Una squillo per l'ispettore Klute

Un investigatore privato indaga su un omicidio eseguito su ordine di un industriale, di cui l'ucciso era stretto collaboratore. L'indizio più significativo è una lettera del defunto, indirizzata ad una ragazza squillo. Contattata la donna, il detective instaura con lei un rapporto tenero e ambiguo. L'investigatore comincia a temere per l'incolumità della ragazza (sono già morte due sue colleghe) quando scopre finalmente il colpevole.

A parte il thriller ben riuscito, quello che emerge di più è l'interpretazione eccezionale di Jane (che le valse l'Oscar), una prostituta che non è mai volgare (si pensi al rapporto col vecchio dove riesce ad eccitarlo, col semplice "racconto" di un'immaginaria seduzione), in realtà ho usato il termine "prostituta", solo per il fatto di farsi pagare. In cura da una terapeuta, alla stessa confessa che, nei rapporti con i clienti, è lei a condurre "il gioco", senza sentirsi come un corpo in affitto. Alla fine, nonostante che si innamori di Klute (Sutherland), per lei sarà quindi difficile liberarsi dal suo vizio maniacale di supremazia con i suoi clienti.