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Il dolce verde dosso collinare in lontananza comincia a far intravedere la lugubre marea dei legionari...scendono e si avvicinano lentamente, inesorabilmente, tra inquietanti battiti di cimbali e tamburi...il loro marciare ripetitivo, segno della dimensione temporale (che si ripeterà spesso, vedi "full metal jacket"), le cangianti formazioni, segno della dimensione spaziale, mi provocano un brivido freddo sulla schiena. Tempo, Spazio, Colore, Suono. Sono un bambino di 6 anni e mio padre mi ha portato in un cinemaccio di borgata. Non scorderò più quella scena, quello è Kubrick! E la scena velata del tentativo di seduzione di Crasso su Antonino? Quello è Kubrick. Molte cose non sono Kubrick, in questo film, lui arrivò quasi a cose fatte ed è evidente (ed a tratti fastidiosa) la frattura tra le soluzioni tecniche del Maestro, già 10 anni avanti, e il resto. Le scenografie del viaggio verso il sud poco hanno a che vedere con i paesaggi dell'appennino meridionale, a quel tempo lussureggiante di foreste. Ideologicamente, c'è molto Trumbo, lo sceneggiatore "comunista" che tanti problemi dovette affrontare nell'Amerika con la kappa. Una storia per stimolare gli "schiavi" moderni alla ribellione oppure valvola di sfogo per borghesi in pantofole che manco morti si sacrificherebbero per identificarsi con un'ideale? Non lo so, forse entrambe le cose, l'ambiguità fa parte dell'arte. Anche il finale con il figlio di Spartacus che sarà un "libero", avanzando di classe sociale ma non risolvendo il problema, è abbastanza ambiguo. Ma le scene suddette e le superbe interpretazioni (sugli scudi Lawrence Olivier, che solennità!) giustificano le 4 stelle.
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andrea
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mercoledì 2 gennaio 2008
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bravo luc
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Kubrick ha detto di questo film: "Spartacus è l'unico dei miei film sul quale non ho avuto il pieno controllo". Diciamo che Kubrick accettò la sostituzione del regista Mann - che Kirk Douglas fece licenziare per chiamare, invece, il regista con cui aveva già lavorato nel capolavoro Orizzonti di gloria - perché sapeva che gli conveniva farsi conoscere a un grosso pubblico e da Hollywood, per poi fuggire in Inghilterra con un nome saldo per fare i film che voleva. Con Spartacus, Kubrick ci regala una grande epica, con scene memorabili, una buona colonna sonora, e grandi attori, Olivier su tutti. Alla magnifica mostra allestita a Roma su Kubrick ho visto anche il suo costume da Crasso. Comunque, mi è piaciuta la tua recensione, molto personale e sentita.
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paleutta
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mercoledì 2 gennaio 2008
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kubrick
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ho rivisto il film un pò di tempo fa, mi sfuggono diversi collegamenti e dettagli, quindi è difficile aggiungere qualcosa al puntuale commento di luc. Ho trovato molto kubrickiano il finale, essenziale, cinico e senza sconti sentimentali.Il movimento delle legioni ha colpito anche me, oggi quelle sequenze sono quasi sempre ottenute con la computer grafica, come ad esempio la spropositata flotta greca che approda sulle rive di Troia in Troy, e si vede...Anche mio padre mi portava a vedere i film nei cinema di seconda visione (ne facevano 2 diversi, uno dopo l'altro).Mi ricordo un film col filo di Arianna e il Minotauro (che mi fece paura) e uno sui Titani,con Giulano Gemma ossigenato, fratello piccolo e furbo dei Titani più grossi.
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reiver
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sabato 5 gennaio 2008
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complimenti...
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...una recensione molto bella.Riesce a fondere il lato critico con quello emozionale.Trumbo,una delle vittime eccellenti del maccartismo,scrisse la sceneggiatura anche di "Papillon":guarda caso,sempre storie di uomini alla ricerca della libertà.Dal punto di vista ideologico il film si presta a molte interpretazioni,anch'io mi sono chiesto se gli schiavi rappresentassero dei proletari desiderosi di sovvertire un sistema sociale o piuttosto di "entrare" in esso,di farne parte.A parte tutto,"Spartacus" è uno dei pochi "sandaloni" che vedo con piacere.E' una fortuna che Douglas abbia deciso di cambiare regista,non solo per la scelta di Kubrick ma perchè Anthony Mann,direttore di splendidi western (una specie di Boorman del genere),era molto a disagio con il "peplum".
