alessandra verdino
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venerdì 19 gennaio 2007
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il cinema e la psicanalisi
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Hitchock disse, parlando di questo film: "Volevo solo girare il primo film di psicanalisi". E lo disse nel 1945, quando questa scienza non era ancora molto diffusa.
Ecco già un cenno all'estrema modernità di questo grandissimo regista. Se oggi, nel 2007, si assiste alla proiezione di "Io ti salverò" (Spellbound), si trascorrono due ore in cui si è talmente avvinti dalla trama e dalle sue implicazioni psicologiche da esserne quasi ipnotizzati.
Quanto è vero, della psicanalisi, in questo film?
Senza dubbio molto. Serve senz'altro come primo approccio a questa scienza, che ha completamente rivoluzionato la cura delle malattie mentali.
Qui abbiamo un caso di amnesia riconducibile ad un trauma infantile (secondo Freud, l'infanzia è la chiave della nostra vita), l'interpretazione dei sogni (inventata da Freud), e casi di odio/amore verso gli psicanalisti.
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Hitchock disse, parlando di questo film: "Volevo solo girare il primo film di psicanalisi". E lo disse nel 1945, quando questa scienza non era ancora molto diffusa.
Ecco già un cenno all'estrema modernità di questo grandissimo regista. Se oggi, nel 2007, si assiste alla proiezione di "Io ti salverò" (Spellbound), si trascorrono due ore in cui si è talmente avvinti dalla trama e dalle sue implicazioni psicologiche da esserne quasi ipnotizzati.
Quanto è vero, della psicanalisi, in questo film?
Senza dubbio molto. Serve senz'altro come primo approccio a questa scienza, che ha completamente rivoluzionato la cura delle malattie mentali.
Qui abbiamo un caso di amnesia riconducibile ad un trauma infantile (secondo Freud, l'infanzia è la chiave della nostra vita), l'interpretazione dei sogni (inventata da Freud), e casi di odio/amore verso gli psicanalisti.
Ma il cinema è il cinema, ed allora il rapporto del transfert è stato completamente falsato.
Secondo la psicanalisi, infatti, bisogna amare il terapeuta, ma, assolutamente, non mettere in pratica questo innamoramento, pena l'inefficacia ed addirittura il fallimento della cura.
Qui abbiamo invece il caso di un grande amore, anzi, dell' "amour fou" tra il terapeuta ed il paziente.
Tuttavia, questo film lascia sensazioni straordinarie e, come ho già detto, offre un'idea di base di questa scienza, che altro non è che un viaggio all'interno di se stessi.
Come poteva Hitch rimanere insensibile ad un argomento così ghiotto da trattare?
Viaggiando dentro noi stessi scopriamo continuamente delle cose e, se a questo uniamo una trama poliziesca, il gioco è fatto.
Abbiamo dunque due film di suspence in uno.
Da una parte, la scoperta di se stessi - e quindi rivelazioni improvvise e scioccanti.
Dall'altra, un intreccio magistrale che amalgama il tutto.
Se a tutto ciò uniamo la bellezza e la bravura di Ingrid Bergman e di Gregory Peck - che vivono un'intensa storia d'amore - abbiamo il terzo film.
Penso che questo film piaccia molto più oggi che quando è stato diretto, ossia nel lontano 1945.
Perchè? Perchè è un film estremamente moderno, le cui tematiche sono ora abbastanza conosciute.
Un Hitch rivoluzionario, quindi. E, come sempre, che sa colpire nel modo giusto. Nella mente e nel cuore.
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albert
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lunedì 6 gennaio 2025
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film psycanalitico
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Alfred Hitchcock collabora con gli sceneggiatori Ben Hecht e Angus Mac Phail per dar vita a un film che si ispira a un romanzo di Francis Beeding. Diciamo subito che il film forse è tra i più sottovalutati del maestro perché, se non è un capolavoro, ci va molto vicino. Collabora anche con Salvador Dali' per l'effettuazione di una fantastica scena onirica dove sembrava di potervi osservare quadri del grande artista. È la storia d'amore tra una psicanalista e un misterioso uomo afflitto da amnesia. Compito della donna è quello di far riemergere i ricordi dell'uomo per convincerlo a eliminare i suoi sensi di colpa legati alla convinzione di essere stato lui a uccidere uno psicanalista di cui ha inconsapevolmente preso il posto.
