onufrio
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venerdì 7 febbraio 2020
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solo contro tutti
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Fresco di matrimonio con la quacchera Amy (Grace Kelly), pronto a dedicarsi ad una nuova vita, lo sceriffo Willy Kane apprende la notizia del ritorno in paese del criminale Frank MIller, condannato anni addietro dallo stesso sceriffo e stranamente scagionato e adesso libero di compiere la propria vendetta assieme ad un trio di furfanti dove fa la sua prima apparizione sul grande schermo un certo Lee Van Cleef. Kane si rivolge alla cittadinanza ma trova il vuoto più totale, nessuno è disposto a difendere il proprio paese dall'arrivo di Miller, lasciandolo così da solo ad affrontare il proprio passato. Un Western storico, in grado di conquistare ben 4 oscar, fra cui quello di miglior attore protagonista a Gary Cooper.
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Fresco di matrimonio con la quacchera Amy (Grace Kelly), pronto a dedicarsi ad una nuova vita, lo sceriffo Willy Kane apprende la notizia del ritorno in paese del criminale Frank MIller, condannato anni addietro dallo stesso sceriffo e stranamente scagionato e adesso libero di compiere la propria vendetta assieme ad un trio di furfanti dove fa la sua prima apparizione sul grande schermo un certo Lee Van Cleef. Kane si rivolge alla cittadinanza ma trova il vuoto più totale, nessuno è disposto a difendere il proprio paese dall'arrivo di Miller, lasciandolo così da solo ad affrontare il proprio passato. Un Western storico, in grado di conquistare ben 4 oscar, fra cui quello di miglior attore protagonista a Gary Cooper.
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fabio
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sabato 6 aprile 2019
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un classico del cinema western
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Film avvincente sapientemente costruito. Tocca temi universali: la scelta di cosa è giusto fare, la ricerca della propria identità, la possibilità di cambiamento.
Nessun genere più del western ci aiuta a capire com'è nata l'America e gli americani.
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samanta
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giovedì 16 agosto 2018
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non abbandonarmi o mio tesoro
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il film è un capolavoro assoluto del cinema, lo ritengo uno dei migliori western mai realizzati accanto al Cavaliere della valle solitaria e a Sentieri Selvaggi. Siamo in un paese degli USA vicino al Messico lo sceriffo Willy Kane (Gary Cooper) alla fine del XIX secolo, è una domenica e lo sceriffo si sposa (sono le h 10,30) con Amy (Grace Kelly) giovane e bella quacchera. Ha dato le dimissioni e sta per partire per il viaggio di nozze. Ma un telegramma lo avverte che il criminale Miller che spadroneggiva nel paese ed era in carcere inopinatamente è stato ringraziato e ritorna con il treno di mezzogiorno dove alla stazione lo aspettano già tre complici.
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il film è un capolavoro assoluto del cinema, lo ritengo uno dei migliori western mai realizzati accanto al Cavaliere della valle solitaria e a Sentieri Selvaggi. Siamo in un paese degli USA vicino al Messico lo sceriffo Willy Kane (Gary Cooper) alla fine del XIX secolo, è una domenica e lo sceriffo si sposa (sono le h 10,30) con Amy (Grace Kelly) giovane e bella quacchera. Ha dato le dimissioni e sta per partire per il viaggio di nozze. Ma un telegramma lo avverte che il criminale Miller che spadroneggiva nel paese ed era in carcere inopinatamente è stato ringraziato e ritorna con il treno di mezzogiorno dove alla stazione lo aspettano già tre complici. Decide di rimanere contro la volontà della moglie per affrontarlo. Spera di trovare dei cittadini che lo aiutino, visto il fatto che aveva reso tranquillo il paese, ma tutti lo abbandonano compresa la moglie e rimane solo ad affrontare i criminali le li ucciderà tutti con l'aiuto della moglie che all'ultimo minuto si ricrede.
