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Nelle pellicole di Luis Bunuel,oramai lo spettatore si e' abituato a assistere al capolavoro o quantomeno al buon film,dopo capolavori come Un chien andalou,o l'age d'or,e buoni film come El o adolescenza torbida. Il regista spagnolo ora conferma il suo talento in un'altra ottima pellicola,ovvero L'ILLUSIONE VIAGGIA IN TRANVAI.La storia racconta di due tranvieri e del loro attaccamento ad un tram(precisamente il numero 133) e la non accettazione della demolizione imminente.Cosi pertanto decidono di percorrere un ultima volta durante la fine di una festa la loro ultima avventura con il tram.Incontreranno scolastiche,persone povere,borghesi astiosi,e soprattutto persone petulanti che tentano ogni modo per aver ragione e infastidire.Ma alla fine tutto fila liscio e chissa' che in quel tram non ci sia stata per poco la liberta' pura.Bunuel riprende il discorso della liberta'(gia' accennato in L'age d'or) e lo immerge nel tram(elemento di trasporto e cambiamento) portando molte persone che ad ogni modo reagiscono senza badare all'interno della vettura e al suo spirito ma sempre con l'intento di andar ein direzioni prestabilite e non a caso quasi mai ci arrivano ,perche' il mezzo e' la pura liberta' e speranza o forse solo un'illusione.Celebri alcune scene,dal crocifisso portato da due donne nel tram dove ci sono anche teste di bue e macellai con i coltelli,e pregano il signore(estremamente surrealista come sequenza),e il teatro dove recitano appunto i due protagonisti della vicenda che inscenano il peccato originale(in un certo senso collocato con il film,poiche' il tram rubato equivale alla mela del peccato originale).Ma ad ogni modo un Bunuel anarchico e favoloso come sempre.Se l'illusione viaggia in tranvai ,il cinema viaggia con Bunuel.
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