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Alfred Hitchcock collabora con gli sceneggiatori Ben Hecht e Angus Mac Phail per dar vita a un film che si ispira a un romanzo di Francis Beeding. Diciamo subito che il film forse è tra i più sottovalutati del maestro perché, se non è un capolavoro, ci va molto vicino. Collabora anche con Salvador Dali' per l'effettuazione di una fantastica scena onirica dove sembrava di potervi osservare quadri del grande artista. È la storia d'amore tra una psicanalista e un misterioso uomo afflitto da amnesia. Compito della donna è quello di far riemergere i ricordi dell'uomo per convincerlo a eliminare i suoi sensi di colpa legati alla convinzione di essere stato lui a uccidere uno psicanalista di cui ha inconsapevolmente preso il posto. Il film si serve di una collaudata Bergman, con la quale Hitchcock farà altri film, che riesce a rendere adeguatamente drammatico il suo ruolo, e di un giovane fascinoso Peck che interpreta a dovere il ruolo di uno affetto da amnesia. Il thriller va sempre in crescendo tanto che la psicanalisi, grazie alla quale il caso verrà risolto, avrà sempre più un ruolo preponderante. Emozionante.
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renato c.
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giovedì 17 dicembre 2009
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un bellissimo hitchcock anni '40!
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Alfred Hitchcock ha fatto sopprattutto films gialli, qualcuno di spionaggio, ed altri psicologici. Questo fa parte di questi ultimi ma è anche un po' giallo. Gregory Peck interpreta magnificamente il malato con un complesso di colpa represso (la morte del fratello quamdo erano bambini che gli fa credere di essere anche l'assassino del Dr. Edwards) ed innamorato che si agita non appena vede qualche cosa che gli può ricordare il delitto! Ingrid Bergman è bellissima e bravissima ed interpreta la psichiatra che tutti vorremmo avere anche se non malati! Ho scoperto, più adesso che non anni addietro, che ha un fascino veramente irresistibile! L'ho rivista di recente in "Casablanca" ed ora in questo film dove fa la psichiatra innamorata ma che mette il suo lavoro al primo posto, e ne sono rimasto veramente incantato!
La parte gialla del film è anche stupenda specialmente in quel sogno in cui Gregory Peck vede il vero assassino col volto incappucciato, che poi si scoprirà, come spesso accade, che si trattava della persona meno sospetta! Il film fa vedere anche con quale facilità una persona veniva spesso incriminata e forse condannata innocente alla pena capitale, che probabilmente avrebbe subito se non ci fosse stata una persona che lo amava e che voleva scoprire la verità a tutti i costi! Quanti innocenti sono stati condannati?! E quanti veri colpevoli l'hanno passata liscia?! (Almeno su questa Terra!).
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Alfred Hitchcock ha fatto sopprattutto films gialli, qualcuno di spionaggio, ed altri psicologici. Questo fa parte di questi ultimi ma è anche un po' giallo. Gregory Peck interpreta magnificamente il malato con un complesso di colpa represso (la morte del fratello quamdo erano bambini che gli fa credere di essere anche l'assassino del Dr. Edwards) ed innamorato che si agita non appena vede qualche cosa che gli può ricordare il delitto! Ingrid Bergman è bellissima e bravissima ed interpreta la psichiatra che tutti vorremmo avere anche se non malati! Ho scoperto, più adesso che non anni addietro, che ha un fascino veramente irresistibile! L'ho rivista di recente in "Casablanca" ed ora in questo film dove fa la psichiatra innamorata ma che mette il suo lavoro al primo posto, e ne sono rimasto veramente incantato!
La parte gialla del film è anche stupenda specialmente in quel sogno in cui Gregory Peck vede il vero assassino col volto incappucciato, che poi si scoprirà, come spesso accade, che si trattava della persona meno sospetta! Il film fa vedere anche con quale facilità una persona veniva spesso incriminata e forse condannata innocente alla pena capitale, che probabilmente avrebbe subito se non ci fosse stata una persona che lo amava e che voleva scoprire la verità a tutti i costi! Quanti innocenti sono stati condannati?! E quanti veri colpevoli l'hanno passata liscia?! (Almeno su questa Terra!). Il film, comunque si conclude con l'happy end e tutti vissero felici e contenti. Grande Hitchcock!
