albert
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domenica 9 marzo 2025
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l''ornitologo
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Nel 1955 il giornalista Thomas E. Gaddis scrisse il romanzo " Il morto vivente di Alcatraz", ispitato a una storia realmente accaduta. Sia la storia che il romanzo interessarono John Frankenhaimer che nel 1962 diresse " L'uomo di Alcatraz". È la storia di Robert Stroud, condannato all'ergastolo per duplice omicidio. È una sorta di one man show dove vi è un protagonista con vari comprimari. Stroud è interpretato da un Burt Lancaster che recita in modo sobrio, senza mai cadere in eccessi. Fornisce una prova sicuramente convincente, così come il solito Karl Malden, una sorta di icona dei caratteristi dell'epoca. Il film rimane una pietra miliare del genere carcerario, anche se la sceneggiatura non sempre convince.
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Nel 1955 il giornalista Thomas E. Gaddis scrisse il romanzo " Il morto vivente di Alcatraz", ispitato a una storia realmente accaduta. Sia la storia che il romanzo interessarono John Frankenhaimer che nel 1962 diresse " L'uomo di Alcatraz". È la storia di Robert Stroud, condannato all'ergastolo per duplice omicidio. È una sorta di one man show dove vi è un protagonista con vari comprimari. Stroud è interpretato da un Burt Lancaster che recita in modo sobrio, senza mai cadere in eccessi. Fornisce una prova sicuramente convincente, così come il solito Karl Malden, una sorta di icona dei caratteristi dell'epoca. Il film rimane una pietra miliare del genere carcerario, anche se la sceneggiatura non sempre convince. L'uomo violento e burbero si trasforma in brevissimo tempo in un appassionato ornitologo, uno dei più importanti dell'epoca, dotato di grande cultura. Il passaggio è troppo repentino, tanto da risultare poco credibile ed anche troppo " buonista" in un'epoca in cui è il "cattivismo" a dettare la linea comportamentale. Un secondino, un suo vicino di cella, una vedova che lo vuole aiutare, oltre che lo stesso Stroud, sono da annoverare tra i personaggi in odore di santità. A parte,vi è la madre che è sempre pronta ad aiutarlo, ma che nutre per lui un affetto morboso e possessivo, tanto da provare gelosia per la vedova che finirà per sposare Stroud. Molto intenso il dialogo, verso la fine, tra Stroud e il direttore di Alcatraz( Malden) che rappresenta il sistema a cui non importa la riabilitazione sincera del detenuto, ma solo la sua conformità ad un sistema di regole freddo e privo di qualunque autonomia.
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luigi chierico
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sabato 19 aprile 2014
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epico
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Un film che non esito a definire epico. Mutano i tempi, si trasformano i luoghi ma non gli uomini ed i metodi di espiazione. Il criminale viene sbattuto in carcere, spesso in cella di isolamento, nel silenzio e privato anche della luce. Sbattuto, dico, perché è gettato in prigione così come si getta via una cosa rotta,inutile, tra i rifiuti, tra i rifiuti umani. In ciascun essere umano, per malvagio che sia, vi è sempre una sia pur piccola fiammella di bontà da cercare ed alimentare, perché diventi fiamma e non si spenga, questo il tentativo a cui nessuno ci si dovrebbe sottrarre.
Burt Lancaster ha deciso di produrre il film e di interpretare la parte del protagonista Robert Franklin Strou.
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Un film che non esito a definire epico. Mutano i tempi, si trasformano i luoghi ma non gli uomini ed i metodi di espiazione. Il criminale viene sbattuto in carcere, spesso in cella di isolamento, nel silenzio e privato anche della luce. Sbattuto, dico, perché è gettato in prigione così come si getta via una cosa rotta,inutile, tra i rifiuti, tra i rifiuti umani. In ciascun essere umano, per malvagio che sia, vi è sempre una sia pur piccola fiammella di bontà da cercare ed alimentare, perché diventi fiamma e non si spenga, questo il tentativo a cui nessuno ci si dovrebbe sottrarre.
Burt Lancaster ha deciso di produrre il film e di interpretare la parte del protagonista Robert Franklin Strou. Il fatto di cronaca è storico nelle linee generali e sostanziali, per mostrare al mondo il carattere e la genialità di un soggetto ancora in vita nel 1962,quando il film fu presentato con successo a Venezia. Affida la regia a John Frankenheimer che ne fa un ottimo film.
Robert infatti è morto nel 1963 a 54 anni in prigione,dove scontava la condanna all’ergastolo. In questa agghiacciante storia di vita vissuta il grandissimo Burt Lancaster non è un istrione come in altri, anzi è paziente e pacato,sebbene sia continuamente perseguitato, non solo fisicamente, ma soprattutto nel vedersi negare e non riconoscere che si è riabilitatoaorse per invidia e paura. Si trova in più carceri, si dedica a salvare un uccello finito nella sua celle, da libero volatile nell’infinito aperto cielo, a prigioniero tra quattro mura, in un minuto spazio. Robert ha in sé il dono inestimabile della vita e si dedicherà a ridare la libertà al suo compagno. Prenderà a studiare il volo degli uccelli, la loro natura, le loro malattie e guarirli. Scriverà libri di un interesse universale, un ornitologo passato alla storia.
Le sue doti, le sue capacità raggiungeranno in tanti modi la notorietà. Avrebbe forse potuto avere una riduzione della pena o la libertà vigilata, ma è prigioniero anche di sua madre Elizabeth, che non accetta che frequenti un’altra donna generosa, Stella Johonson, interpretata dalla brava BettY Field. Al figlio dirà:“Rinuncia a lei”, ad un giornalista”Mio figlio è dove gli compete, per il suo bene”!.Bruttissimo ruolo, odioso, assegnato alla bravissima Thelma Ritter, al punto da opporsi alla libertà di suo figlio.
Il carcere dovrebbe servire a far espiare la pena, come punizione, ma anche a riabilitare il reo, a ridargli o dargli la sua dignità di uomo. Robert infatti rinfaccia al direttore del carcere Harvey Shoemaker,la parte è affidata ad un ottimo Karl Malden,”Riabiltazione.Lei sa il significato? Restituire di nuovo la dignità”invece mi ha accolto dicendomi “Ti adeguerai alle nostre idee”.
L’ergastolano 17481, Robert Franklin Stroud, ha ucciso ma è anche vero che ama gli uccelli, gli animali, i carcerieri, che lo ricambiano, la natura (“Posso passare piacevolmente il tempo ad apprezzare la grandezza di una nuvola”), i suoi compagni di prigione, ad uno di 25 anni che vuol morire rimprovera:”Il primo dovere della vita è viverla”.
Sì si è battuto perché il sole sorgesse ancora, perché il suo pensiero tornasse a far nascere la speranza.
Andarsi a chiudere in una buia e silenziosa tetra sala cinematografica, anche se soltanto per due ore, sarebbe terribile, ma per assistere ad un film di questo genere, di questa portata,per recitazione,fotografia,contenuti,dialoghi ed immagini,ne vale assolutamente la pena.Non lo si dimentica.chigi
chibar22@libero.it
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