gabry
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sabato 7 marzo 2009
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vuoti da colmare
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Joseph, ex insegnante sessantacinquenne, non si rassegna a una grigia , seppur serena vecchiaia tra le pareti domestiche e accetta un impiego in un supermercato nel reparto "vuoti a rendere".Nonostante il modesto impiego, Joseph si appasssiona al suo nuovo lavoro, tanto da contagiare il personale e in particolar modo i clienti del supermercato, stabilendo con loro un rapporto amichevole e confidenziale, tanto da combinare addirittura un matrimonio tra il suo scorbutico collega e una cliente. Nel lavoro, trova anche il tempo di fantasticare su improbabili quanto divertenti giochini erotici, illudendosi a rincorrere una gioventù che l'ha abbandonato un bel pò di tempo fa. E tra una cassetta di bottiglie e l'altra, favorisce l'incontro di un suo ex collega con la figlia, la quale, dopo la separazione dal marito, si è tuffata in modo morboso nella religione.
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Joseph, ex insegnante sessantacinquenne, non si rassegna a una grigia , seppur serena vecchiaia tra le pareti domestiche e accetta un impiego in un supermercato nel reparto "vuoti a rendere".Nonostante il modesto impiego, Joseph si appasssiona al suo nuovo lavoro, tanto da contagiare il personale e in particolar modo i clienti del supermercato, stabilendo con loro un rapporto amichevole e confidenziale, tanto da combinare addirittura un matrimonio tra il suo scorbutico collega e una cliente. Nel lavoro, trova anche il tempo di fantasticare su improbabili quanto divertenti giochini erotici, illudendosi a rincorrere una gioventù che l'ha abbandonato un bel pò di tempo fa. E tra una cassetta di bottiglie e l'altra, favorisce l'incontro di un suo ex collega con la figlia, la quale, dopo la separazione dal marito, si è tuffata in modo morboso nella religione. Non manca la panoramica su Praga, dall'alto di una mongolfiera, piacevolissima veduta, mentre all'interno dell'aerostato si svolge una gustosa scenetta di battibecchi tra Joseph e la moglie.
Film delizioso, che si accosta alla soglia della terza età con sguardo sbarazzino e ironico, senza pietismi e malinconie. Ci sono anche momenti tenerissimi, come quella del protagonista nelle vesti del nonno con un simpatico nipotino dagli occhioni sgranati su un mondo tutto da scoprire
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olgadicom
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lunedì 23 febbraio 2009
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beati pensionati!
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Finalmente la commedia fatta bene (invano cercata nelle sale in questi mesi), deliziosa nella sua semplicità, con una punta di malinconia che non guasta, senza versanti melò sul tema anziani e pensione. Qualche critico l’ha paragonata al nostrano Pranzo di ferragosto, ma le affinità a mio parere si fermano all’ammirevole leggerezza. In Vuoti a rendere quest’ultima si alimenta di un humour ceco, un po’ nordico e un po’ romagnolo (non a caso i sogni felliniani del protagonista), mescolanza insolita che dà vita a un modo di raccontare abbastanza particolare. Chi dirige il film è nella vita il figlio, sceneggiatore e attore il padre e anche questa relazione è un po’ rovesciata rispetto alla norma.
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Finalmente la commedia fatta bene (invano cercata nelle sale in questi mesi), deliziosa nella sua semplicità, con una punta di malinconia che non guasta, senza versanti melò sul tema anziani e pensione. Qualche critico l’ha paragonata al nostrano Pranzo di ferragosto, ma le affinità a mio parere si fermano all’ammirevole leggerezza. In Vuoti a rendere quest’ultima si alimenta di un humour ceco, un po’ nordico e un po’ romagnolo (non a caso i sogni felliniani del protagonista), mescolanza insolita che dà vita a un modo di raccontare abbastanza particolare. Chi dirige il film è nella vita il figlio, sceneggiatore e attore il padre e anche questa relazione è un po’ rovesciata rispetto alla norma. Pare che essa sia stata vissuta burrascosamente, ma alla fine l’opera è nata e ha concluso la trilogia dell’autore che nelle prove precedenti aveva scelto come tema l’infanzia e l’età adulta.
