. Valutazione 4 stelle su cinque
82%
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Oshima gira il film nel ’76 traendo da un fatto di cronaca del ’36 di una donna che tagliò il pene all’amante.Tanaka aveva girato due anni prima Abesada,l’abisso dei sensi,Bertolucci faceva uscire nel’72 Ultimo tango e il tema dell’amour fou investì l’occidente con conseguenze prevedibili sul piano censorio.La liberazione dai tabù sessuali era ancora lontana,anzi quelli furono anni più che mai inclini ad involuzioni moralizzatrici(ricordiamo il calvario di Pasolini). Bisogna tornare molto indietro per trovare nell’espressione artistica momenti di autentica libertà e riflessioni d’avanguardia sul tema della rappresentazione,pensiamo all’opera di George Bataille e alla teorizzazione dell’uomo come “separazione dalla totalità della natura”,e dunque la necessità del recupero di un’unità che passi attraverso la trasgressione. [+]

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marco domenica 31 gennaio 2010
onore al grande maestro Valutazione 5 stelle su cinque
50%
No
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ONORE A NAGISHA OSHIMA SONO LE PAROLE PER RINGRAZIARLO PER QUEL CHE LA SUA CINEMATOGRAFIA CI HA REGALATO.
L'IMPERO DEI SENSI E' UNO DEI TANTI CAPOLAVORI DEL GRANDE MAESTRO, ANCHE SE IL MIO PREFERITO RISULTA ESSERE "RACCONTO CUDELE DI UNA GIOVINEZZA".
DA UN FATTO DI CRONACA DEL 1936,  IL REGISTA REALIZZA UN FILM INTIMO O MEGLIO UN SOGNO  AD OCCHI APERTI.
UN SOGNO I CUI RICORDI DA SVEGLIO SONO GLI SCHIZZI DI PITTURA ALL'INTERNO DI UN QUADRO VIVENTE.
QUADRO VIVENTE E' IL GIUSTO ATTRIBUTO PER POTER PARLARE DELLE SUE PENNELLATE I CUI COLORI SONO FRUTTO DELLA SUA SUGGESTIVA INTIMA VISIONE.
IL SOGGETTO AL CENTRO DEL QUADRO E' LA PRESENZA SOFFOCANTE DEI CORPI NUDI DEI DUE AMANTI. [+]

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magpbi giovedì 28 gennaio 2010
una bella metafora Valutazione 5 stelle su cinque
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Film molto bello e terribile e direi ancora molto attuale. Mi è parso un film «filosofico» quasi «sperimentale» dove lo scopo non era fare «cassetta» ma puntare l’indice contro lo spettatore che avesse avuto il coraggio di visionarlo (per non parlare di quelli che non lo vorranno vedere, come dirò più sotto). Non è certamente un film per tutti e non lo dico per le scene hard. Il film si presenta ben presto, volutamente noiosissimo perché è di questo «mal dell’anima» che Oshima vuol parlarci e non solo! C’è un giudizio severo verso le proprie radici culturali: più o meno il giudizio è «se si è arrivati a tanto, non è tanto perché si sono persi dei valori, ma perché non si è mai smesso di coltivare antiche ipocrisie». [+]

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paolo castracane sabato 15 marzo 2008
l'impero dei sensi Valutazione 4 stelle su cinque
33%
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67%

ottimo film dove si conosce la sensualità del paese del sol levante, cosa impensabile nel nostro paese.

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black dahlia giovedì 26 luglio 2007
..il piacere di dare il piacere... Valutazione 4 stelle su cinque
78%
No
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Sulla base di un fatto di cronaca che sconvolse la Tokjo del 1936, il maestro Nagisa Oshima mette in scena l’eros estremo tra Kichi e la giovane cameriera Abe Sada, che riesce a realizzare il desiderio di possesso totale dell’amante/amato attraverso la sua morte, cui fa seguito l’ appropriazione delle parti virili . Sin dalle prime sequenze del film, appare chiaro come le intenzioni del regista non siano quelle di rendere la trasposizione cinematografica meno estrema della storia reale. La pellicola ha un tocco spiccatamente erotico che, in alcuni tratti, potrebbe avere un retrogusto pornografico. La raffinatezza e la maestria della regia di Nagisa Oshima, tuttavia, sono tali da minimizzare questo effetto, esaltando, invece, il carattere sensuale, più che solo meramente sessuale, della relazione, probabilmente anche grazie ad una ambientazione intima di richiamo teatrale. [+]

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nazza venerdì 4 agosto 2006
un autentico mostro sacro Valutazione 4 stelle su cinque
60%
No
40%

Raffinatezza, spettacolarità, estetismo, edonismo, eros: è una miscela esplosiva il film di Oshima. Questa pellicola è la massima espressione della consapevolezza artistica del regista giapponese, le sue scene possono risultare crude, forti ma mai volgari. Oshima cerca in tutti i modi di approfondire l'evoluzione erotica dei due personaggi coinvolti in un menage estenuante e libidinoso. Il film acquisisce quasi il valore di uno dei famosissimi horror di Dreyer; il giapponese, infatti, sfruttando le paure di un'intera società, tagliando i preconcetti del bigottismo e dell'ignoranza, prova a rifondare degli schemi etici sottolineando molti limiti della cultura contemporanea. E se invece il suo fine fosse diverso? Se il voler far notare gli inesorabili cambiamenti di una società non gli interessava? Se il suo unico scopo fosse stato quello di raccontare il suo speciale e unico eros? Se avesse platonicamente voluto riprendere i temi edonistici per poterli soltanto esaltare nuovamente? Anche se ritengo che quest'ultima ipotesi sia da scartare, qualunque sia la motivazione che abbia spinto il regista asiatico ad intraprendere la realizzazione del film, non possiamo che esserne contenti.

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