Una ragazza, affannosamente in fuga da qualcosa, viene quasi investita da un medico e un infermiera che si stanno recando a lavoro. La coppia raccoglie la ragazza e la porta con sé nel posto dove lavorano: una clinica dove eseguono interruzioni di gravidanza. Ed è proprio un'interruzione di gravidanza che la ragazza sembra voler fare, poiché la crescita del suo feto non ha nulla di normale. A complicare ancor di più la situazione è il fatto che la ragazza è minorenne, e suo padre, il signor Burcell, è un convinto anti-abortista che farà di tutto per impedire ciò che ai suoi occhi è un omicidio.
Dopo "Cigarette's burns”, John Carpenter torna a dirigere un episodio della serie “Masters of Horror”, e basterebbe questo per dover ringraziare l’ideatore della serie, Mick Garris.
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Una ragazza, affannosamente in fuga da qualcosa, viene quasi investita da un medico e un infermiera che si stanno recando a lavoro. La coppia raccoglie la ragazza e la porta con sé nel posto dove lavorano: una clinica dove eseguono interruzioni di gravidanza. Ed è proprio un'interruzione di gravidanza che la ragazza sembra voler fare, poiché la crescita del suo feto non ha nulla di normale. A complicare ancor di più la situazione è il fatto che la ragazza è minorenne, e suo padre, il signor Burcell, è un convinto anti-abortista che farà di tutto per impedire ciò che ai suoi occhi è un omicidio.
Dopo "Cigarette's burns”, John Carpenter torna a dirigere un episodio della serie “Masters of Horror”, e basterebbe questo per dover ringraziare l’ideatore della serie, Mick Garris. Carpenter dirige con ottimo ritmo un’ora di alta suspance, in cui ricorre il tema dell’assedio, già trattato dal regista in altre sue opere come “Distretto 13- Le brigate della morte”. Ma il tema più controverso che viene trattato è senza dubbio quello dell’aborto. La posizione di Carpenter emerge piuttosto chiara: la libertà di scelta. Il personaggio del signor Burcell, rappresenta agli occhi del regista, il tipico anti-abortista americano: chiuso di mentalità, fanatico religioso, pieno di contraddizioni e disposto a tutto pur di impedire l’esecuzione di una scelta legittima. Tuttavia nel finale Carpenter fa intuire come l’argomento sia delicato da qualunque posizione ideologica lo si guardi, mostrando il pianto del demone che tiene in braccio la sua creatura priva di vita.
Sicuramente il film può non piacere a chi si schiera col movimento “Pro-Life”, ma è innegabile che Carpenter abbia realizzato una storia col giusto pathos, magari non ai livelli di “Cigarette’s burns", ma che tiene piacevolmente compagnia lungo la sua ora di durata. Da segnalare l’interpretazione molto efficace di Ron Perlman.
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