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Severine (Valentina Cortese)
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Allora, quell'attore che ha sognato per tutta la vita di recitare Amleto
... Finalmente riesce a farsi mettere su lo spettacolo, ma era talmente cane, talmente cane, che tutte le sere si faceva fischiare. Allora una sera ne ha avuto abbastanza, e cosa fa? Si ferma nel bel mezzo del monologo "To be or not to be", volta la faccia verso il pubblico e dice: "I didn't write that shit", non sono io che ho scritto questa me**a!
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Ferrand (François Truffaut) e Alphonse (Jean-Pierre Léaud)
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Su, Alphonse, vieni: ora te ne torni in camera, ti rileggi il copione, e ti metti a lavorare un po' e poi cerchi di dormire. Domani si lavora, e il lavoro è più importante. Non fare il cretino, Alphonse: sei un bravissimo attore, il lavoro va a gonfie vele. Lo so, c'è la vita privata, ma la vita privata zoppica per tutti. I film sono più armoniosi della vita, Alphonse: non ci sono intoppi nei film, non ci sono rallentamenti. I film vanno avanti come i treni, capisci?-Come i treni nella notte. La gente come me e come te, lo sai bene, siamo fatti per essere felici nel nostro lavoro del cinema.
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Alphonse (Jean-Pierre Léaud) e (Bernard Menez)
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Senti, Bernard. Le donne sono delle maghe?
Ah, le donne no! Le loro gambe sono magiche. Noi portiamo i pantaloni, loro portano le sottane, e allora...
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Ferrand (François Truffaut)
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Che cos'è un regista? Un regista è uno a cui vengono fatte in continuazione domande... domande su qualsiasi cosa... A volte lui sa la risposta, a volte no...
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Alphonse (Jean-Pierre Léaud)
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Le donne sono delle maghe?
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Ferrand (François Truffaut) e Alexandre (Jean-Pierre Aumont)
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Mi dispiace di farla morire ancora una volta.
Ah, ci sono abituato. Su ottanta film che ho girato, sono morto ventiquattro volte: due sedie elettriche, due impiccagioni, qualche pugnalata, qualche suicidio, e non so quanti incidenti. Ma non sono mai morto di morte naturale. Ah, del resto è giusto che sia così: perché io non trovo che la morte sia naturale.
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Severine (Valentina Cortese) e Ferrand (François Truffaut)
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Ho sempre provato un'attrazione irresistibile per il fuoco.
Sa, credo che la gente una volta guardava il fuoco come oggi guarda la televisione. E ho l'impressione che uno ha sempre bisogno, soprattutto dopo cena, di guardare delle immagini in movimento.
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Ferrand (François Truffaut)
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La lavorazione di un film somiglia al percorso di una diligenza nel Far West: all'inizio uno spera di fare un bel viaggio, poi comincia a domandarsi se arriverà a destinazione.
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(Nathalie Baye)
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Io per un film potrei piantare un uomo, ma per un uomo non pianterei mai un film.
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Alexandre (Jean-Pierre Aumont) e (David Markham)
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Strano come gli attori siano vulnerabili.
No, invece è normale. Tutti quanti hanno paura di essere giudicati. Nel vostro mestiere, il giudizio fa parte della vita, sia nel lavoro che fuori dal lavoro.
Eh, già... Quando incontriamo qualcuno ci domandiamo: cosa pensa di me? Chissà se mi ama... Ma io penso che sia la stessa cosa per tutti gli artisti. Quando Mozart era bambino, e gli chiedevano di suonare, rispondeva: "Ora ti suonerò tutto quello che vuoi, ma prima dimmi che mi ami".
E poi... è il mestiere in cui ci si bacia di più.
Lei lo ha notato, vero? Sì, non facciamo che baciarci: pare che la stretta di mano fu inventata per dimostrare che non si era armati, che non si era nemici, ma per noi questo non basta... Bisogna dimostrare che ci si ama: mio tesoro, my darling, my love, sei magnifica... Se ne ha bisogno.
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Alphonse (Jean-Pierre Léaud)
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Qualcuno può prestarmi diecimila lire per andare a puttane?
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Ferrand (François Truffaut)
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Siamo arrivati a metà dell'avventura. Io, prima di cominciare a girare, desidero soprattutto fare un film che sia bello. Non appena sorgono le prime grane devo ridurre le mie ambizioni, augurandomi che io riesca a finire il film. Verso la metà della lavorazione faccio un esame di coscienza, e mi dico: potevi lavorare meglio, potevi dare di più, ora ti resta l'altra metà per rimetterti in pari, e da quel momento cerco di rendere più vivo tutto ciò che si vedrà sullo schermo.
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Alexandre (Jean-Pierre Aumont)
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C'era un'attrice austriaca, Hedy Lamarr. Era una regina di Hollywood. Ebbene, rimpiangeva talmente il clima piovoso del suo Tirolo natio, che aveva fatto installare nel giardino della sua proprietà in California una macchina per la pioggia.
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(Jean Champion) e Alexandre (Jean-Pierre Aumont)
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Dopotutto, il cinema è una grande famiglia.
Be', anche gli Atridi erano una grande famiglia.
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Alphonse (Jean-Pierre Léaud)
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No, io non sono affatto gelosa. Comunque è una cosa stupida, la gelosia, oppure bisogna andare fino in fondo: fino ad ammazzare. Invece sei tu che sei geloso... Si vede, hai le sopracciglia che si toccano.
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Alphonse (Jean-Pierre Léaud)
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JeanFrançois! Volevo chiederti una cosa. [...] Le donne sono delle maghe?
No, le donne non sono maghe. Però hanno molta immaginazione: quando una donna ti dice "ho conosciuto degli esseri straordinari", vuoi dire semplicemente "sono stata a letto con un sacco di uomini".
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Alphonse (Jean-Pierre Léaud)
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E poi, se uno ha avuto un'infanzia difficile, non deve mica farla pagare a tutti.
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