Kurosawa costruisce la trama del film con uno schema degno dei migliori noir,imperniato sul problema irrisolvibile della corruzione istituzionale nel Giappone del 1960.Il protagonista - Toshiro Mifune -
entra a far parte dell' ingranaggio del potere industriale, sposando la figlia di un magnate.
In realtà il giovane procuratore non è altro che il
figlio di una vittima del 'sistema':grazie a quel matrimonio- mai consumato - potrà vendicare la morte del padre.Nonostante il suo piano architettato per denunciare il suocero e tutti i suoi soci,Mifune sarà
scoperto e costretto a una fine orribile.
I figli del magnate decidono di abbandonare il padre
per sempre.Il magnate farà un viaggetto all'estero ,
dopo aver ricevuto ordini dall' alto.
Il film ha un epilogo degno di una tragedia greca ,il
coro della quale è rappresentato dal collaboratore del
protagonista e dai due figli del magnate (la moglie e
il cognato ).Il bianco e nero con cui e'stato girato il film e'pieno di contrasti violenti,come le notizie di cronaca nera pubblicate sui giornali e rende lo spettatore partecipe di quella disperazione crescente che pervade tutta la vicenda.Tutti i personaggi sono
figure tragiche,dal più corrotto fino al più innocente
(la vedova distrutta dal dolore per la morte del marito,ucciso dal magnate suo padre).Un'opera di denuncia,amara,crudele e coraggiosa.Un film che lascia
il segno negli spettatori e che merita un posto di rilievo nella produzione cinematografica del Maestro.
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