La città che fa da sfondo è Praga, soprattutto quella dei quartieri periferici, con una ferrovia che scorre sotto le finestre dei protagonisti sulla quale passa un trenino sbuffante d’altri tempi. Cito il particolare perché i sogni erotici, purtroppo solo tali, di Joseph (Zdanèk Sverak) si svolgono su un treno con controllori e personale costituito da discinte e seducenti ragazze. Nella realtà il nostro è un ex-professore da poco in pensione perché si è licenziato da una scuola che non lo interessa, non lo diverte, “Non sono più felice qui” dirà nelle prime scene del film in cui si consuma la sua decisione di abbandonare. Lasciato il posto, l’ex non vuole però far parte dei gruppi di pensionati sfaccendati che siedono ai giardinetti e cerca una qualsivoglia occupazione. Prima diventa, tra i brontolii della moglie (anch’ella insegnate in pensione) uno stagionato poni-express, ma l’incarico ha presto fine per una brutta caduta dalla bici che inforca per il suo servizio. Dopo, è la volta dell’impiego in un supermarket, dove è addetto alla resa dei vuoti, di qui il titolo. Il nuovo lavoro si rivela moto fertile di conoscenze e relazioni per il nostro pensionato che con la sua vitalità e disponibilità, anche se un po’ ispido, trova modo di influenzare positivamente, coscientemente o per caso, le vite di chi gli sta intorno. Né si sottrae al suo ruolo di nonno, perfettamente in grado di giocare alla pari col nipotino e tenta, seppur con scarsa fortuna, di inverare le sue fantasie sessuali. Nel frattempo si svolgono anche incontri e scontri con la moglie (Daniela Kolarova bravissima) tanto lucida e concreta quanto lui è fantasioso e pasticcione. La storia si chiude simbolicamente con un volo: lo spettatore vedrà di che tipo.
Indovinata la fotografia, come pure la music;a, accattivante l’indagine dell’animo umano tramite personaggi che commuovono e divertono e nei quali ci si può riconoscere o per gli acciacchi o per l’indomabile voglia di vita o per l’ironia o per le paure e le fragilità che l’invecchiare comporta. Unica difesa – sembra suggerire Joseph – è aver voglia di cambiare e non essere soli, richiusi nelle inevitabili tristezze.
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luca scialò
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lunedì 18 aprile 2011
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pensionato con tanta voglia di vivere
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Joseph è un insegnante dai metodi ormai superati, e la scuola moderna non fa più per lui. Decide così di andare in pensione, ma essendo ancora molto vitale non riesce a stare in casa ad oziare; in più non va molto d'accordo con la moglie, verso la quale non prova più nulla dopo quarant'anni di matrimonio. Cerca così qualche lavoretto e dopo uno da corriere andato male, ne trova uno in un supermercato nel reparto delle bottiglie vuote a rendere. Qui ritrova una sua dimensione e trova ancora molta attrazione per le donne, fantasticando su molte clienti abituali. Ma oltre ai sogni e alle illusioni di una terza età ormai incombente, c'è sempre una vita reale con cui fare i conti: una moglie che non accetta il suo voler essere giovane e una figlia con un matrimonio fallito e un bimbo da accudire da sola.
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Joseph è un insegnante dai metodi ormai superati, e la scuola moderna non fa più per lui. Decide così di andare in pensione, ma essendo ancora molto vitale non riesce a stare in casa ad oziare; in più non va molto d'accordo con la moglie, verso la quale non prova più nulla dopo quarant'anni di matrimonio. Cerca così qualche lavoretto e dopo uno da corriere andato male, ne trova uno in un supermercato nel reparto delle bottiglie vuote a rendere. Qui ritrova una sua dimensione e trova ancora molta attrazione per le donne, fantasticando su molte clienti abituali. Ma oltre ai sogni e alle illusioni di una terza età ormai incombente, c'è sempre una vita reale con cui fare i conti: una moglie che non accetta il suo voler essere giovane e una figlia con un matrimonio fallito e un bimbo da accudire da sola.
Quarto film per il ceco Jan Sverak, regista di film impegnati e profondi ma mai eccessivamente smielati e strappalacrime, concedendo di fatti spazio all'umorismo, l'ironia e la piacevolezza di una commedia leggera. Anche Vuoti a rendere tratta il tema della terza età con ironia e leggerezza, anche del matrimonio in crisi, sia che si tratti di una coppia giovane che di una anziana. Bella l'idea della mongolfiera che sorvola i luoghi vissuti da Joseph e dalla moglie, come metafora dei ricordi di una vita insieme; o i sogni erotici, che diventano sempre più buffi e incompleti. Idee fresche e particolari che come tutto il film sono messe in scena con non poche pecche. Ma confidiamo in miglioramenti futuri di Sverak.
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