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Il giustiziere persegue il suo obbiettivo fino a smarrire la propria lucidità,a perdersi nel delirio dei sensi e ad ascoltare la voce stordente dell'ambizione personale.Dopo aver replicato con ferocia alla violenza e alla brutalità di una bamba di messicani guidata un farneticante ducetto omosessuale,si lancia in nuove sfide dopo aver abbandonato il proprio figlioletto.Batte altri pistoleri servendendosi dell'astuzia e non disdegnando comportamenti sleali. Tradito dalle proprie donne, raccolto morente da una comunità sotterranea di freaks, inizia un percorso di redenzione verso la propria purificazione.Tra momenti onorici, invenzioni filmiche e colorati simbolismi, svanisce il grande ideale, dissolto contro una realtà truce e nauseante. Finale spettacolare e sconvolgente,ma consequenziale. I possibili modelli di riferimento, Peckinpah, per certi versi Corbucci pù che Leone, e forse l'ultimo Joaquin Romero Marchent, quello di "Condenados a vivir",sono assorbiti, assimilati in uno stle unico, fatto di momenti lirico-pittorici, di deliqui visivi amalgamati da un'incredibile energia creativa. Capolavoro assoluto.
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