Il film deve essere depurato da fantasiose interpetazioni politiche (si era nel periodo del maccartismo), il vero tema è da una parte l'uomo solo che cerca, contro i suoi interessi, di fare ciò che è giusto anche se questo costa sofferenza ed angoscia. Dall'altra sono evidenziate le motivazioni di chi lo abbandona, alcune nobili come l'odio per le armi di Amy, ma altre di convenienza economica: il mellifluo sindaco (Thomas Mitchell) che sembrava aiutarlo teme per gli investimenti, tanti lo abbandonano per vigliaccheria , per amicizia con il criminale che in fin dei conti faceva lavorare i saloon e girare i soldi, per malamino come il vice sceriffo, per disillusione il vecchio sceriffo, per rancore la vecchia amante (Katy Jurado da lui abbandonata), insomma si trovano sempre infinite ragioni per non fare il proprio dovere. Il film è caratterizzato dall'unità temporale dell'azione e del film (circa 1 ora e mezza) ed ha un ritmo serrato e ossessionante caratterizato dallo scorrere implacabile dei minuti nei molteplici orologi che si vedano nei vari ambienti e dal sottofondo tambureggiante della colonna sonora (splendida la canzone) di Dimitri Tiomkin. Indimenticabile è l'interpretazione di Gary Cooper il cui volto passa dalla felicità del matrimonio, all'ansia di trovare aiuti o appoggi, alla disillusione, all'amarezza dell'abbandono, alla paura, alla decisione di combattere per un solo motivo: fare ciò che è giusto, l'attore riceverà il premio Oscar. Il film non solo ha un ritmo serrato con dialoghi senza una parola di troppo, le scene sono coinvolgenti non un minuto della pellicola è sprecato. Buona l'interpretazione degli altri attori specie di Thomas Mitchell e di Katy Jurado. Un pò legnosa l'interpretazione di Grace Kelly al suo primo effettivo film, che durante le riprese ebbe una relazione con Cooper (che finito il film la scaricò allo scrittore Robert Slatzer) e con il regista Zinnemann che la gratificò con una serie inusuale di primi piani suscitando l'ira di Katy Jurado che aveva una parte più importante ed era più anziana cinematograficamente. DO NOT FORSAKE ME, OH MY DARLING.
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andrea alesci
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mercoledì 8 luglio 2015
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l’ardua solitaria attesa dei giusti
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Le lancette degli orologi di Hadleyville battono il medesimo tempo di quelle ai nostri polsi in una coincidenza fra realtà e narrazione che è forza motrice di High Noon (questo il titolo originale di Mezzogiorno di fuoco). E dall’alto di un cielo ferocemente terso ci gettiamo a piombo sopra una cittadina qualsiasi del West, scortati dal motivo conduttore di Dimitri Tiomkin e da un trio di personaggi poco raccomandabili.
Fred Zinnemann descrive con artificiosa perfezione il canone western della vendetta, governante silente dell’azione sotto le misteriose spoglie di Frank Miller. Con quel nome che spaventa tutta Hadleyfield, il nome che scuote Will Kane (Gary Cooper) e lo fa rinunciare alla partenza con la novella sposa Amy (Grace Kelly) per obbedire al dovere morale di difendere la comunità nel suo ultimo giorno da sceriffo.
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Le lancette degli orologi di Hadleyville battono il medesimo tempo di quelle ai nostri polsi in una coincidenza fra realtà e narrazione che è forza motrice di High Noon (questo il titolo originale di Mezzogiorno di fuoco). E dall’alto di un cielo ferocemente terso ci gettiamo a piombo sopra una cittadina qualsiasi del West, scortati dal motivo conduttore di Dimitri Tiomkin e da un trio di personaggi poco raccomandabili.
Fred Zinnemann descrive con artificiosa perfezione il canone western della vendetta, governante silente dell’azione sotto le misteriose spoglie di Frank Miller. Con quel nome che spaventa tutta Hadleyfield, il nome che scuote Will Kane (Gary Cooper) e lo fa rinunciare alla partenza con la novella sposa Amy (Grace Kelly) per obbedire al dovere morale di difendere la comunità nel suo ultimo giorno da sceriffo.
Ecco il duello che prende corpo: tra il difensore della legge Will Kane e il trasgressore Frank Miller. Duello incrociato tra la presenza greve di un uomo solitario e l’assenza evanescente di un uomo spietato. Duello che si ricompone nel tempo, riemergendo dal passato di un arresto (fu Kane a mettere in manette Miller) e proiettandosi nel futuro di un mezzogiorno che accorre sui binari della ferrovia.
Ogni cosa mira a quel momento in una tensione crescente, mentre i minuti trascorrono uguali sia per noi che per Kane, errabondo in cerca di sodali per far fronte alla banda di Miller. Ma più passa il tempo più capiamo che Will Kane rimarrà solo, lasciato anche da Amy, virginale principio della non violenza e pure lei in attesa di quel mezzogiorno fatale per salire sul treno.