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gianleo67
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domenica 1 aprile 2012
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l'uomo che smarrì se stesso
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Il vecchio direttore di una clinica psichiatrica va volontariamente in pensione e viene sostituito da un giovane psichiatra di cui si conoscono sono le brillanti pubblicazioni. In realtà quest'ultimo non è chi dice di essere mentre il primo non ha alcuna intenzione di abbandonare la clinica. Una giovane ed affascinate dottoressa svelerà l'arcano. E' sempre il caro vecchio Hitch che ci presenta una storia dal movente improbabile e dalle dinamiche ancor piu' inverosimili. Tutto cio' pero' non toglie nulla all'efficacia ed alla perfezione del meccanismo narrativo come sempre in bilico tra ambiguità e mistero. In questo caso lo strumento di indagine che guida la bella protagonista e quello psicoanalitico usato come arma a doppio taglio tanto dai buoni che dal cattivo di turno.
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Il vecchio direttore di una clinica psichiatrica va volontariamente in pensione e viene sostituito da un giovane psichiatra di cui si conoscono sono le brillanti pubblicazioni. In realtà quest'ultimo non è chi dice di essere mentre il primo non ha alcuna intenzione di abbandonare la clinica. Una giovane ed affascinate dottoressa svelerà l'arcano. E' sempre il caro vecchio Hitch che ci presenta una storia dal movente improbabile e dalle dinamiche ancor piu' inverosimili. Tutto cio' pero' non toglie nulla all'efficacia ed alla perfezione del meccanismo narrativo come sempre in bilico tra ambiguità e mistero. In questo caso lo strumento di indagine che guida la bella protagonista e quello psicoanalitico usato come arma a doppio taglio tanto dai buoni che dal cattivo di turno. Il classico tema del doppio e della doppiezza è magistralmente risolto in questo caso con la doppia seduta psicoanalitica che serve a scagionare l'innocente ed incastrare il colmpevole. Hitch mette alla berlina salde convinzioni degli 'strizzacervelli' e condisce tutto con un pizzico di misoginia nel descrivere la 'cedevolezza' etica e deontologica della protagonista ai propri sentimenti. Memorabili alcune scene: il detective dell'albergo che confessa tutto alla vera psichiatra credendosi egli uno psicologo, Gregory Peck che scende le scale impugnando un affilato rasoio, la scena finale della rivoltella 'in soggettiva'. Affascinati le scenografie surrealiste delle digressioni oniriche curate da Salvador Dalì. Complessato.
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luigi chierico
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mercoledì 7 maggio 2014
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memorabile
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Non capita così spesso di poter vedere occhi tanto belli e penetranti, sono stupendamente chiari quelli della grande svedese Ingrid Bergman, forse ereditati da un’altra svedese, l’indimenticabile, divina Greta Garbo. Non è da meno lo sguardo dolce e penetrante di Gregory Peck, tanto bravo quanto affascinante.
In questo memorabile film sono anche tristi, sconvolti da un passato che tormenta le ore del giorno più ancora che della notte. Occhi smarriti che si perdono alla ricerca della verità, sia per la Dottoressa Costance Peterson che per John Ballantine.
L’amore che ha investito Constance ( Ingrid Bergman) si confonderà con l’’incubo di John ( Gregory Peck) che teme di essere travolto e precipitare nel vuoto.
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Non capita così spesso di poter vedere occhi tanto belli e penetranti, sono stupendamente chiari quelli della grande svedese Ingrid Bergman, forse ereditati da un’altra svedese, l’indimenticabile, divina Greta Garbo. Non è da meno lo sguardo dolce e penetrante di Gregory Peck, tanto bravo quanto affascinante.
In questo memorabile film sono anche tristi, sconvolti da un passato che tormenta le ore del giorno più ancora che della notte. Occhi smarriti che si perdono alla ricerca della verità, sia per la Dottoressa Costance Peterson che per John Ballantine.
L’amore che ha investito Constance ( Ingrid Bergman) si confonderà con l’’incubo di John ( Gregory Peck) che teme di essere travolto e precipitare nel vuoto. E alla bella Ingrid non servirà l’uso delle lenti a nasconderle i bellissimi occhi.
