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Davvero interessante questa opera ritrovata (sconosciuta ai più) di Lelio Luttazzi, del lontano 1972, una conseguenza della sua disavventura giudiziaria che ebbe ripercussioni gravissime sulla sua carriera. Due coppie di amici si trovano a cena nella casa di campagna di uno di loro, Decio (Luttazzi). Per l'occasione viene invitata una terza coppia, un magistrato e sua moglie, intenzionati ad acquistare un immobile in una zona rurale. Non c'è molta allegria. Il medico (Mario Valdemarin) non parla e ha spesso lo sguardo assente mentre sua moglie (Annabella Incontrera) ha la parvenza di un ectoplasma... In più il giudice pare non veda l'ora di andarsene dopo avere mangiato e bevuto, seppure con discrezione e compassato. Gli unici "allegri" della compagnia sono Decio, la sua bella compagna e la moglie del magistrato, desiderosa una volta tanto di "fare tardi la sera". Il fulcro del discorso diventa poi il dramma che il medico e sua moglie stanno vivendo, rendendo così noto il motivo della loro tristezza. Inoltre c'è un piccolo mistero riguardo a una luce accesa nella casa del medico che, a detta dei coniugi, non viene abitata da mesi. Il giudice ora ha davvero "pane per i suoi denti" per cominciare a imbastire un discorso fatto di certezze, dubbi, ipotesi che potrebbero di fatto ribaltare la situazione, facendo passare il medico da perseguitato a... colpevole! Alla fine della schermaglia dialettica si sarà fatta l'alba, verrà chiarito qualcosa (ma non tutto...) e gli ospiti se ne vanno, lasciando il padrone di casa Decio molto, molto deluso. Notevole opera, una "variazione sul tema" per il grande musicista e presentatore italiano, coraggiosa per l'argomento trattato e per il montaggio a volte molto veloce e ricco di flashback per spiegare alcune situazioni probabili ma non accertate. La messa in scena leggermente improvvisata è in questo caso un valore aggiunto e insieme ai "modi di dire" e al linguaggio dell'epoca rende questo breve film un documento di grandissimo valore sui primi anni '70. - di "Joss" -
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