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...una recensione molto bella.Riesce a fondere il lato critico con quello emozionale.Trumbo,una delle vittime eccellenti del maccartismo,scrisse la sceneggiatura anche di "Papillon":guarda caso,sempre storie di uomini alla ricerca della libertà.Dal punto di vista ideologico il film si presta a molte interpretazioni,anch'io mi sono chiesto se gli schiavi rappresentassero dei proletari desiderosi di sovvertire un sistema sociale o piuttosto di "entrare" in esso,di farne parte.A parte tutto,"Spartacus" è uno dei pochi "sandaloni" che vedo con piacere.E' una fortuna che Douglas abbia deciso di cambiare regista,non solo per la scelta di Kubrick ma perchè Anthony Mann,direttore di splendidi western (una specie di Boorman del genere),era molto a disagio con il "peplum".Basti pensare a "La caduta dell'impero romano",di cui "Il gladiatore" è una sorta di remake.
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reiver
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sabato 5 gennaio 2008
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douglas
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Vorrei scrivere due righe per Kirk Douglas,un attore formidabile.Era capace di sostenere un'infinità di ruoli,dal westerner all'Ulisse di Camerini,e anche in "Spartacus" la sua prova è eccellente (secondo me).Onestamente,al suo confronto il bravo Russell Crowe sembra un mozzarellone senza grinta.Non so se lo avete già visto,ma se vi capita guardate "L'asso nella manica" di Billy Wilder con Douglas protagonista.Un atto d'accusa contro il giornalismo rapace,attualissimo a oltre 50 anni dall'uscita nelle sale...Detto questo,gli attori dovrebbero evitare di curare la produzione dei film,la collisione col regista è inevitabile.E' come se un ottimo muratore,anzichè dare suggerimenti ad un ingegnere relativamente ai particolari costruttivi,volesse darli sulla distribuzione funzionale di un edificio.
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Vorrei scrivere due righe per Kirk Douglas,un attore formidabile.Era capace di sostenere un'infinità di ruoli,dal westerner all'Ulisse di Camerini,e anche in "Spartacus" la sua prova è eccellente (secondo me).Onestamente,al suo confronto il bravo Russell Crowe sembra un mozzarellone senza grinta.Non so se lo avete già visto,ma se vi capita guardate "L'asso nella manica" di Billy Wilder con Douglas protagonista.Un atto d'accusa contro il giornalismo rapace,attualissimo a oltre 50 anni dall'uscita nelle sale...Detto questo,gli attori dovrebbero evitare di curare la produzione dei film,la collisione col regista è inevitabile.E' come se un ottimo muratore,anzichè dare suggerimenti ad un ingegnere relativamente ai particolari costruttivi,volesse darli sulla distribuzione funzionale di un edificio...
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reiver
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sabato 5 gennaio 2008
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mc carthy
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Uno dei meriti "storici" della televisione è quello di aver mandato a casa il senatore McCarthy,propugnatore della "caccia alle streghe" anticomunista.Quando gli interrogatori degli artisti coinvolti incominciarono ad essere ripresi e mandati in tv il pubblico americano fu quasi inorridito dai metodi del senatore repubblicano,la cui stella si offuscò rapidamente e inesorabilmente.
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luc
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sabato 5 gennaio 2008
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grande reiver!
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ti ringrazio. ho appena letto le tue superbe recensioni di "papillon", un'altro dei miei preferiti da sempre. lo vidi la prima volta che avevo forse 13 anni e mi colpì molto. tra l'altro si svolge in sudamerica, ricordo che rimasi molto colpito dalla vita che si faceva nel villaggio indio. ci sono film che sono stati importanti nell'influenzare le mie scelte di vita e ci sono legato affettivamente. un altro è "il bounty". ma come si fa a stroncare papillon? posso capire al massimo che non renda il romanzo, che non ho letto. unica stranezza di papillon: una fotografia e effetti speciali un po' "vecchi", sembra degli anni 50. alcuni hanno denunciato scarso approfondimento psicologico. a parte che non è vero, personalmente non gradisco troppo l'introspezione psicologica, preferisco vedere i fatti, i dialoghi, le espressioni del viso, la psicologia del personaggio me la costruisco da solo, chi ha VISSUTO sa identificarsi.