Soltanto un regista della portata di Alfred Hitchcock poteva concepire e realizzare un film del genere, passato alla storia per alcune famose scene realizzate attraverso le intuizioni di questo regista che non mancherà mai di stupire e sorprendere tutti, non soltanto l’affezionato pubblico dei thriller. Il bianco e nero è essenziale per mostrare l’effetto che può fare una forchetta che con i suoi rebbi lascia i segni paralleli su una candida tovaglia, ed ancora per osservare le righe su una vestaglia o su una coperta, che ricordano le tracce degli sci lasciate su un bianchissimo manto nevoso. Sono queste due tinte che consentono di osservare il contrasto tra ciò che è bianco da ciò che è nero, per esempio con una pistola o in una tenda su cui si vedono cento occhi, come a voler spiare, tra una grande forbice che taglia il drappeggio di uno strano locale dove chi scopre un nero 7 di fiori ma il baro vince con 2 carte bianche, una tazza di caffè mentre fuori appare una strada ricoperta di bianca neve.. Non sono solito riportare fedelmente la trama del film , che aiuterebbe tantissimo ad aggiungere tante osservazioni. Non si può però tacere che è una vicenda freudiana, il presente si confonde col passato, la realtà con i sogni, la passione per la medicina con l’amore. E’ un film concepito per fare della psicanalisi il tema dominante di tutto il racconto reso con tutta la suspense di cui il noto regista è capace di trasmettere nei suoi film, a ricordarcene, anche qui, una sua fugace presenza come in tutti i suoi film, un vezzo che è una firma di autenticità.
Alla dott.ssa Constance si affiancherà, a sciogliere gli enigmi che hanno fatto perdere la memoria al paziente John, il Dr. Alexander "Alessio" Brulov interpretato dal bravissimo Michael Chekhov candidato all’oscar come attore non protagonista. Non si dimentica la sua voce suadente, tanto bene doppiata in Italia da Lauro Gazzolo (attore in “Domani è troppo tardi” in cui esordì Anna Maria Pierangeli, Nastro d’argento 1951, a cui è dovuto un saluto, trovandosi “Lassù (dove) qualcuno mi ama”? con lo sfortunato idolo James Dean).
Ai grandissimi interpreti la Bergman e Gregory Peck. In tutta la tormentata vicenda, è di grande rilievo nella parte del Dr. Murchison, anche la partecipazione di Leo G. Carroll, attore caro ad Hitchcock avendo preso parte a tanti suoi film, per esempio in “Il caso Paradine” ancora con l’intramontabile Gregory Peck e la bellissima assassina Alida Valli, vanto del nostro cinema.
Fotografia e colonna musicale molto pregevoli.
Vada a vederlo anche chi non deve essere salvato. Chigi chibar22@libero.it
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celluloide
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venerdì 28 settembre 2012
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lezione di cinema
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Pur non essendo il miglior hitchcock rimane sempre un
esempio di cinema da cui attingere idee a tutto campo,
dalla scenografia alla fotografia e dialoghi.
[+] pesce d' aprile
(di dr.johnson)
[ - ] pesce d' aprile
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darkenry
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martedì 30 settembre 2014
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la psicanalisi secondo hitchcock
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Io ti salverò (in inglese Spellbound che dovrebbe significare “incantato”) è un film diretto da Alfred Hitchcock nel 1945 e tratto dal romanzo di Francis Beeding, La casa del dottor Edwardes.
La trama è la seguente: La protagonista della storia, la dottoressa Constance Peterson (Ingrid Bergman), lavora in una clinica psichiatrica, chiamata Villa Verde, e lì apprende dell’arrivo imminente di Anthony Edwardes, un noto scienziato che dovrà sostituire il direttore della clinica, il Dr. Murchison, in quanto quest’ultimo ha avuto un esaurimento nervoso.
Constance si innamorerà subito di Anthony, ma la situazione degenererà quando scoprirà che lui in realtà è John Ballantine, un uomo che soffre di amnesia e che crede di essere l’assassino del vero Edwardes (è importante aggiungere che lui ha il terrore di vedere linee scure parallele su un fondo bianco, fattore che sarà fondamentale nel film).
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Io ti salverò (in inglese Spellbound che dovrebbe significare “incantato”) è un film diretto da Alfred Hitchcock nel 1945 e tratto dal romanzo di Francis Beeding, La casa del dottor Edwardes.
La trama è la seguente: La protagonista della storia, la dottoressa Constance Peterson (Ingrid Bergman), lavora in una clinica psichiatrica, chiamata Villa Verde, e lì apprende dell’arrivo imminente di Anthony Edwardes, un noto scienziato che dovrà sostituire il direttore della clinica, il Dr. Murchison, in quanto quest’ultimo ha avuto un esaurimento nervoso.
