Hiroshima mon amour |
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Un film di Alain Resnais.
Con Emmanuelle Riva, Bernard Fresson, Eiji Okada
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
b/n
durata 91 min.
- Francia 1959.
- Cineteca di Bologna
uscita lunedì 28 aprile 2014.
MYMONETRO
Hiroshima mon amour
valutazione media:
4,16
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Hiroshima mon amourdi G. RomagnaFeedback: 16232 | altri commenti e recensioni di G. Romagna |
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lunedì 2 agosto 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Lei, francese, si trova ad Hiroshima per girare un film sulla pace. Lui, di Hiroshima, è un architetto. Entrambi sono sposati. Si incontrano, si amano, fugacemente, prima che lei torni in Francia. Ella le racconta la sua storia, di un amore giovanile per un soldato tedesco, cresciuto all'interno della seconda guerra mondiale, la cui morte all'interno del conflitto, assieme alla repressione dei genitori verso un sentimento tanto inopportuno, la farà impazzire. Il suo amore, forgiato nella guerra, rivive, per pochi giorni, con tenacia, ad Hiroshima, la città più atrocemente simbolica degli orrori bellici. La guerra si fa connubio di amore e morte, di principio e fine. L'architetto giapponese è come il soldato tedesco, è il soldato tedesco. Ma anche questa storia, come quella precedente è destinata alla stessa parabola: gioia, disperazione ed oblio, là per morte, qua per separazione. Le situazioni dela vita, anche quelle più importanti, felici o dolorose, rischiano di restare preda della dimenticanza, del superamento, se non le si mantiene vive con la memoria. Ma la memoria è uno strumento difficile da utilizzare, da tenere vivido, ed anche Hiroshima è uscita sconfitta da questo: una delle pagine più terribili della storia dell'umanità non è riuscita ad insegnare niente, ed anche oggi, come sessantacinque anni orsono, le guerre continuano a seminare morte e distruzione. Resnais, con la cripticità e l'originalità tipiche del suo stile, accosta in maniera ardita quanto pienamente riuscita la memoria al sentimento, all'amore tra uomini ed al dolore della guerra, facendo scorrere il film tra delicatissimi parallelismi che lo rendono un piccolo gioiello di introspezione intima e di riflessione non solo storica ma anche antropologica, sull'incapacità dell'uomo di saper ricordare e di trarre forza ed insegnamento dal proprio ricordo.
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