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reiver
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domenica 6 gennaio 2008
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ciao luc
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Sono io che ringrazio te per il "superbe".Papillon è un film a cui sono molto affezionato.Anch'io sono rimasto colpito dalla vita nel villaggio indio,è l'unico momento di serenità nella travagliata vicenda del protagonista,ogni volta che lo rivedo spero che la tribù non levi le tende,che Papillon rimanga con loro.Uno dei meriti del film è quello di presentare un personaggio di india (Zoraima) non stereotipato,sensibile e sensuale.Anche a me piace "Il Bounty",anzi, mi piacciono tutte e tre le versioni cinematografiche.Girando la seconda Brando ha trovato pure moglie!p.s. Ho scritto una recensione (diciamo così) di "Full metal jacket".
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luc
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domenica 6 gennaio 2008
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schaffner, il regista di papillon...
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...ha diretto pure "il pianeta delle scimmie", "patton, generale d'acciaio", "i ragazzi venuti dal brasile". quest'ultimo thriller fantabiologico ultrastroncato e ridicolizzato dalla critica (ma oggi la clonazione è realtà...): secondo te fu un film così schifoso come dicono?
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reiver
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domenica 6 gennaio 2008
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povero schaffner...
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No,affatto.Secondo me è un buon thriller,che mi piacerebbe rivedere (ce ne fossero film così al cinema!).Il problema è che Schaffner,regista impegnato politicamente con i democratici,è sempre stato bistrattato,e non capisco il perchè."Il pianeta delle scimmie",per esempio,è un bellissimo film (sul forum ci ho trovato una recensione di Paleutta!),nettamente superiore al remake del quotato Tim Burton.Anche "Patton" è notevole,così come "L'amaro sapore del potere",sui risvolti poco puliti della politica."Papillon" è stata la pietra tombale del regista,nonostante l'ottimo incasso.La critica infatti lo ha demolito,soprattutto quella francese,che all'epoca dettava legge.Alcune delle recensioni che ho letto lasciavano trasparire addirittura astio.
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No,affatto.Secondo me è un buon thriller,che mi piacerebbe rivedere (ce ne fossero film così al cinema!).Il problema è che Schaffner,regista impegnato politicamente con i democratici,è sempre stato bistrattato,e non capisco il perchè."Il pianeta delle scimmie",per esempio,è un bellissimo film (sul forum ci ho trovato una recensione di Paleutta!),nettamente superiore al remake del quotato Tim Burton.Anche "Patton" è notevole,così come "L'amaro sapore del potere",sui risvolti poco puliti della politica."Papillon" è stata la pietra tombale del regista,nonostante l'ottimo incasso.La critica infatti lo ha demolito,soprattutto quella francese,che all'epoca dettava legge.Alcune delle recensioni che ho letto lasciavano trasparire addirittura astio...Sicuramente Schaffner non è stato fortunato,il suo impegno civile non è stato affatto riconosciuto,come le sue notevoli qualità.Certo non era Kubrick,ma chi lo è?
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paleutta
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martedì 15 gennaio 2008
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l'ho rivisto
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me lo sono riguardato e vorrei provare ad aggiungere qualcosa all'azzeccatissima recensione di luc. Si ha la sensazione in effetti vedendolo di un qualcosa di eterogeneo, di assemblato. Prova ne sono, le cadenzate dissolvenze che scandiscono il ritmo, a volte un pò troppo lento. Alcune sequenze sono un pò noiose e credo siano quelle meno kubrickiane. Ad esempio le scene di idillio tra spartaco e varinia. Concordo con te luc sulla scena della pseudo seduzione di antonino, molto kubrick, specialmente nel suo epilogo col sorriso quasi di comprensione quando Crasso si volta e vede che antonino se l'è data a gambe (mica scemo).Molto sofisticato l'intrigo politico come pure la rappresentazione di Gracco.