Constance si innamorerà subito di Anthony, ma la situazione degenererà quando scoprirà che lui in realtà è John Ballantine, un uomo che soffre di amnesia e che crede di essere l’assassino del vero Edwardes (è importante aggiungere che lui ha il terrore di vedere linee scure parallele su un fondo bianco, fattore che sarà fondamentale nel film).
Lei però non crede che si stato lui ha compiere l’assassinio e farà di tutto per scoprire la verità e salvare il suo amato.
Ci sarebbero tante cose da dire riguardo quest’opera e inizierò parlando della protagonista. Il personaggio di Ingrid Bergman mi è piaciuto molto, in quanto si è dimostrata una donna forte e coraggiosa che, al contrario di quanto dicessero gli altri, ovvero che l’assassino era John, ha continuato a difendere la persona amata fino alla fine e, attraverso le sue conoscenze nel campo della psicanalisi, ha cercato in ogni modo di far ricordare tutto l’accaduto a John. Mi piace vedere nei film donne forti e intelligenti e in questo qui sono stato accontentato.
Il lato tecnico è realizzato con molta cura (come in ogni film di Hitchcock). La regia è molto precisa e ci propone interessanti inquadrature (mi è rimasta in mente una delle scene più famose e belle del film, dove la protagonista bacia per la prima volta John e nella sua mente vediamo aprirsi sette porte che dovrebbero rappresentare l’amore sbocciato tra i due).
La parte migliore però la troviamo quando Ballantine racconta il sogno che ha fatto a Constance e al Dr. Brulov, mentore della protagonista, il quale è stato realizzato con l’aiuto di Salvador Dalì, massimo esponente del Surrealismo. Apro una piccola parentesi: questa cosa non dovrebbe sorprende in quanto il Surrealismo è nato proprio grazie alla psicanalisi di Freud e, in particolar modo, al libro L’interpretazione dei sogni che incantò molte persone tra i quali André Breton, fondatore del movimento.
Tornando al film, il sogno ha proprio caratteri onirici e surreali, oltre che citazioni alle opere dello stesso Dalì (la ruota distorta fa pensare subito al dipinto La persistenza della memoria).
Un’altra sequenza rimasta nella storia la si trova nel finale, con l’inquadratura della pistola puntata contro la protagonista. Una scena piena di tensione e ansia, ma anche molto originale e ben fatta.
Un’altra nota positiva va alla colonna sonora diretta da Miklós Rózsa e che gli è valsa il suo primo Premio Oscar alla migliore colonna sonora (negli anni seguenti ne vincerà altri due). Essa riesce infatti a darti sensazione di tranquillità e gioia (le scene romantiche tra i due protagonisti) e altre piene di tensione e di profonda drammaticità. Ciò è dovuto anche all’uso del theremin, un strumento musicale elettronico che verrà utilizzato in altri film (come Ultimatum alla Terra o Qualcuno volò sul nido del cuculo)
Infine posso dire che Io ti salverò è un film veramente ottimo, una bellissima storia d’amore con una donna forte e grande tensione dove possiamo ritrovare temi cari a Hitchcock, come ad esempio il senso di colpa,
C’è solo una piccola nota negativa in quest’opera, ovvero la guarigione del protagonista. Nella realtà riprendersi da una forte amnesia richiederebbe molto più tempo e sarebbe anche più faticoso, ma questi sono dei piccoli dettagli e non cambia la mia opinione che questo film è da guardare assolutamente.
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samanta
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martedì 27 ottobre 2020
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la memoria ... una grande incognita.
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Il film uscì nel 1945 ed appartiene ai primi anni del cinema americano di Hitchcock, risente di un'incertezza narrativa nonché dell'invadenze del produttore (lo "zar" Selznick) che Hitch mal tollerava e che solo alcuni anni dopo riusci a liberarsene.Il film fu un successo di critica ed un clamoroso successo al botteghino, anche per il tema della psicoanalisi scelto dal regista ed in realtà imposto dal produttore che mandò sul set la sua psichiatra ad assistere la regia. La psicoanalisi muoveva i suoi primi passi trionfali fino a fare diventare il popolo USA un popolo di analizzati (coraggio lo stiamo diventando anche noi!).
La protagonista è una bravissima Ingrid Bergman (appena reduce dal suo Oscar per Angoscia) che interpreta la dott.
