Nel terzo episodio della serie del “beccamorto” più famoso del western all’italiana Gianni Garko perde la barba incolta in stile Eastwood e si fa crescere un paio di baffi biondi. Dopo i primi due film diretti da Parolini il personaggio non abbandona la consueta ironia e regala ai suoi fans un film all’altezza delle loro aspettative. Eccellenti le inquadrature e buone le trovate sceniche. Meno importanti del solito i “trucchetti” messi in atto dal pistolero che per armi segrete e specialità varie è stato accostato a James Bond. Degne di nota sono soltanto le carte da gioco usate come arma. Curiosa è la colonna sonora, in molte parti identica a quella di Il mio nome è Shangay Joe, Dio in cielo Arizona in terra e Testa t'ammazzo croce sei morto.
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Nel terzo episodio della serie del “beccamorto” più famoso del western all’italiana Gianni Garko perde la barba incolta in stile Eastwood e si fa crescere un paio di baffi biondi. Dopo i primi due film diretti da Parolini il personaggio non abbandona la consueta ironia e regala ai suoi fans un film all’altezza delle loro aspettative. Eccellenti le inquadrature e buone le trovate sceniche. Meno importanti del solito i “trucchetti” messi in atto dal pistolero che per armi segrete e specialità varie è stato accostato a James Bond. Degne di nota sono soltanto le carte da gioco usate come arma. Curiosa è la colonna sonora, in molte parti identica a quella di Il mio nome è Shangay Joe, Dio in cielo Arizona in terra e Testa t'ammazzo croce sei morto...
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