elgatoloco
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mercoledì 16 settembre 2015
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larmoyant al punto giusto
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Tratto dal dramma di Pirandello, questo film di Jerry Hopper(ma dietro c'è la mano di Douglas Sirk, non accreditato, ma presente, ed è l'autore de"La magnifica ossessione"e de"Lo specchio della vita")è larmoyant, anzi non solo lacrimevole ma realmente commovente al punto giusto. Ben costruito(story of Luigi Pirandello, d'accordo, ma anche ottima sceneggiatura), oltre alla bravura degli interpreti-relativamente Rock Hudson, certo convenzionale-routinario, meglio Cornell Borchers, attrice tedesca(e lituana d'origine)di notevole caratura drammatica, eccelso il"comprimario"George Sanders nel ruolo di Victor, il pittore-caricaturista, che fa ingelosire il dottor Parker, ottima la cura della regia, della sceneggiatura, del colore e della fotografia(the old Technicolor).
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Tratto dal dramma di Pirandello, questo film di Jerry Hopper(ma dietro c'è la mano di Douglas Sirk, non accreditato, ma presente, ed è l'autore de"La magnifica ossessione"e de"Lo specchio della vita")è larmoyant, anzi non solo lacrimevole ma realmente commovente al punto giusto. Ben costruito(story of Luigi Pirandello, d'accordo, ma anche ottima sceneggiatura), oltre alla bravura degli interpreti-relativamente Rock Hudson, certo convenzionale-routinario, meglio Cornell Borchers, attrice tedesca(e lituana d'origine)di notevole caratura drammatica, eccelso il"comprimario"George Sanders nel ruolo di Victor, il pittore-caricaturista, che fa ingelosire il dottor Parker, ottima la cura della regia, della sceneggiatura, del colore e della fotografia(the old Technicolor). Sarà un po'convenzionale la Vienna con tanto di walzer e di specialità made in Vienna, un po'forzata la caratterizzazione dell'"al di là del muro"in epoca di guerra fredda(non poi tanto, chi scrive ricorda un viaggio in macchina a Berlino con amici, passando dalla zona Est, meglio dal"corridoio"orientale, con tanto di Vopos, e c'era già quasi la perestrojka... era metà anni Ottanta, non l'immediato dopoguerra...), ma il tema forte(della madre non riconosciuta come tale dalla bambina) resta importante. Più"sfumato"il tema del malinteso-inganno/autoinganno del marito rispetto a Pirandello, ma quello della madre scambiata per matrigna resta forte e presente, pienamente. El Gato
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mercoledì 16 settembre 2015
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larmoyant al punto giusto
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Tratto dal dramma di Pirandello, questo film di Jerry Hopper(ma dietro c'è la mano di Douglas Sirk, non accreditato, ma presente, ed è l'autore de"La magnifica ossessione"e de"Lo specchio della vita")è larmoyant, anzi non solo lacrimevole ma realmente commovente al punto giusto. Ben costruito(story of Luigi Pirandello, d'accordo, ma anche ottima sceneggiatura), oltre alla bravura degli interpreti-relativamente Rock Hudson, certo convenzionale-routinario, meglio Cornell Borchers, attrice tedesca(e lituana d'origine)di notevole caratura drammatica, eccelso il"comprimario"George Sanders nel ruolo di Victor, il pittore-caricaturista, che fa ingelosire il dottor Parker, ottima la cura della regia, della sceneggiatura, del colore e della fotografia(the old Technicolor).