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Il film uscì nel 1945 ed appartiene ai primi anni del cinema americano di Hitchcock, risente di un'incertezza narrativa nonché dell'invadenze del produttore (lo "zar" Selznick) che Hitch mal tollerava e che solo alcuni anni dopo riusci a liberarsene.Il film fu un successo di critica ed un clamoroso successo al botteghino, anche per il tema della psicoanalisi scelto dal regista ed in realtà imposto dal produttore che mandò sul set la sua psichiatra ad assistere la regia. La psicoanalisi muoveva i suoi primi passi trionfali fino a fare diventare il popolo USA un popolo di analizzati (coraggio lo stiamo diventando anche noi!).
La protagonista è una bravissima Ingrid Bergman (appena reduce dal suo Oscar per Angoscia) che interpreta la dott.ssa Constance Petersen psichiatra in una casa di cura, nella quale arriva il nuovo primario il dr. Edwardes (Gregory Peck) che sostituisce il vecchio primario dr. Murchinson mandato in pensione dalla proprietà (Leo G. Carrol, bravo caratterista: il direttore della CIA in Intrigo Internazionale, Intrigo a Stoccolma, L'altro uomo) . Il nuovo arrivato desta perplessità perché oltre ad essere giovane (è preceduto dalla fama di prolifico scrittore di manuali di psicologia) si comporta stranamente, Constance scopre che non è Edwardes quando glielo dice lui lo ammette ma non si ricorda più della sua identità., sa solo che ha visto per ultimo il vero dottore. I due si innamorano fulmineamente ma poi lui scappa, arriva la polizia che lo ricerca perché è l'ultimo che ha visto il dottore che è scomparso, mentre il falso Edwards è un medico di nome John Ballantine. Constance va a New York riesce a trovare John e cerca di aiutarlo a ritrovare la memoria e perchè certi oggetti fanno scattare la sua irascibilità, per fuggire alla polizia che lo ricerca va con lui dal suo maestro il professore Brulov (Michail Cechov) grazie a lui il dr. Ballantine ritrova la memoria: era un medico ferito in guerra e congedato, per un esaurimento nervoso era andato in cura dal dr. Edwardes e l'ultima volta che lo aveva visto sciavano insieme.Constance va sul posto con John che ricorda che il dr.Edwardes era caduto in un burrone, ma sopraggiunge la polizia che lo arresta perché trova nel burrone il corpo del dottore ucciso con una pallottola. A farla breve con un colpo di scena finale Constance scopre che ad ucciderlo era il dr. Murchinson che si suicida, Constance e John che guarisce, si sposano.
Il film anche se ci sono i temi tipici di Hitch (come il doppio) soffre di un pò di ingenuità, come se la psicanalisi fosse un giochetto ad indovinelli che tramite un sogno o due ristruisce una memoria persa, i sogni del protagonista sono stati curati con una scenografia ad effetto da Salvator Dalì, la pellicola è girata con utilizzo del Fish Eye, ci sono lacune inusuali in Hitch come la discesa fianco a fianco di Constance e John sugli sci, i corpi perfettamente allineati per centinaia di metri. Buona anche se un pò legnosa l'interpretazione di Gregory Peck, bravi i comprimari, tra cui al suo esordio cinematografico Rhonda Fleming nella parte di una ninfomane ospitata nella casa di cura. In conclusione un ottimo film, ma non un capolavoro come tanti altri film del regista.
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elgatoloco
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venerdì 12 marzo 2021
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come sempre ....sir alfred
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"Spellbound"(Alfred Hitchcock, sceneggiatura di Ben Hecht e Angus Mc Phail-però non accreditato come scneneggiatore,liberamente ispirato dal romanzo di Francis Beeding"The Houseof Dr.Edwardes", 1945). Realizzato alla fine della Seconda Guerra Mondiale, questo film di Hitchock, in bianco e nero, a parte la scena finale che"vira al rosso", emblematicamente, narra di una clinica psichaitrica nella quale cìè un avvincendamento del direttore, ma ben preso la psichiatra del"team"si accorge che il nuovo arrivato non è chi doveva subenrare, ma una persona che crede di aver ucciso il direttore che sarebbe subentrato, Lo aiuterà nel difficile percorso di recupero di quanto aveva perso a livello mnemminco(amnesia), ma arriverà anche, non da sola, a scoprire il vero responsabile dell'omicidio.
