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Dopo le pianure e le risaie di "Corea in fiamme",le montagne innevate insidiose e implacabili durante la stessa guerra.Che Fuller vede come un incubo a occhi aperti,disumana e senza tregua.Nessun patriottismo o (quasi)dimostrazione di valore tipico americano,solo il cinismo spicciolo di chi è stato troppo a lungo in mezzo ai massacri.E la disperazione di chi non riesce a liberarsi dai propri demoni personali(il soldato che non riesce a sparare).Oggi gli spettatori avvezzi ai film di guerra fracassoni e mirabolanti si spazientirebbero di fronte alle lunghe attese e alle poche scene di combattimento,ma a chi già conosce il regista certe scene resteranno impresse:quella in cui il sergente Rock scopre che il piede congelato che stava massaggiando era il suo anziché quello del compagno di cui si era appena burlato e quella del recupero del ferito circondato dalle mine nascoste nella neve.Neve reale,con la quale il sete venne ricoperto causando non pochi problemi al cast e ai cascatori.Esordio di James Dean.Ottimo prodotto di genere del periodo.
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