Ferreri costruisce un racconto consapevolmente immobile. E' la costruzione di una sensibilità che non muta nel tempo e che si allarga coinvolgendo anche lo spazio in cui si trova ad essere. Stazioni, ospedali, piazze, giardini, fiumi, diventano tutti sfondi a un'azione che non ha come scopo realizzare una storia ma piuttosto annegarla in una luce o in un nuovo vestito. Film estremamente femminile nella compiaciuta sensibilizzazione di un continuo gesto di richiesta di attenzione o di affetto, ha solo interpreti femminili o femminilizzati. Una splendida Piera da piccola, Bettina Grühn, riesce perfettamente a dare un senso alla propria trasformazione in una magica Isabelle Huppert.
[+]
Ferreri costruisce un racconto consapevolmente immobile. E' la costruzione di una sensibilità che non muta nel tempo e che si allarga coinvolgendo anche lo spazio in cui si trova ad essere. Stazioni, ospedali, piazze, giardini, fiumi, diventano tutti sfondi a un'azione che non ha come scopo realizzare una storia ma piuttosto annegarla in una luce o in un nuovo vestito. Film estremamente femminile nella compiaciuta sensibilizzazione di un continuo gesto di richiesta di attenzione o di affetto, ha solo interpreti femminili o femminilizzati. Una splendida Piera da piccola, Bettina Grühn, riesce perfettamente a dare un senso alla propria trasformazione in una magica Isabelle Huppert.
Hanna Schygulla, sempre teutonicamente distante a qualunque forma mediterranea e straniera ad ogni contatto reale, è il transfer tragico del regista, di cui rende palpabile l'impaccio e l'inadeguatezza incantata.
[-]
|
|