great steven
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domenica 26 ottobre 2014
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giasone conquista l'inarrivabile aureo vello.
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GLI ARGONAUTI (GB, 1963) diretto da DON CHAFFEY. Interpretato da HONOR BLACKMAN – TODD ARMSTRONG – NIGEL GREEN – NANCY KOVACK – GARY RAYMOND – NIALL MACGINNIS § Pelia, re della Tessaglia, invia il nipote Giasone alla ricerca del vello d’oro ma, contemporaneamente, cerca di ostacolare il viaggio della nave Argo, sulla quale si imbarcano l’eroe della storia con altri colleghi altrettanto valorosi e temerari: un oracolo ha predetto al sovrano che egli morirà per mano di Giasone. Intanto il prode giovane si trova ad affrontare, con l’occasionale aiuto degli dei, pericoli di ogni genere: giganti di marmo moventi e minacciosi, sadici diavoli volanti, rupi schiaccianti in mezzo al mare, serpenti tricefali e scheletri ambulanti armati di scudo e spada.
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GLI ARGONAUTI (GB, 1963) diretto da DON CHAFFEY. Interpretato da HONOR BLACKMAN – TODD ARMSTRONG – NIGEL GREEN – NANCY KOVACK – GARY RAYMOND – NIALL MACGINNIS § Pelia, re della Tessaglia, invia il nipote Giasone alla ricerca del vello d’oro ma, contemporaneamente, cerca di ostacolare il viaggio della nave Argo, sulla quale si imbarcano l’eroe della storia con altri colleghi altrettanto valorosi e temerari: un oracolo ha predetto al sovrano che egli morirà per mano di Giasone. Intanto il prode giovane si trova ad affrontare, con l’occasionale aiuto degli dei, pericoli di ogni genere: giganti di marmo moventi e minacciosi, sadici diavoli volanti, rupi schiaccianti in mezzo al mare, serpenti tricefali e scheletri ambulanti armati di scudo e spada. Eccellente e divertente esempio di cinema fantastico-mitologico, con purtroppo la pecca finale (e sinceramente imperdonabile) di una conclusione lasciata volutamente in sospeso e non compiuta totalmente, il che rovina in parte questa prova di avventura mischiata ad elementi della mitologia greca più violenta e spericolata, attinta direttamente dai testi che raccolgono gli episodi favolosi e leggendari che affiancano a Giasone eroi del calibro di Ercole e altri personaggi coraggiosi e senza macchia. Determinate il contributo tecnico di Ray Harryhausen, mago dei trucchi, anche se gli effetti speciali risentono di un tocco artigianale che fa intravedere la manomissione della scena reale e dona agli stessi un velo di involontaria stonatura, che ben si evince dalla struttura delle riprese vere affiancate a quelle virtuali. Suggestive le musiche del maestro Bernard Herrmann, che sempre nel 1963 musicò per Hitchcock uno dei suoi ultimi capolavori, Gli uccelli. E che ritmo! Una meraviglia. Peccato che nel cinema, nove volte su dieci, gli adattamenti dei miti antichi campino sulle spalle di modernizzazioni infruttuose e deviazioni dalla trama spesso irritanti e inutili. Non è il caso di questo piccolo film tutto sommato intelligente, provocante, intrigante e accattivante, che riesce a fornire un po’ di sano spasso agli spettatori e a coinvolgerli in un vortice di azione quasi inesauribile e ricco di ottime trovate, benché non tutte becchino il bersaglio precisamente nel centro di gravità permanente. Attori sufficientemente bravi e preparati, montaggio rapido e scattante, regia di buon taglio che si auto-valorizza senza auto compiacersi in narcisismi tremolanti, cosa più rara e significativa di quanto non possa apparire ad una prima analisi.
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elgatoloco
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lunedì 4 giugno 2018
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molto vagamente da apollonio rodio
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Dal poema greco-ellenistico di Apollonio Rodio(III° seoclo a.C.)Don CHaffey aveva realizzato, nel 1963, questo"Jason and the Argonauts", con Todd Amrstrong(Giasone), Honor Blackman(Era)e Nancy Covack quale Medea. Di Apollonio rimane, francamente, ben poco, essnedo il film stretto tra effetti speciali( le Arpie, il mostro di bronzo terribile ma domato come tutto il resto, l'Idra di Lerna, lo stesso"vello d'oro", a ben vedere, la statua parlante di Era, etc.), un po'di esibizione anatomica femminile allora consentita(balli e seminudità varie), il potere degli dei, incentrato nel contrasto epico Zeus-Era, la presenza ambigua e respingente di Medea, le musiche tonitruanti di Bernard Herrmann che, stavolta, bisogna pur dirlo, si era sforzato francamente poco.
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Dal poema greco-ellenistico di Apollonio Rodio(III° seoclo a.C.)Don CHaffey aveva realizzato, nel 1963, questo"Jason and the Argonauts", con Todd Amrstrong(Giasone), Honor Blackman(Era)e Nancy Covack quale Medea. Di Apollonio rimane, francamente, ben poco, essnedo il film stretto tra effetti speciali( le Arpie, il mostro di bronzo terribile ma domato come tutto il resto, l'Idra di Lerna, lo stesso"vello d'oro", a ben vedere, la statua parlante di Era, etc.), un po'di esibizione anatomica femminile allora consentita(balli e seminudità varie), il potere degli dei, incentrato nel contrasto epico Zeus-Era, la presenza ambigua e respingente di Medea, le musiche tonitruanti di Bernard Herrmann che, stavolta, bisogna pur dirlo, si era sforzato francamente poco... Per il resto colori squillanti, "svettanti", il Technicolor d'antan... ma sì. Della conquista del mitico vello d'oro, dell'aspetto fantasmatico-magico della Colichide rimane ben poco, salvo qualche accenno alle sparizioni(altri effetti speciali, peraltro), mentre battaglie e conflitti vari sostituiscono quello che comunque, nell'antichità greca era una forma sacrale, quasi(volendo essere molto "concordisti")è una sorta di anticipazione del "sacro Graal", per nOn dire, rimanendo all'antichità greca, i misteri orfici e soprattutto quelli eleusini. Tra gli Argonautri va completamente persa la personalità-individualità di Orfeo, il mitico cantore -poeta-musicista, sostanziale inventore ispirato dagli dei, progenitore di ogni"artista totale"che si rispetti.Non a caso il titolo è"Jason and the Argonatus", per dire che solo Giasone vale, gli altri osno massa indistinta, "un volgo disperso che nome non ha"(Manzoni, Adelichi, Coro dell'Atto III°). La cosa più simpatica, vista anche la prova stenca e non certo memorabile degli/delle interpreti, è il dibattito tra gli dei, con l'anticipazione delle future disgrazie dell'"eroe"Giasone, con Medea etc. ... El Gato
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