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Tratto dal dramma di Pirandello, questo film di Jerry Hopper(ma dietro c'è la mano di Douglas Sirk, non accreditato, ma presente, ed è l'autore de"La magnifica ossessione"e de"Lo specchio della vita")è larmoyant, anzi non solo lacrimevole ma realmente commovente al punto giusto. Ben costruito(story of Luigi Pirandello, d'accordo, ma anche ottima sceneggiatura), oltre alla bravura degli interpreti-relativamente Rock Hudson, certo convenzionale-routinario, meglio Cornell Borchers, attrice tedesca(e lituana d'origine)di notevole caratura drammatica, eccelso il"comprimario"George Sanders nel ruolo di Victor, il pittore-caricaturista, che fa ingelosire il dottor Parker, ottima la cura della regia, della sceneggiatura, del colore e della fotografia(the old Technicolor). Sarà un po'convenzionale la Vienna con tanto di walzer e di specialità made in Vienna, un po'forzata la caratterizzazione dell'"al di là del muro"in epoca di guerra fredda(non poi tanto, chi scrive ricorda un viaggio in macchina a Berlino con amici, passando dalla zona Est, meglio dal"corridoio"orientale, con tanto di Vopos, e c'era già quasi la perestrojka... era metà anni Ottanta, non l'immediato dopoguerra...), ma il tema forte(della madre non riconosciuta come tale dalla bambina) resta importante. Più"sfumato"il tema del malinteso-inganno/autoinganno del marito rispetto a Pirandello, ma quello della madre scambiata per matrigna resta forte e presente, pienamente. El Gato
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giovedì 10 novembre 2016
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pirandello?
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"Never say goodbye", tratto(dicitur)da"Come prima, meglio di prima"di Pirandello, non ci dà, in realtà, molte"tracce"o"piste"per riconoscere Pirandello, ma poco importa. Tra commedia e dramma(in questo almeno siamo abbastanza in linea con il grande drammaturgo siculo-italiano), il film di Jerry Hopper e del non accreditato Douglas Sirk(un maestro assoluto di cinema, come ha dimostrato in tanti film)è un piccolo gioiello: il riconoscersi, ritrovarsi, in altri tempi e luoghi, il peso delle tracce mnestiche etc... Ma anche un uso straordinario del flash-back, che qui è veramente narrativo, senza bisogno di far ricorso a tanti trucchi filmici, a tante "zeppe", a dissolvenze"strane"o ad altro.
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"Never say goodbye", tratto(dicitur)da"Come prima, meglio di prima"di Pirandello, non ci dà, in realtà, molte"tracce"o"piste"per riconoscere Pirandello, ma poco importa. Tra commedia e dramma(in questo almeno siamo abbastanza in linea con il grande drammaturgo siculo-italiano), il film di Jerry Hopper e del non accreditato Douglas Sirk(un maestro assoluto di cinema, come ha dimostrato in tanti film)è un piccolo gioiello: il riconoscersi, ritrovarsi, in altri tempi e luoghi, il peso delle tracce mnestiche etc... Ma anche un uso straordinario del flash-back, che qui è veramente narrativo, senza bisogno di far ricorso a tanti trucchi filmici, a tante "zeppe", a dissolvenze"strane"o ad altro. Narrazione ben condotta, elementi drammatiche ben svolti, sembra veramente un cinema che non si darà mai più, almeno in questa forma...UN Rock Hudson, ma anche una Cornell Borchers di grande livello e a questo punto il fatto che non riconosciamo/ritroviamo Pirandello è l'ultimo o quasi dei problemi... Drammaturgie comunque diverse, anche perché dal dramma del "filosofo"(nonostante il parere contrario di Benedetto Croce)-drammaturgo-scrittore erano passati comunque più di trent'anni e in quei 30 anni abbondanti di"secolo breve"era cambiato tutto:i totalitarismi, la Seconda Guerra Mondiale, per gli States il conflitto coreano e ancora molto di più...Storia d'amore, ma anche di molto altro e di tanto di più...di sentimenti, di ragione, di tutti quegli aspetti della vita che ci sfuggono, di primo acchito, se non abbiamo la presenza di spirito di volercene riappropiare, di voler ritrovare momenti, ricordi, persone, sentimenti, catene di emozioni e di tutto quanto prima enumerato, con uno stile che vorremmo ritrovare oggi, in un cinema spesso stantio, incapace di"dire"come anche incerto sul e nel modo di dire le cose. Sarà il fascino"d'antan", ma credo non si possa spiegare la preferenza per i film d'epoca solo in base a queste, oltre a tutto"insondabili",esperienze e solo in base a questo criterio.Altrimenti si preferirebbe ogni"lagna"d'epoca, cosa che invece, notoriamente, non si realizza mai, anzi... El Gato
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mercoledì 8 aprile 2020
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dramma in cmmedia, seguendo pirandello
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Tra il dramma e la commedia, questo"Never Say Goodbye"(1956, di Jerry Hopper e-anche se non figura nominativamente-e del grande Douglas Sirk)e non a caso dietro c'è Pirandello, con la sua pièce teatrale, anche se il traitement-screenplay di Bruce Manning e di altri(in 4, in tutto)ha decisamente cambiato le cose. Si tratta dell'ufficlae USA medico che ritrova la pianista e cantante tedesca, che aveva sposato nel 1945, da cui aveva avuto una figlia, ma da cui era stato separato dallla storia(era finita dietro la cortina di ferro, a Berlino Est)e la storia ha una netta coloritura drmamatica, che poi volge allo happy End nel finale, quando la bambina nata dalle relazione(bravissima, quasi"troppo perfetta")riconosce la madre da cui era stata superata pochissimo tempo dopo la nascita e accetta la situazione.