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"Spellbound"(Alfred Hitchcock, sceneggiatura di Ben Hecht e Angus Mc Phail-però non accreditato come scneneggiatore,liberamente ispirato dal romanzo di Francis Beeding"The Houseof Dr.Edwardes", 1945). Realizzato alla fine della Seconda Guerra Mondiale, questo film di Hitchock, in bianco e nero, a parte la scena finale che"vira al rosso", emblematicamente, narra di una clinica psichaitrica nella quale cìè un avvincendamento del direttore, ma ben preso la psichiatra del"team"si accorge che il nuovo arrivato non è chi doveva subenrare, ma una persona che crede di aver ucciso il direttore che sarebbe subentrato, Lo aiuterà nel difficile percorso di recupero di quanto aveva perso a livello mnemminco(amnesia), ma arriverà anche, non da sola, a scoprire il vero responsabile dell'omicidio. Nel film, che usa la psicnalisi(cui Hitchcock ha sempre creduto, ma con molte riserve, tanto che anni dopo definirà il film "una storia di caccia all'uomo in un involucro di pseudo.psicanalisi", dove l'espresisone"pseudo"è sintomatica, anche perché non si potrebbe propriamente dire che il fim segua la psianalisi freudiana o la psicologia anatlitica di Jung o quella individuale di Adler, piuttosto ha un'imrponta genericamente psicanalitica, senza aderire auna a una scuola o a un metodo determinati). Film attualissimo, nonosante risalga a 76 anni fa, nell'uso dells sequenze oniriche, di Salvador Dalì, che al cinema precedentemente aveva cordiretto due film con Luis Bunuel, ma anche nella seuquenza del subfinale della pistola, quella del"viraggio in rosso", "Spellbound"ci mostra come sempre il work in progress sraordinario di questo artista assolutamente geniale, mai pago di alcun successo e di alcuna realizzazione precedente, sempre inseguito dal daimon dlela ricerca e della "novità", non certo per ealizzare un"novum"senza precedenti, ma per approfondire quanto era nell'aria, ma non era né "consolidato"né poteva basarsi su ricerche meramente wuantitative. Non credo sia un caso che, nell'anno 1945, parlando di una clinica psichiatrica ancora definibile totalmente, anche negli States, "manicomio", vi si pratichhi, almeno da parte della psichaitra protagonista, la psicanalisi, quando il suo maestro invece usava ancora il bromuro et similia, nè che tale approccio"terapeutico"venga introdotto da una didascalia, all'inizio del fillm, n cui se ne parla comunque positivamente, né che il percorso conoscitivo e di detection "messo in campo"nel film abbia una valenza amorosa, dove illm"film d'more"(come lo considera prioritariamente François Truffatu nel lbiro intervista con sir Alfred"Le cinéma selon Hitchcok"apres la via conoscitiva oltre steccati che non sarebbero valicabili dalla psicanlisi"ortodossa"(il controtransfer come tabà). Decisamente un film in controtendenza. Oltre a rivalutare fortemente l'intepretazione die due protagonisti, Ingrid Bergman e Gegory Peck, due attori"cult"nel grande cinema hitchockiano, credo vadano rivalutati/e grandemente tutti/e gli/le altri/e interpreti del film, di grande spessore(a dimostrazione del fatto che Htchock, che notoriamente definiva gli attori in modo non propriamente sempre"positivo", li sapeva scegliere, però, sono da riscoprire le musiche di Miklos Rosza e la scenografia(modenrissima, considerando l'epoca)di James Basevi. Un grande Hitchock sempre, anche quando(come in questo caso)il film era nato tra polemiche tra lui e il produttore Selznick e non solo. El Gato
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[+] siempre grande, sir alfred...
(di eugen )
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luca scialò
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mercoledì 31 marzo 2010
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un omaggio alla psicoanalisi
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Costance Peterson è una giovane e bella psichiatra, fredda e schiva con i colleghi del centro in cui lavora, ma finisce per invaghirsi del nuovo direttore, il dottor Edwards, un giovane molto affascinante e preparato, tanto da aver scritto già qualche saggio. Nel conoscerlo meglio però, Costance nota gli evidenti comportamenti strani di quest'ultimo, e appurandone i disturbi, decide di aiutarlo, mettendo a rischio anche la propria posizione professionale...
Un giallo toccante, che esalta l'importanza di uno strumento medico che all'epoca cominciava ad affermarsi negli States: la psicoanalisi.
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