Andarsene come intende fare la messicana Helen Ramirez (Katy Jurado), già donna di Kane, quindi di Miller, prima di accompagnarsi brevemente all’inaffidabile vicesceriffo Harvey Pell (un giovane Lloyd Bridges, che molti ricorderanno poi come McCroskey ne L’aereo più pazzo del mondo), simbolo di una gioventù pretenziosa che vuole arrogarsi il potere per diritto acquisito.
Zinnemann è un geometra puntiglioso, che nulla lascia al caso e tutto riveste di simbolismi chiari come l’accecante luce del West: il vigliacco egoismo degli abitanti che non vogliono aiutare chi caparbiamente aveva riportato l’ordine; la politica menefreghista incarnata da Henderson, allorché nella chiesa prende le difese di Kane salvo concludere l’arringa dicendo che la sua presenza in città mette a rischio l’incolumità di tutti; infine, la (ir)responsabilità dei giudici che hanno mutato l’ergastolo di Miller in libertà condizionata.
Will Kane rimane solo, solo a lottare contro tutti, solo a rappresentare il paradosso di una società nella quale rispetto della legge e civiltà sono garantiti soltanto dall’esercizio delle armi. Solo ad attendere Frank Miller. Lì, da solo, mentre un abile dolly lo inquadra di spalle nel deserto piattume del nulla, nella polvere inerte della cittadina di Hadleyville.
Ma il fischio del treno che infine ci rivela i tratti di Frank Miller (Ian MacDonald) non è soltanto l’allarme di un destino che incombe: è anche il suono dell’amore di Amy per Will. Lo sceriffo combatte la banda di Miller, ma non è più solo a far fuoco: la giustizia si ricompone nel succedersi degli spari, un matrimonio si ricompone davanti al cadavere di Frank Miller. Una società però si spezza nel luccichio spento di una stella gettata a terra; poi la voce di Tex Ritter ci riporta lontano, oltre il mezzogiorno infuocato di un uomo tradito da troppi ma salvato dall’amore.
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domenico rizzi
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giovedì 8 gennaio 2015
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un uomo solo, ma con una donna al fianco
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Difficile trovare aggettivi per questo autentico capolavoro del western, a suo tempo destinatario di ben 4 Oscar e di moltissime critiche da parte dei conservatori: John Wayne lo definì addirittura “il film più antiamericano che sia mai stata realizzato”. Il motivo risiede principalmente nel comportamento della cittadinanza di Hadley, che pianta in asso il proprio marshal Will Kane (sceriffo, nell’edizione italiana) di fronte al ritorno di quattro pericolosi criminali, ciò che fa gridare allo scandalo la gente convinta che gli uomini del West non siano dei codardi. In realtà, l’intento del regista Fred Zinneman è più sottile e vuole rappresentare la storia di un uomo solo che si ritrova, quale unica alleata, la propria giovane moglie, per giunta di fede quacchera, cioè non violenta.
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Difficile trovare aggettivi per questo autentico capolavoro del western, a suo tempo destinatario di ben 4 Oscar e di moltissime critiche da parte dei conservatori: John Wayne lo definì addirittura “il film più antiamericano che sia mai stata realizzato”. Il motivo risiede principalmente nel comportamento della cittadinanza di Hadley, che pianta in asso il proprio marshal Will Kane (sceriffo, nell’edizione italiana) di fronte al ritorno di quattro pericolosi criminali, ciò che fa gridare allo scandalo la gente convinta che gli uomini del West non siano dei codardi. In realtà, l’intento del regista Fred Zinneman è più sottile e vuole rappresentare la storia di un uomo solo che si ritrova, quale unica alleata, la propria giovane moglie, per giunta di fede quacchera, cioè non violenta. Del resto il medesimo tema verrà trattato molti anni dopo da Clint Eastwood ne “Lo straniero senza nome”, senza suscitare alcuno scalpore perché i tempi erano ormai cambiati e il maccartismo – che negli Anni Cinquanta inquisiva e perseguiva tutti i sospettati di attività antiamericane – era ormai un triste ricordo del passato. In poche parole, si potrebbe definire questo film come perfetto, sia per l’intensa caratterizzazione dei personaggi, quanto per il suo svolgimento generale: in “Mezzogiorno di fuoco” non vi è infatti una sola scena superflua, e la sua durata corrisponde effettivamente a quella della finzione cinematografica. All’impeccabile recitazione degli attori – Gary Cooper, Lloyd Bridges, Grace Kelly, Katy Jurado, Lon Chaney, Lee Van Cleef – si aggiunge una scenografia in bianco e nero molto efficace, che tratteggia con sapienti inquadrature i luoghi di questa cittadina del New Mexico, dalla stazione dove i banditi attendono l’arrivo del loro complice per consumare la