La figlia di Zorro

La California è entarta negli Stati Uniti, via dal vecchio, feudale, oppressivo e corrotto governo spagnolo, e che tale fosse quel governo ce lo aveva insegnato Zorro. E invece un western di serie B del 1950 ci mostra una realtà rovesciata: gli americani sono degli affaristi profittatori spietati crudeli e assassini, pronti a uccidere intere famiglie di spagnoli per appropriarsi dei loro beni. Gli spagnoli hanno una cultura diversa, usanze diverse, confessione religiosa diversa (sono cattolici) e sanno di avere i loro diritti, ma non hanno alcuna forza per affermarli. La bella (e finora a me ignota Barbara Britton) figlia dei trucidati Montalvo, impiccati, incredibile!, dallo stesso sceriffo americano a cui lei va a denunciare il fatto (e riconoscendolo capisce che non c'è nessuna legge a proteggere gli spagnoli), si mette a capo del brigantaggio spagnolo contro i furti e le angherie degli americani. E' vero, alla fine l'esercito americano ristabilisce l'ordine, arresta i cattivi e lascia fuggire i banditi spagnoli, ma non c'è che dire, Hollywood sapeva trovare la strada per raccontare la "controstoria" alla gente comune, svolgendo una funzione sociale inclusiva nei confronti di chi, sconfitto, entarva tuttavia a far parte della nuova grande società.