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Tra il dramma e la commedia, questo"Never Say Goodbye"(1956, di Jerry Hopper e-anche se non figura nominativamente-e del grande Douglas Sirk)e non a caso dietro c'è Pirandello, con la sua pièce teatrale, anche se il traitement-screenplay di Bruce Manning e di altri(in 4, in tutto)ha decisamente cambiato le cose. Si tratta dell'ufficlae USA medico che ritrova la pianista e cantante tedesca, che aveva sposato nel 1945, da cui aveva avuto una figlia, ma da cui era stato separato dallla storia(era finita dietro la cortina di ferro, a Berlino Est)e la storia ha una netta coloritura drmamatica, che poi volge allo happy End nel finale, quando la bambina nata dalle relazione(bravissima, quasi"troppo perfetta")riconosce la madre da cui era stata superata pochissimo tempo dopo la nascita e accetta la situazione. UNa vera situazione drammatica, per quasi tutto il film, che poi ha un'"insperata"virata verso la commedia. Decisamente di Pirandello rimane la stiauzione di partenza, con l'agnizione finale, con l'accettazione dela"vecchia-nuova"situazione...Rock Hudson, il"fidanzato d'America"degli anni 1950(pur se aveva altre inclinazioni)e Cornell Borchers sono interpreti comunque bravi ed efficaci, rispetto al film come è stato pensato e realizzato, mentre rispetto alla pièce pirandelliana sarebbe decisamente fuori posto; c'è da dire, però, che la distanza tra il testo teatrale d'inizio secolo(1900, ovviamente)e la situazione politica creatasi nel Secondo DOpoguerra, con quella che continuiamo a chiamre"guerra fredda"non hanno praticamente più nessun rapporto, dato che l'evento storico della"cortina di ferro"è intervenuto ben dopo quanto succedeva nel 1919, quando, appena conclusa la Prima Guerra Mondiale, Pirandello scrive una pièce che comunque è intesa in un senso che al film è totalmente estraneo. Decisamente, "Never Say Good"riprende anche il tema del medico-.chiruro, ma la situazione di fondo è diversa e giustamente è divera quella"coloritura", quella connotazione di fondo che caratterizza il film, che quindi sarebbe da esaminare in sé, senza alcun riferimento al testo teatrlae da cui(come si è detto ormai molto liberamente)esso è tratto. Tra gli altri interpreti George Sanders e Ray Collins contribuiscono a creare un film che non rinuncia anche a qualche"tirades"contro il "comunismo oppressore"del revisionista Kruscev(è proprio l'anno del famoso XX°Congresso del PCUS, con tutta la destalinizzazione con tutto ciò che esso ha comportato e che naturalmente il fillm non può né vuole esaminare)e che si colloca in quel genere che , con interpreti simili(magari Doris Day come protagonista femminle, tenendo Hudson in quello maschile)ha prodotto varie opere comunque gradevli e anche degne di un ricordo e di un apprezzamento critico, certo purcHé le si collochi nello"spirito del tempo", con tutto quanto l'offerta dei producers made in USA poteva produrre e anche con le attese(la "domanda")del pubblico o meglio degli spettatori e delle spettatrici di quell'epcoa. Sembra un discroso"Passatista", mentre spero sia solo riuscito, brevemente, a caratterizzare quanto contraddistinuge lo specifico del film. El Gato
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