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me lo sono riguardato e vorrei provare ad aggiungere qualcosa all'azzeccatissima recensione di luc. Si ha la sensazione in effetti vedendolo di un qualcosa di eterogeneo, di assemblato. Prova ne sono, le cadenzate dissolvenze che scandiscono il ritmo, a volte un pò troppo lento. Alcune sequenze sono un pò noiose e credo siano quelle meno kubrickiane. Ad esempio le scene di idillio tra spartaco e varinia. Concordo con te luc sulla scena della pseudo seduzione di antonino, molto kubrick, specialmente nel suo epilogo col sorriso quasi di comprensione quando Crasso si volta e vede che antonino se l'è data a gambe (mica scemo).Molto sofisticato l'intrigo politico come pure la rappresentazione di Gracco.Nei peplum dell'epoca (ma anche nel Gladiatore)certe situazioni venivano rappresentate in modo un pò più grossolano, in questo film il livello di conflittualità è molto fine, le strategie dei contendenti molto sofisticate. Tanta roba comunque. Kirk douglas con un taglio di capelli anni 80.
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luc
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mercoledì 16 gennaio 2008
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hai ragione
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le scene tra spartaco e varinia sono le peggiori, almeno per il nostro gusto attuale. e poi, detto tra noi, quella paracula di varinia alla fine si beneficia del sacrificio di spartaco, l'eroe che muore per la sua bella...ma vaff... a proposito del "gladiatore", in una mia recensione di vari mesi fa, a dire la verità molto affrettata e superficiale, ho puntato i fari su un aspetto antropologico che non ha notato nessuno, lo sapete che fare l'originale riempie il mio ego...plauso a trumbo per la rappresentazione spietata e realistica della politica, assolutamente nessun nobile intento. per ragioni personali, i pezzi grossi romani erano disposti a porre in pericolo la sicurezza nazionale, aspetto che diverrà regola nell'impero e che alla lunga ne determinò lo sfascio, checchè ne dicano gli infantili nostalgici di destra.
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lilli
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sabato 23 febbraio 2008
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lirismo
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Luc c'è un bel pò di lirismo in questo tuo "Spartacus"..complimenti,continua così!
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typpy91
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venerdì 12 settembre 2008
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grande luc!
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La tua recensione così particolar e personale mi ha a dir poco meravigliata. Anche se Kubrick non ebbe totale controllo sul film però lo fece sempre con la sua genialità unica. Bravissimo Luc.
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lucianozeta
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mercoledì 30 marzo 2011
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e il libro....
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solo una cosa da aggiungere all'ottimo commento di luc - comunque più un pezzo di letteratura che una recensione. Invito tutti a leggere il libro di Howard Fast dal quale è tratto il film. Avrete la risposta a molte domende relative alla sceneggiatura di Dalton Trumbo scritta a 4 mani con lo stesso Fast. Anche Fast è stato come Trumbo un perseguitato dal maccartismo e nel libro si sente l'esperienza di vita dello scrittore in quegli anni difficili e le vere e proprie scelte ideologiche sottintese al testo. Ideologia che comunque il regista ha limitato nel film. La storia di Spartacus e degli schiavi è eterna e sempre attuale: la rivolta di uomini alla ricerca della libertà e della dignità umana.
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solo una cosa da aggiungere all'ottimo commento di luc - comunque più un pezzo di letteratura che una recensione. Invito tutti a leggere il libro di Howard Fast dal quale è tratto il film. Avrete la risposta a molte domende relative alla sceneggiatura di Dalton Trumbo scritta a 4 mani con lo stesso Fast. Anche Fast è stato come Trumbo un perseguitato dal maccartismo e nel libro si sente l'esperienza di vita dello scrittore in quegli anni difficili e le vere e proprie scelte ideologiche sottintese al testo. Ideologia che comunque il regista ha limitato nel film. La storia di Spartacus e degli schiavi è eterna e sempre attuale: la rivolta di uomini alla ricerca della libertà e della dignità umana. Forse quello che è successo in nord africa le scorse settimane ci ricorda qualcosa ? (marzo 2011).
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