vendetta ai danni di Kane, alle vie polverose del centro, all’interno del saloon, dove fervono le discussioni e fioriscono le scommesse su chi riuscirà a spuntarla fra i contendenti. Il Gary Cooper piuttosto anziano (all’epoca 53 enne) lega benissimo, contro tutte le previsioni di una produzione abbastanza scettica, con la 22 enne Grace Kelly, che recita la parte della moglie Amy. Molto efficaci le parti di Katy Jurado (Helen Ramirez) ex amante di Kane e del bandito Frank Miller (Ian Mc Donald) una messicana che è riuscita a farsi una posizione in una città di gringos prevenuti verso la gente meticcia (otterrà il Golden Globe come miglior attrice non protagonista) e di Lloyd Bridges (vicesceriffo Harvey Pell) padre dell’attore Jeff Bridges non ancora affermato. Essenziale, quasi si tratti di un film di John Ford, il duello finale, nel quale anche la timida e apparentemente tremebonda Amy dà una mano al marito uccidendo un fuorilegge con una pistolettata alla schiena. Kane affronta i delinquenti eliminandoli uno ad uno – tranne quello abbattuto da Amy – senza la consueta ritualità teatrale che accompagnerà molti film western, particolarmente quelli italiani, in seguito. Meritati i 4 Academy Award a Cooper (miglior attore protagonista)Williams e Gerstad (miglior montaggio) Dimitri Tiomkin (colonna sonora) Ned Washington e Dimitri Tiomkin (miglior canzone: Do not Forsake me oh my Darling, divenuta successo mondiale per merito del cantante italo-americano Frankie Laine). Ad essi si aggiungono 4 Golden Globe, a Cooper, alla Jurado, a Floyd Crosby per la fotografia e al solito Tiomkin. Grande risposta anche del pubblico. Costato poco più di 700.000 dollari, il film ne incassò 12 milioni soltanto in USA e Canada. “Mezzogiorno di fuoco” rimane, con la sua lineare semplicità, un modello che tutti i cineasti di western, soprattutto quelli molto inclini alle esagerazioni, dovrebbero tenere sempre in considerazione. L’American Film Institute lo ha collocato al 27° posto nella classifica dei 100 migliori film americani di ogni tempo.
Domenico Rizzi, scrittore
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maciste
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sabato 16 agosto 2014
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leggenda
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Ogni fotogramma è entrato nella leggenda ed è manuale di recitazione e cinematografia.
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oronzo canà
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lunedì 4 febbraio 2013
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quando il cinema diventa mito
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Se un film diventa un mito,un'icona del cinema,ammirato da generazioni e sempre emozionante,un motivo ci sarà.
E nel nostro caso i motivi sono più di uno,ma il motivo fondamentale è che in questo film capolavoro del genere western,l'eroe è quanto di più lontano dall'icona dello sceriffo pistolero che siamo abituati a vedere.
E' un antieroe,ha paura,è angosciato,chiede aiuto perchè sa che senza aiuto potrebbe non vedere la luce di domani e questo lo si evince dal sudore che cola dalla fronte di uno straordinario Gary Cooper,nei suoi sguardi speranzosi che si tramutano in sguardi di disprezzo quando l'aiuto gli viene negato.
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Se un film diventa un mito,un'icona del cinema,ammirato da generazioni e sempre emozionante,un motivo ci sarà.
E nel nostro caso i motivi sono più di uno,ma il motivo fondamentale è che in questo film capolavoro del genere western,l'eroe è quanto di più lontano dall'icona dello sceriffo pistolero che siamo abituati a vedere.
E' un antieroe,ha paura,è angosciato,chiede aiuto perchè sa che senza aiuto potrebbe non vedere la luce di domani e questo lo si evince dal sudore che cola dalla fronte di uno straordinario Gary Cooper,nei suoi sguardi speranzosi che si tramutano in sguardi di disprezzo quando l'aiuto gli viene negato.
Ma il suo compito è rimanere ed affrontare il suo destino,perchè troppo forte è il senso di dovere e giustizia...e allora da uomo normale,ma dallo straordinario coraggio,affronterà il cammino solitario che lo porterà alla sfida finale.
Autentico capolavoro,da gustare in ogni scena,ogni espressione,ogni pausa,ogni dialogo..perchè raramente il coraggio avrà un volto così normale..e quindi così vicino a noi.
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g_andrini
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giovedì 31 gennaio 2013
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buon film
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Non sarà un capolavoro, ma, anche se in parte superato, non è affatto male. Splendide le protagoniste femminili.
