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Davvero pop, surreale, grottesco e intriso di una sana ironia questo curioso film di Pasquale Festa Campanile dove nessuno, proprio nessuno si prende sul serio. Tipico prodotto di fine anni '60 questo film riesce, seppure con una trama banale (un impiegato sposa a Londra una ragazza "pazzerella" e poi nemmeno se ne ricorda), a divertire e incuriosire lo spettatore al ritmo di continue situazioni bizzarre, comiche, grottesche. La protagonista indiscussa è Maria Grazia Buccella, nei suoi anni migliori, nei panni di... Tonino, disinibita ragazza che vivrebbe sempre nuda e libera, anche in strada, al parco, sopra un autobus. Suo marito Manfredo (Tomas Milian) è un impiegato con modeste velleità di carriera, sopraffatto di continuo dal suo capo, impersonato da Gastone Moschin. La bella Tonino, riesce, con la sua spregiudicatezza e ingenuità, a creare situazioni imbarazzanti al povere Manfredo, che arriva addirittura a consultare un avvocato per chiedere il divorzio. I due camerieri sono anche loro parte integrante della bizzarria che anima il palazzo dove vivono Manfredo, sua moglie e il presidente, capo di Manfredo. Ma il personaggio più convincente lo propone Vittorio Gassman, istrionico come sempre, nei panni del ladro-dandy Rufus, personaggio talmente improbabile da sembrare... vero! Numerose le scene da citare. La prima vede Tonino salire sull'autobus e scenderne quasi tutta nuda: dal finestrino un passeggero le butta il minuscolo vestito che si era tolta per sentirsi "più a suo agio". In seguito il maldestro Rufus cerca di sondare la situazione all'interno della casa con un attrezzo degno di Archimede Pitagorico. Pure una prostituta (Angela Luce) riesce a entrare nella casa invitata da Tonino, dopo aver fatto la sua conoscenza per strada mentre piove a dirotto. L'intrepida Tonino riesce anche a causare una caduta multipla di giovanotti e uomini attempati quando, in un grande magazzino, sale la scala mobile vestita con stivali e minigonna e, dal basso, i curiosi vedono davvero troppo (per l'epoca...). Un inconveniente idraulico trasforma poi la casa del presidente in un lago artificiale, dove lui ha appena trascorso una notte "impegnata" con una giovane e splendida hostess che, sognando, invita tutti ad allacciare la cintura di sicurezza. Il presidente, vagando con il letto nel lago della sua abitazione ancora assonnato, ripone l'orologio nella vasca di un pesce, arrivata "spinta dalla corrente" nei pressi del suo comodino. In assoluto comunque la scena più esilarante è sul finire, quando la moglie del presidente cucina improbabili e pericolose pietanze succulente agli ospiti, colpa anche qua della bella Tonino e della sua sbadataggine. Dopo un primo piatto scartato da tutti (un ospite lo nasconde in un cassetto), viene proposto un secondo, con contorno di besciamella. La salsa però è stata arricchita dal cemento di un operaio che sta lavorando in casa... Tutti gli ospiti si trovano con bocca e mascella paralizzate dall'intruglio, e qua Gastone Moschin è davvero superlativo quando propone le sue scuse con gli argomenti più inverosimili. Si finisce in bellezza con Tonino, tutta nuda, coperta con imbarazzo da Manfredo che la avvolge con i fogli di un quotidiano, un giornale però non apprezzato da un ministro che, stizzito, abbandona anzitempo la festa con disgusto. Leggero e comunque simpatico, un film da guardare con curiosità e spensieratezza. - di "Joss" -
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