Ulisse

Per me il più bel film italiano mitologico.
Mi soffermo solo sulla recensione del Morandini, di cui, ancora una volta non condivido le 2 stelle e ½.
Recita: "..sceneggiatura abilmente strutturata in flashback..", e te credo, è di Omero!
Mi spiace che le persone autrici di una delle guide cinematografiche italiane più autorevoli possa cadere in questi svarioni.
Proprio per la sua autorevolezza, la frase citata viene ripetuta in continuazione, come nei commenti ai titoli dei film in TV, aumentando a macchia d'olio questa sciocchezza.

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A Itaca il re Ulisse manca ormai da vent’anni, e il trono è insidiato dai Proci, gruppo di principi arroganti e prepotenti che mirano a conquistare la moglie del sovrano assente, Penelope, che frattanto riesce a ingannarli con lo stratagemma di una tela da tessere. Anche il figlio di Ulisse, Telemaco, attende con trepidazione e impazienza il ritorno del padre, desideroso di cacciare dal palazzo regale gli indegni usurpatori. [+]

A Itaca il re Ulisse manca ormai da vent’anni, e il trono è insidiato dai Proci, gruppo di principi arroganti e prepotenti che mirano a conquistare la moglie del sovrano assente, Penelope, che frattanto riesce a ingannarli con lo stratagemma di una tela da tessere. Anche il figlio di Ulisse, Telemaco, attende con trepidazione e impazienza il ritorno del padre, desideroso di cacciare dal palazzo regale gli indegni usurpatori. Ulisse si sveglia sulla spiaggia dell’isola dei Feaci, senza ricordare nulla del suo passato, incontra Nausicaa e recupera miracolosamente la memoria, riuscendo a rievocare le sue peripezie (l’incontro nella grotta col ciclope Polifemo, l’ingresso nell’abitacolo marittimo delle Sirene e l’ammaliante maga Circe). Il re Alcinoo, padre di Nausicaa, ascolta il racconto delle sue incredibili disavventure e poi gli mette a disposizione una nave per ritornare in patria. Sotto mentite spoglie, Ulisse approda a Itaca, riabbraccia il figlio Telemaco e aspetta per rivelarsi alla moglie la prova dell’arco, che supera brillantemente e finalmente liquida i Proci con una strage senza precedenti. Può finalmente ricongiungersi al suo nucleo famigliare e riprendere in mano il governo dell’isola. La fonte del film è naturalmente l’Odissea (risalente all’ottavo o settimo secolo a.C.), attribuita alla figura semileggendaria del poeta/cantore Omero, e abbiamo a che fare con la pellicola italiana più costosa realizzata nei primi anni del dopoguerra, prodotta da Ponti-De Laurentiis per la Lux, con sette firme (tra cui quelle di Franco Brusati, Ennio De Concini, Ben Hecht e Irwin Shaw). La sceneggiatura è oculatamente strutturata in flashback e riesce a cavare da un cappello capiente alcune idee che funzionano con efficacia insospettata e rigorosa tensione narrativa, ad esempio la stessa interprete – S. Mangano – per interpretare Circe e Penelope, due donne totalmente agli antipodi ed entrambe amate da un uomo la cui burrasca interiore assume anche toni sentimentali, e il coro delle sirene con le voci camuffate di Penelope e Telemaco. Splendida fotografia di Harold Rosson, che traduce in un Technicolor efficiente una carica di plasticità lucida e quasi straordinaria. Eugen Shüfftan si è occupato degli effetti speciali, che effettivamente centrano il bersaglio specialmente nella rappresentazione del monocolo Polifemo, nelle vicende ambientate sull’isola di Circe e nell’abbattimento iniziale della statua di Poseidone, motivo per cui il dio del mare perseguita accanitamente e senza tregua il re itacese (mentre nella versione cartacea dell’antica Grecia la ragione dell’odio di Poseidone nei confronti di Ulisse era da imputare all’accecamento del figlio prediletto Polifemo). Modellato sulla figura del suo interprete hollywoodiano, il protagonista omerico è atletico e scattante (la fisicità formidabile e poderosa di Douglas è sempre stata utile ai fini della sua recitazione flemmatica ma pur sempre energica), incurante del pericolo e di ogni sorta di superstizione, assetato di conoscenze a lui ignote e combattuto fra il bisogno della vicinanza della famiglia e la curiosità che lo attrae irresistibilmente verso un mondo tutto da scoprire, ma non privo dei pericoli immensi e delle fatalità inquietanti che Ulisse disprezza a priori. Tra le altre interpretazioni, spiccano: Interlenghi nei panni di un Telemaco particolarmente affezionato alla figura paterna e dotato di un coraggio notevole, sebbene svantaggiato dalla sua inesperienza nell’uso delle armi; Quinn nel ruolo del presuntuoso, insidioso e spietato Antinoo, capo autoproclamato dei pretendenti al trono; Podestà nelle vesti di una Nausicaa delicata, innamorata e attratta dai vagiti di un amore impossibile e vissuto contemporaneamente con illusoria passione; Dumesnil che interpreta il re dei Feaci Alcinoo con lo stile tipico degli anni 1950 nel recitare le parti di governatori e regnanti, ricco di sfumature tutt’altro che trascurabili e pregno di carisma non divistico ma bensì meritatamente effettivo. Altri film desunti dal poema omerico: L’Odissea (1911), opera muta di Francesco Bertolini e Adolfo Padoan, lunga 1925 metri; Odissea (1968), sceneggiato televisivo in otto puntate diretto da Franco Rossi, con Bekim Fehmiu come personaggio principale. Quest’ultimo film fu poi trasformato in un’edizione cinematografica di centosei minuti: Le avventure di Ulisse. [-]

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