Marco Lodoli
Diario
Che cosa è e cosa separa la sottile linee mossa tracciata nel titolo del più bel film dell’anno? È la linea del sangue che ogni giovinezza deve versare per accedere alla compassione e al disincanto della maturità? O è la linea feroce che divide la Storia dalla Natura, il rimbombo del mortaio da quello del temporale, la marcia del guerriero da quella delle stagioni o, ancora, la crudeltà che l’uomo agita per sentirsi forte dalla bellezza indifferente dell’universo? Dove passa quel filo insormontabile, dentro i nostri sgretolati pensieri, tra l’affanno delle domande e il bisbiglio indecifrabile delle risposte? Tra la vita e la sua fine?
Scriveva Ortega y Gasset che «la realtà tutta, il mondo reale, tutta questa gran cosa non è che frammento, e come tale è priva di senso, e ci costringe con dolore a cercare la porzione mancante, che non è mai là, che è l’eterno Assente – e che ha nome Dio: il Dio che si nasconde, Deus Absconditus». [...]
di Marco Lodoli, articolo completo (3958 caratteri spazi inclusi) su Diario 1999