Pietro Bianchi
Il facile esotismo di Harlem ha attirato molte gente all'ultimo film di Gallone, direttore artistico cui non si può negare evidentemente un certo fiuto commerciale. Ciò che manca a Gallone è il senso dell'arte, perché Harlem era una partita persa a priori. A nessuno infatti che viva sulla terra può accadere di fare opera d'arte su ambienti stranieri, che conosce molto poco. Impossibile poi l'accento della verità della vita in un racconto cinematografico che si ispira alle realtà più evidenti, e che si nutre non soltanto della fantasia trasfiguratrice dell'autore, ma che ha bisogno della collaborazione degli attori. [...]
di Pietro Bianchi, articolo completo (2998 caratteri spazi inclusi) su 7 Maggio 1943