Un bel polar, questo"Le Mataf"di Serge Leroy(1973. dove Leroy è anche autore del soggetto e della sceneggiatura), tipicamente "made en France", con il suo taglio forte, con una cifra caratteristica, dove l'azione c'è, ma non"si mangia" il film, ossia lascia spazio a dialoghi, ricordi, riflessioni(pur se limitati, non certo dominanti), dove la personalità di Michel Constantin è dominante, dove Georges Géret è un ottimo partner, dove Cathy Rosier(l'"oggetto del desiderio")è certamente un "tipo", molto interessante, dove Adolfo Celi, il più"vilain"di tutti, interpreta un cinico avvocato corrotto. I due piccoli"cambrioleurs"francesi (Constantin, qui nella parte di un ex-musicista che diviene piccolo ganster, con ilo pseudonimo"le marinier"-il marinaio e Géret)sono due tutt'altro che"pezzi da novanta"della piccola criminalità, mentre dietro ci sono"les americains"di cui Celi è praticamente il capo, almeno quello che "appare"come tale, dunque anche con una possibilità di rileggere alcuni riferimenti decisamente politici o meglio storico-politici(1973, guerra fredda, Nixon-Watergate, ma anche il golpe di Pinochet e la Francia post-gaulista desidersosa di essere"altra cosa"rispetto a USA e Nato). Da vedere, in quanto l'equilibrio tra suspense e "tempi di riflessione"(in senso ampio, come sempre nel "Polar"made in France, appunto)è decisamente rispettato e suscettibile di miglioramento. El Gato
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