elgatoloco
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mercoledì 12 settembre 2018
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tipico film anni 50
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A meta dei"Fifties"Maccari, Monicelli, Sandro Continenza(famoso per il nome, ma è stato il coautore di tanti film e sketeches di Raimondo Vianello)scrivono questo"Donatella"(1056)direto da Roberto AMoroso per alcuni, per Monicelli stesso da molti. Storia di una ragazza buona e onesta(i valori tradizionali allora vigevano ancora, pur se dietro il velame degli stessi si nascondeva un intreccio di ipocrisie e di corruzione)che s'innamora di un pretendente ricco quanto serio(quasi una contradictio in adjecto, almeno per la vulgata dei"Poveri ma belli"...)provocando la rottura con il fidanzato"in carica", un"hombre vago", un tipo dal "cambio di ragazza" facile, che s'era incapricciato di un0attice-cantante allora famosa(Abbie Lane, allora in gran voga, con Xavier Cugat come direttore d'orchestra), con il papà povero e serio molto apprensivo, reso da Aldo Fabirizi.
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A meta dei"Fifties"Maccari, Monicelli, Sandro Continenza(famoso per il nome, ma è stato il coautore di tanti film e sketeches di Raimondo Vianello)scrivono questo"Donatella"(1056)direto da Roberto AMoroso per alcuni, per Monicelli stesso da molti. Storia di una ragazza buona e onesta(i valori tradizionali allora vigevano ancora, pur se dietro il velame degli stessi si nascondeva un intreccio di ipocrisie e di corruzione)che s'innamora di un pretendente ricco quanto serio(quasi una contradictio in adjecto, almeno per la vulgata dei"Poveri ma belli"...)provocando la rottura con il fidanzato"in carica", un"hombre vago", un tipo dal "cambio di ragazza" facile, che s'era incapricciato di un0attice-cantante allora famosa(Abbie Lane, allora in gran voga, con Xavier Cugat come direttore d'orchestra), con il papà povero e serio molto apprensivo, reso da Aldo Fabirizi. Gabrele Ferzetti era in parte, come decisamente Elsa Martinelli, come la stessa Lane, come Cugat, come un Walter Chiari che doveva ancora ridurre la propria interpretazione entro confini non"debordanti", ossia non essere troppo trasgressivo. Film decisamente d'altri tempi, con una Roma non ancora stra-invasa da turisti(pur se c'erano e non erano pochi...), ma soprattutto non sommersa dall'immondizia ai livelli tragicament stratosferici di oggi... Comicità, un po'di dramma, certo passeggero, un film piacevole e decisamente aderente allo spirito del suo tempo, con tutte le già accennate contraddizioni, relative anche alla morale sessuale, sempre assolutamente sessista e discriminatoria nei confronti della donna, con tutti i giusti rimbotti rivolti agli Italiani da un loro grande conoscitore come Jean-François Revel in"Pour l'Italie", libro che esce solo due anni dopo questo film e solo due anni prima de"La dolce vita", che comunque segna una decisa rivoluzione di costume e per come il cinema lo racconta. . El Gato
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elgatoloco
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giovedì 26 agosto 2021
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film, comunque valido, da rivedere
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"Donatella"(Mario Monicelli, coautore della sceneggiatura insieme con Roberto AMoroso , Sandro Continenza, Rugggero Maccari, Piero Tellini, da un soggetto di Vittorio André e Mario Rappini, 1956), uno dei pochi film a colori dell'epoca, in Italia, racconta di una giovane ragazza, fidanzata, che casualmente trova la borsetta, piena di documenti di pregio, di una signora altolocata che, per ricomprensa, per vario tempo diventa sua"sostituta"nella principesca villa romana, lei, figlia di un modesto rilegatore di libri. Solo che, tra le altre cose, conoscerà un giovane avvocato, abituato al "gran mondo", che però, dopo qualche malinteso, se ne innamora.
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"Donatella"(Mario Monicelli, coautore della sceneggiatura insieme con Roberto AMoroso , Sandro Continenza, Rugggero Maccari, Piero Tellini, da un soggetto di Vittorio André e Mario Rappini, 1956), uno dei pochi film a colori dell'epoca, in Italia, racconta di una giovane ragazza, fidanzata, che casualmente trova la borsetta, piena di documenti di pregio, di una signora altolocata che, per ricomprensa, per vario tempo diventa sua"sostituta"nella principesca villa romana, lei, figlia di un modesto rilegatore di libri. Solo che, tra le altre cose, conoscerà un giovane avvocato, abituato al "gran mondo", che però, dopo qualche malinteso, se ne innamora. Lei, molto ligia alla famiglia e al padre , oltre a tutto essnedo la figlia maggiore, molto seria, dopo qualche"scompenso"dovuto all'incontro con il nuovo ambiente(sentirà anche un concerto di Abbie Lane e del suo inseprabile "maestro concertatore"Xavier Cugati, mago del cha cha cha , spagnolo ma cubano ad honorem-si parla dlel'epoca in cui a Cuba c'era ancora Fulgenico Batista, dunque del dittaore filoamericano, prima della rivoluzione di Fidel Castro e Che Guevara- che inrerpretano come altrove in film coevi, se stessi,) capoirà che, nonsotante la differenza sociale, il suo futuro è con quel giovane avvocato e con il fidanziato "ufficiale", un beniinaio pronto a smaniare per ogni donna famosa8la stess Lane ma po anche la Monroe)-Tutto bene, anche se con qualche batticuore ...Film che si avvale della fotografia a colori di Tonino delli Colli, quasi esordiente, ancora tardo-neorealista nella sottolineatura del gap sociale(le scene in famiglia con il papà di Donatella, reso da uno straodrinario Aldo Fabrizi)tra la famiglia d'origine di Donatella e l'ambiente in cui viene, per un momento, "proiettata", è una commedia con spunti drammatici, presto"rientrati".fatti rientare, che vede anche una coraggiosa proposta di superamento delle classi, allora molto marcate, pur se in un'ottica di sostanziale"embrassons.nous"postbellico, con la guida democristana di De Gesperi e dei leaders dell'epoca. Un film che consente di rivedere, tra gli altri, Elsa Martinelli e Gabriele Ferzetti(gli sposi), Walter CHiari, enlla parte del fidanzato che"nno vuole legami"ma non disdegna scene di gelosia, il citato Fabrizi, Abbie Lane che, con Cugat propone il suo cha cha cha, quaclhe altra presenza di interpeti che oggi non conosciamo o meglio i cui nomi non ci dicono molto o nulla(dove sarebbe quasi indospensabile aggiungere , relativizzando, un"più). Storie di vita quotidiana del tempo, ben narrate, certamente, senza pretese socioantropoloigche, senza fughe in avanti che non avrebbero neppure avuto"ragione d'essere", in un clima che era di continuo rinnovamento(urbanizzazione, "modernità", per quanto il concetto valga praticamente sempre, ion goni tempo e in ogni condizione), dove un grande regista e dei bravi scenggiatore erano ancora"in fieri". El Gato
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