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il cinefilo
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giovedì 9 giugno 2011
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mezzogiorno di fuoco:il valore della giustizia
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Quando la giustizia smette di essere un principio di valore teso a unire tutta la società civile accade quello che succede in MEZZOGIORNO DI FUOCO...essa,probabilmente,non si"estingue"ma perde la sua importantissima carica idealistica la cui essenziale priorità è quella di dimostrare che quando il popolo di una qualsivoglia nazione democratica(e non solo un piccolo paese)si unisce nel momento del bisogno nessuna minaccia potrà riuscire a devastarne lo spirito unitario.
L'universalità del valore della giustizia la si può riscontrare ovunque essa sia saldamente radicata nella"personalità"di chiunque sia disposto,addirittura,a morire per essa(Will Kane,nel film).
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Quando la giustizia smette di essere un principio di valore teso a unire tutta la società civile accade quello che succede in MEZZOGIORNO DI FUOCO...essa,probabilmente,non si"estingue"ma perde la sua importantissima carica idealistica la cui essenziale priorità è quella di dimostrare che quando il popolo di una qualsivoglia nazione democratica(e non solo un piccolo paese)si unisce nel momento del bisogno nessuna minaccia potrà riuscire a devastarne lo spirito unitario.
L'universalità del valore della giustizia la si può riscontrare ovunque essa sia saldamente radicata nella"personalità"di chiunque sia disposto,addirittura,a morire per essa(Will Kane,nel film).
I grandi uomini della storia(Gandhi,Martin Luther King e numerosi altri)hanno retto le loro convinzioni su questo principio di base unico e indissolubile.
Il film di Fred Zinneman è un western in apparenza"piccolo"ma,in realtà,grande nella sua statura morale quanto potrebbe esserlo,in termini architettonici e ideologici,la statua della libertà negli Stati Uniti...e quando questi valori vengono a mancare(troppo spesso,pultroppo)la civiltà moderna diventa esattamente come una delle sequenze finali del film in cui è coinvolto lo sceriffo:un deserto in cui le coscienze sono sprofondate nel nulla e la fratellanza sociale rasenta l'estinzione.
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dandy
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domenica 27 marzo 2011
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l'orario che diventò mito nel cinema.
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Ecco il western che,assieme a "Ombre rosse" di John Ford,si contende il titolo di migliore della storia del cinema.Costruito sulla quasi coincidenza del tempo della pellicola con quello degli eventi,è invecchiato benissimo,ed ha portato ad una rivoluzione non solo nel suo genere,ma in tutto il cinema generale.Un meccanismo di perfetta costruzione ritmica del racconto e di suspence,che ruota intorno all'attesa dei tre fuorilegge in stazione e alla caparbietà di kane nel cercare aiuti per la missione.Fino al grandioso scontro finale(concentrato negli ultimi minuti,e che costituisce gran parte dell'azione).Personaggi a tutto tondo,e una riflessione sulla determinazione dell'uomo "eroico", solo contro tutti.
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Ecco il western che,assieme a "Ombre rosse" di John Ford,si contende il titolo di migliore della storia del cinema.Costruito sulla quasi coincidenza del tempo della pellicola con quello degli eventi,è invecchiato benissimo,ed ha portato ad una rivoluzione non solo nel suo genere,ma in tutto il cinema generale.Un meccanismo di perfetta costruzione ritmica del racconto e di suspence,che ruota intorno all'attesa dei tre fuorilegge in stazione e alla caparbietà di kane nel cercare aiuti per la missione.Fino al grandioso scontro finale(concentrato negli ultimi minuti,e che costituisce gran parte dell'azione).Personaggi a tutto tondo,e una riflessione sulla determinazione dell'uomo "eroico", solo contro tutti.Prodotto dal regista Stanley Kramer.La commissione per le attività antiamericane ebbe da ridire(invano)per la scena finale dove il protagonista getta nella polvere la stella da sceriffo.E' implicita infatti nel film l'allegoria del clima di vigliaccheria e conformismo del maccartismo.Un'altra ammirevole qualità in uno dei pilastri del cinema,omaggiato in innumerevoli altri film(e il titolo italiano lo ha reso doppiamente immortale a questo proposito[ma perchè oggi non è più così?]).Il 27enne Lee Van Cleef,futuro memorabile Douglas Mortimer e Sentenza di "Per qualche dollaro in più" e "Il buono,il brutto,il cattivo",esordisce nel ruolo di uno degli scagnozzi di Frank Miller.
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