chiarialessandro
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sabato 3 marzo 2012
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grazie, maestro.
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I film sono proprio come le persone in carne ed ossa: per alcune gli anni passano e, soprattutto, pesano; per altre gli anni volano leggeri come le piume. Sono trascorsi 43 anni dall’uscita della pellicola ma vederla è un po’ come mangiare un surgelato che esce dal freezer dopo alcuni mesi: non avrà le stesse identiche caratteristiche organolettiche di un prodotto fresco ma, se ben cucinato, potrà arrivare a fare bella figura sulla tavola. L’antipasto ci propone un imprenditore che deve fare i conti non solo con i soldi e la carriera ma anche con la sua salute; il primo piatto offre il suo vice che aspirerebbe a sostituirlo, inframmezzando tali aspirazioni con qualche scappatella extraconiugale che non riuscirà però a spezzare un rapporto evidentemente saldo e duraturo; il secondo rappresenta il piatto “forte” ed è servito freddissimo, accompagnato da neve ghiacciata con contorno di nebbia e caligine immerse in un bagno di immagini dai colori sgranati, i quali accompagnano alla perfezione un senso di malinconia che pervade lo spettatore; la frutta che ci viene offerta rappresenta una merce ormai rarissima da trovare, una rappresentazione oggi pressoché sconosciuta: nientepopodimenoche la disperazione di un uomo il quale, seppur sobrio e lucido, investe involontariamente un suo simile e ne causa la morte (bellissima l’arringa del difensore, alla pari se non addirittura superiore rispetto a quella di tante pellicole hollywoodiane).
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I film sono proprio come le persone in carne ed ossa: per alcune gli anni passano e, soprattutto, pesano; per altre gli anni volano leggeri come le piume. Sono trascorsi 43 anni dall’uscita della pellicola ma vederla è un po’ come mangiare un surgelato che esce dal freezer dopo alcuni mesi: non avrà le stesse identiche caratteristiche organolettiche di un prodotto fresco ma, se ben cucinato, potrà arrivare a fare bella figura sulla tavola. L’antipasto ci propone un imprenditore che deve fare i conti non solo con i soldi e la carriera ma anche con la sua salute; il primo piatto offre il suo vice che aspirerebbe a sostituirlo, inframmezzando tali aspirazioni con qualche scappatella extraconiugale che non riuscirà però a spezzare un rapporto evidentemente saldo e duraturo; il secondo rappresenta il piatto “forte” ed è servito freddissimo, accompagnato da neve ghiacciata con contorno di nebbia e caligine immerse in un bagno di immagini dai colori sgranati, i quali accompagnano alla perfezione un senso di malinconia che pervade lo spettatore; la frutta che ci viene offerta rappresenta una merce ormai rarissima da trovare, una rappresentazione oggi pressoché sconosciuta: nientepopodimenoche la disperazione di un uomo il quale, seppur sobrio e lucido, investe involontariamente un suo simile e ne causa la morte (bellissima l’arringa del difensore, alla pari se non addirittura superiore rispetto a quella di tante pellicole hollywoodiane). E nell’aria arriva infine dalla cucina un profumo dolente di tristezza accompagnato da una leggerissima spruzzatina di gelosia. Cosa vuoi di più dalla vita? Un amaro! (lucano?)
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luca scial�
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mercoledì 19 novembre 2014
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un drammatico imprevisto in una vita in ascesa
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Ermanno Olmi ci racconta la storia di un pubblicitario la cui vita sembra in ascesa: prende il posto dell'amministratore delegato dell'azienda, colto da infarto e a riposo forzato e si fa un'amante giovane che altro non è che la segretaria dell'azienda. Tutto sembra sorridergli finquando un'incidente stradale dai risvolti drammatici non rimetterà tutto in discussione. Come se tutti i progressi si fossero azzerati.
La prima metà del film scorre lenta, verbosa, noiosa. Fino alla svolta che cambia tutto, proprio come la vita del protagonista. Interessanti i cambi frequenza e i veloci flash back
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